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🍒🍒DISORIENTATI E IN FUGA NEL METAVERSO

🍒🍒DISORIENTATI E IN FUGA NEL METAVERSO

25 Maggio 2022 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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🍒NON SO VOI , MA IO…

… di questi tempi mi sento avvolto dalla nebbia che genera confusione e perdita di orientamento. Da montanaro molto difficilmente sono colto dall’ansia o dall’angoscia ma mi rendo conto che viviamo su uno (psico)crinale (da krínō - separare, distinguere) del quale non abbiamo consapevolezza, che richiede di guardare il mondo con occhi diversi, meglio se quelli Altrui, dell’Altro, lontano (oltre, altrove, oltrepassando) dal conformismo del linguaggio, delle parole e delle immagini con cui costruiamo mondi artificiali nella illusoria speranza di stare bene. In realtà continuiamo a ingannarci, a raccontarci storie! Sulla pandemia, sulla guerra, sulla felicità e sulla gentilezza, sull’essere imprenditori di sé stessi, ecc. Oggi anche sul metaverso, di cui tutti parlano pur senza sapere esattamente cosa sia!

 

🍒LA SITUAZIONE È CRITICA

Nonostante il velo ipocrita e artificiale steso dall’apparato mediale sulla realtà, la narrazione sotterranea emergente racconta di una situazione complessa, dalla criticità disruptive in aumento. Un eufemismo per dire che qualcosa proprio non va, non funziona più, anche psichicamente ed emotivamente. E non solo perché la (psico-tecno)politica, ormai al servizio di oligarchie locali e internazionali, spesso tecnologiche (tecnologie dell’informazione, pharma, alimentare, militare, ecc.), abbia perso ogni capacità di influenzare il futuro o perché l’immaginazione abbia ormai le ali tarpate. La crisi è sistemica, legata a un modello di sviluppo iniquo che non regge più e presenta conti salati a chi è meno uguale di altri, per questo più povero, precario e sfiduciato. Il contesto è peggiorato dalla guerra che ha dato forza all’idea di una democrazia autoritaria (democratura?), necessaria per contrastare gli autoritarismi di tutte le sorti, a spese di libertà già acquisite e di nuove. Ne deriva l’idea di una democrazia in armi, comprese quelle nucleari, che giustifica minori libertà e democrazia, ma anche minori verità, solidarietà e partecipazione. Su tutto prevalgono la percezione e un sentimento di impotenza, di incertezza generale, di sconvolgimento delle coscienze e soprattutto di disorientamento. Prodotto e risultato anche di un linguaggio brutalizzato, di mancanza di verità e di autenticità, di distacco esistenziale dalla realtà fattuale, di incapacità ad andare oltre perché un oltre non sembra più esserci (teoria dell’estinzione e delle catastrofi…). 

🍒MENO MALE CHE C’E’ IL METAVERSO

 

Un tempo dalle crisi, percepite o reali che fossero, si cercava di evadere con l’azione politica, sognando nuove utopie, relazionali, da realizzare collettivamente, concrete, situate storicamente nella lotta, politiche appunto.

Oggi a molti la via di fuga dalle distopie del presente sembra essere quella passiva, felicitaria e individualista, apolitica, del metaverso. Come testimonia lo storytelling crescente online, spesso disperante nella sua ignoranza e nel suo conformismo, tutto teso a confondere ciò che separa il mondo fisico da quello digitale, quello incarnato da quello digitale. Come evidenzia anche il successo degli influencer virtuali del metaverso che raccolgono già oggi intorno a sé moltitudini di follower, anche tra le comunità istruite e acculturate di Linkedin. Dentro un mondo nuovo fatto di crescente fragilità e vulnerabilità, la fuga è per allontanarsi dalla realtà fattuale, percepita come pesante, dolorosa, precaria (con riferimento al precariato, non alla precarietà, perché come umani precari lo siamo sempre, fino alla morte) e faticosa. È una fuga già in essere da tempo attraverso le nuove tecnologie digitali che hanno costruito con le loro piattaforme (social, realtà virtuali e aumentate, tecnologie indossabili, intelligenze artificiali, ecc.) nuove caverne platoniche dalle capacità dopaminiche e illusorie, acquari-mondi trasparenti ma chiusi dentro pareti resistenti che imprigionano attenzione e psiche, accecando mente e cuore. Caverne dalle quali non vogliamo più evadere tanto siamo convinti che anche l’evasione non cambierebbe la realtà esistenziale individuale, tanto meno quella collettiva, politica e sociale.

🍒LE PROMESSE A CUI CI AFFIDIAMO

Per capire il metaverso bisogna essere (tecno)filosofi. Tutto nel metaverso (andare verso l’oltre: destinazioni, mondi, pianeti, nuovi universi) richiama concetti filosofici, a partire dalle parole usate per descriverlo come: realtà, immaginario, spazio ludico, ontologico e cognitivo, linguaggio, (e)utopia, universo sensibile, geografia dello spazio, virtualità dell’esperienza, soggettività e identità, cittadinanza e socialità, tempo dilatato, ecc. Le promesse del metaverso raccontate nello storytelling prevalente sono innumerevoli, a partire dalla sua vocazione al gioco, al divertimento, all’intrattenimento favoriti dalle sue potenzialità virtuali (concerti di Vasco Rossi per milioni di avatar-persone?). Molto si racconta su ciò che potremo fare con i nostri avatar ologrammatici per trasformare i nostri corpi seguendo i nostri desideri (anche QUEER?), in termini estetici, cura del sé e bellezza, per mantenerci sempre allineati alle mode del momento.  

"Una mappa di questo mondo che non includa l’utopia, non è degna di uno sguardo” – Oscar Wilde 

Ancora di più si celebrano le funzionalità del metaverso utili per implementare nuove esperienze di formazione e istruzione, per costruire proposte artistiche e creative oggi inimmaginabili, per cambiare e velocizzare processi sociali di comunicazione, marketing e promozione, per immaginare forme di turismo avveniristiche. Il metaverso è presentato come lo strumento in grado di eliminare la distanza che separa il territorio dalla mappa, la città reale da quella virtuale, dando forma a nuovi universi paralleli nei quali il confine tra fattuale e virtuale sparisce dentro una nuova realtà. Dopo due anni di pandemia e smartworking è facile vedere nel metaverso un’evoluzione accelerata verso forme di lavoro agile, in distanza, virtuali ma rese più efficaci dal ricorso ad avatar tridimensionali e personalizzabili. Infine, in tempi di guerra, come non menzionare il rilievo dato al metaverso come spazio sperimentale per nuove armi, strategie e pratiche belliche basate sul video-gioco, sulle intelligenze artificiali e i loro algoritmi (ad esempio macchine in grado di cercarsi in autonomia un bersaglio per eliminarlo!!!!).

Switchblade, l'arma del futuro in azione: un 'drone kamikaze', un cecchino-robot dotato di intelligenza artificiale, fornito dagli Stati Uniti all’Ucraina, può distruggere un obiettivo restando in volo e aspettando di scoprire in maniera automatica il bersaglio inserito nella sua memoria, può fare a meno di comandi umani. Prima dimostrazione di automi guerrieri, passati dalla fantascienza alla terribile realtà della guerra. E se sbagliassero rilevazione, identificazione dell’obiettivo e del bersaglio? E se il codice che lo fa funzionare fosse manipolato? Semplici danni collaterali? Cosa racconterebbe lo storytelling mediale oggi in voga?

🍒COSA VIENE A MANCARE NEL METAVERSO

Le promesse che si evincono dallo storytelling sul metaverso andranno incontro a una loro verifica fattuale nel tempo. Ciò che si può già dire è cosa nel metaverso verrebbe a mancare: il corpo, lo sguardo, il volto, la prossemica (diventata inibitoria nel periodo della pandemia), ma anche la geografia. Due anni di pandemia che ci avevano isolato e impedito di viaggiare ci hanno aiutato a capire la vera natura della Terra, la sua fisicità ed estensione, la sua territorialità tra, limiti, confini e distanze, le sue superfici oggi sempre più devastate da interventi umani che le distruggono, le modificano e le rendono inabilitabili. Invece di tornare a immaginare di percorrere le geografie dei mondi, oggi puntiamo su metaversi che cancellano mappe e territori, che ci promettono mondi estesi ed estensibili, dilatabili. Il tutto mentre i fatti della Terra ci suggeriscono di diventare cartografi, viaggiatori, non dentro mondi virtuali ma reali, umani e abitati da persone in carne e ossa. Il metaverso è digitale, disincarnato, ha un corpo, fatto di cavi, algoritmi e intelligenze artificiali, ma dovrà sempre appoggiarsi su proiezioni digitali di corpi fatti di ossa, muscoli e vene, capaci di pensieri e linguaggi generativi, sentimenti e scelte, sempre imprevedibili nella loro vulnerabilità, negatività e imperfezione. Senza volti e sguardi, senza corpi e relazioni incarnate il metaverso è una versione limitata e inarrivabile dello splendore dell’esistenza umana. Chi abita o abiterà il metaverso dovrà sempre ricordarsi e impegnarsi a ritrovare in esso elementi e porzioni del mondo fattuale al suo esterno, un nostroverso* fragile ma potente e alla fine determinante nel caratterizzare le nostre sorti future come genere umano e umanità.

🍒INVESTIAMO SUL NOSTROVERSO

Il metaverso è già qui e non se ne andrà perché viviamo già dentro mondi virtuali scambiati per reali. Dobbiamo imparare a conviverci, provare ad abitarlo e sperimentarlo. Conviene però farlo con disincanto, (tecno)consapevolezza, capacità critica, ricordandosi sempre di essere umani. Ibridati e aumentati tecnologicamente, trasformati digitalmente, ma sempre esseri umani, persone prima ancora che individui, capaci di libero pensiero e di libertà di scelta. Il metaverso prossimo venturo in formazione come ambiente proprietario spingerà verso mondi disincarnati, (f)utilitaristici e individualisti, ma non potrà mai essere separato dal mondo reale. Un mondo dalla socialità incarnata, nel quale a contare è il con-tatto con l’Altro inteso come persona con la quale ritrovarsi e tornare a esistere. Un mondo raccontabile come NOSTROVERSO, fisico, tattile, fatto di corpi, sguardi e volti, capace di farci immaginare qualsiasi tipo di X-VERSO, anche utopico, sempre cangiante, capace di immaginazione, mai descrivibile in termini precisi. Il NOSTROVERSO è fisico, mentale e corporeo insieme, oggi un misto di umano e digitale, fisicità, interiorità ed emoticon digitali. È un universo popolato da esseri umani, dotati di interiorità, di gesti, sentimenti, volti e sguardi, persone in carne e ossa, creative, capaci di pensare, di fare delle scelte e di agire.

Un NOSTROVERSO!

 

*NOSTROVERSO è un neologismo usato per la prima volta da Carlo Mazzucchelli e Nausica Manzi nel loro libro OLTREPASSARE – Intrecci di parole tra etica e tecnologiaCarlo Mazzucchelli ne ha poi fatto il tema centrale di un nuovo libro pubblicato nel 2023 da Delos Digital: NOSTROVERSO - Pratiche umaniste per resistere al Metaverso. Chi volesse usare il termine è pregato di citare il libro e il suo autore. 

 

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