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Restare a casa, e dopo?
Segnaliamo a chi ha ancora voglia di leggere di Coronavirus, un articolo pubblicato da Remo Bassetti sul suo Wrog dal titolo: Restare a casa? Da soli? E dopo?
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Rompere gli schemi, altro che normalità per il dopo!
Molti parlano e chiacchierano di coronavirus su piattaforme come Facebook. Lo fanno con frasi brevi che scaturiscono da pensieri rapidi, binari, non passati nel crivello della riflessione critica. Se si volesse comprendere la crisi nella quale l'intero mondo (quasi) è precipitato non servono però pensieri rapidi e neppure letture brevi. Per chi avesse voglia di rallentare, tano il tempo ce l'ha, e leggere potrebbe trarre numerose conoscenze da questo articolo, scritto da un giornalista spagnolo, tradotto da Pierluigi Sullo e pubblicato sul quotidiano il Manifesto. Suggeriamo la lettura a tutti coloro che amano le idee complottarde ma soprattutto a quanti, di questi tempi, sono alla ricerca di verità, informazione e approfondimento.
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Soli con noi stessi (dialogando con Paola Sandonà)
La fase di lockdown ha infatti costretto gli individui a sospendere la propria routine quotidiana trovandosi soli con se stessi. In tali momenti ci si trova a meditare sul proprio percorso di vita con il rischio di trovarsi smarriti. È così che nella ricerca di un metodo di evasione da una realtà in cui non ci si riconosce, gli individui tendono a rifugiarsi in una realtà differente.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Sottovalutate le ricadute psicologiche della pandemia (dialogando con Marco Florio)
Credo che la questione psichica sia sempre centrale. La crisi, in qualunque ambito intervenga, è sempre l’esito fatale di un processo che affonda le radici nel tempo. I disturbi che lei ha giustamente rilevato, in realtà erano presenti già prima in ampi strati della società e lo dimostrano gli episodi di cronaca e il fatto che l’utilizzo di psicofarmaci sia in continuo aumento. Questo avviene anche perché la psiche dell’uomo ha un suo tempo e il mondo contemporaneo, per lo meno quello occidentale, sembra avere a mano a mano ridotto lo spazio pensabile per questo tempo.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Stiamo vivendo una situazione-limite
Chiusi in casa molti hanno spento lo schermo del televisore per non farsi sommergere dalla tristezza che i freddi numeri dei rituali giornalieri sono in grado di generare. In tanti si sono rivolti al piccolo schermo del loro dispositivo mobile per sentirsi vivi attraverso relazioni, condivisioni, abbracci e chiacchiere virtuali. Altri, seppure con difficoltà, hanno ritrovato il piacere della lettura, riscoprendo libri già letti o seguendo i consigli di altri. Tutti hanno la possibilità di dedicare parte del tempo libero (forse meglio definirlo prigioniero) a disposizione per riflettere su sé stessi, sugli altri, sul mondo e sulla realtà.
Si trova in Blog / Religione e Tecnologia
Tutti hanno dovuto adattarsi (dialogo con Carlo Massarutto)
Questo virus ha attaccato le nostre quotidiane routine, azioni e relazioni, ha impedito la possibilità di dare estremi saluti ai propri cari, ha creato dei traumi che dovranno essere riparati, ha messo a dura prova alcune classi di lavoro, ha fatto rischiare la vita ad altri, ha erto eroi, ma che sono stati dimenticati in fretta.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Un futuro fatto di incertezza (intervista con Luca Morganti)
Per il futuro il problema principale è l’incertezza, motore cognitivo di quest’epoca improntata all’ansia: trovarsi nella situazione di non poter prevedere con esattezza i prossimi mesi e anni mette in una condizione sospesa e forzatamente limitata presente che, se da un lato può aiutare alcuni a godersi ciò che hanno, dall’altro lato può accentuare la crisi di coloro che sono abituati ad organizzare la propria vita al dettaglio con piani personali o lavorativi ben strutturati.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Un'emergenza immotivata
Il filosofo Giorgio Agamben in un articolo pubblicato su Il Manifesto evidenzia gli effetti che il panico emergente legato all'epidemia del Coronavirus sta producendo. Uno è riferibile a una crescente accettazione dello stato d'eccezione, percepito come giustificato e in nome del quale si accettano il richiamo alla sicurezza e insieme a esse misure che limitano gravemente la libertà
Si trova in Tecnobibliografia
UNA UTOPIA PER IL 2021: LA SALUTE
Da psicologo delineo come ambito per l’utopia LA SALUTE Dietro a questa scelta vi è un medesimo giudizio di valore: anche la salute è un bene comune da salvaguardare (e forse anche redistribuire); un bene collettivo che grava su ognuno. Grava non solo in termini di costi sul sistema sanitario (sostenuto da tutti) ma di costi umani. Non siamo monadi, viviamo in una rete (fatta di parenti, amici, conoscenti e sconosciuti), sulla quale la sofferenza impatta e nella quale si diffonde. La salute è un bonus che abbiamo in dotazione dall’inizio della nostra esistenza. La responsabilità di non dissiparlo è personale e collettiva. Un’utopia post Covid 2021 potrebbe essere quindi il redistribuirla equamente
Si trova in Blog / Recinti aperti
Virus emotivo. La pandemia e le nostre emozioni. Un libro di filosofia emozionale
Un testo di Maddalena Bisollo dedicato all'epidemia da Coronavirus. Temi di riflessione gli effetti su pensiero, emozioni e comportamenti di un virus che ha cambiato le vite di tutti ma anche il sentire e le emozioni delle perosne.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti