Secondo alcuni il Coronavirus è il prodotto umano di azioni scriteriate ai danni dell’ambiente, ma continuiamo a fare finta di nulla.
Non cambiamo stili di vita e comportamenti, non ci informiamo, leggiamo poco, non coltiviamo pensiero critico, conoscenza e azione politica.
Ci meravigliamo delle emergenze come se le crisi non appartenessero da sempre alla natura dell’universo che abitiamo.
Presa coscienza di viaggiare nello spazio dentro una sfera diamo tutto per scontato.
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Un errore monumentale, di un atteggiamento mentale di adulti che hanno perso l’abitudine di porsi domande profonde. Sulla realtà, sul mondo, su sé stessi, sulle crisi in essere.
Riversiamo l'attenzione su novità e innovazioni tecnologiche.
Ci dimentichiamo della natura, del clima, delle foreste, dei mari, delle loro regole e interdipendenze. Non siamo al centro dell’universo, solo una parte di esso.
Percepiamo l’ambiente come separato e da sfruttare, ci meravigliamo di epidemie e crisi varie.
Non abbiamo percezione reale della deforestazione e desertificazione, dei cambiamenti climatici, dei vari spillover in atto e delle migrazioni delle specie, molte delle quali causate dal nostro intervento sulla natura che spinge molte specie animali selvatiche a insediarsi sempre più vicino a noi.
Bisognerebbe lavorare sulla percezione per trasformarla, lasciarsi stupire e turbare, coscienti delle interdipendenze che governano la realtà.