Tecnosorvegliati

01 Gennaio 2015 Redazione SoloTablet
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Il libro 80 PROFILI DIGITALI di Carlo Mazzucchelli è pubblicato nella collana Tecnovisions di Delos Digital

Tecnosorvegliati 

Tecnosorvegliati lo siamo tutti, anche se spesso non lo sappiamo o ce ne dimentichiamo. Lo siamo da video-telecamere pervasive e onnipresenti in ogni angolo della strada o interno di un supermercato. Lo siamo oggi attraverso nuove tecnologie di chip di identificazione a radiofrequenza (RFID) finalizzati a decrittare i processi decisionali delle persone (se utilizzati all’interno di contesti commerciali quali supermercati e ipermercati) ma anche a controllarne e a monitorarne spostamenti, atteggiamenti e comportamenti. Domani, per citare il filosofo e urbanista Paul Virilio, potremmo esserlo ancora più facilmente come automi-cyborg fotosensibili, grazie a chip d'identificazione a radiofrequenza di nuova generazione impiantati nel nostro cervello (il primo a sperimentare l’impianto di un chip sul proprio corpo fu lo scienziato Kevin Warwick durante il suo esperimento noto con il nome di Captain Cyborg) o in altre parti del corpo così come già avviene ad esempio in alcune discoteche di Amsterdam e Barcellona per facilitare l’ingresso veloce ai clienti VIP.

Gli utilizzi di queste tecnologie sono già molteplici e interessano ambiti di applicazione molto diversi. In Gran Bretagna ad esempio, chip e software a essi collegati sono già oggi utilizzati all’interno di scatole nere, collegate a sistemi di geo-sorveglianza satellitare GPS, installate sulle auto di conducenti che posseggono la patente da meno di tre anni.  L’installazione è richiesta dalle assicurazioni allo scopo di monitorare e controllare, in tempo reale, i percorsi stradali di questi conducenti, ma anche per rilevare la velocità del loro veicolo, la durata di guida e gli itinerari scelti. Un’applicazione scientifica innovativa che, usata per altri scopi, potrebbe essere di grande utilità a tutti i conducenti (essere trovati i caso di guasto sperduti nelle 'high hills' scozzesi o in un deserto) in questo caso diventa invece un possibile sistema di controllo che trasforma il conducente meno esperto in una specie di detenuto con transponder applicato al corpo.

Le nuove tecnologie hanno trasformato tutti gli essere umani (gli animali lo sono da tempo con le loro targhettione elettroniche) in oggetti sempre rintracciabili e reperibili. I dispositivi mobili di cui tutti sono dotati sono diventati strumenti potenti di geo-localizzazione e di monitoraggio dei movimenti e delle attività individuali trasformando tutti in destinatari passivi di azioni e iniziative promozionali finalizzate al marketing e alla vendita di prodotti al consumo. In attesa che le nuove frontiere della scienza ci costruiscano addosso camicie e vestiti elettronici maggiormente invisibili e sofisticati ma tecnologiamente potenti, il telefonino è diventato già oggi una specie di bussola cellulare pronta a reagire a qualsiasi telecomando marketing o ideologico (campagne Tim e Vodafone ma anche uso degli SMS in campagna elettorale). Da strumento espressivo e di comunicazione il telefono cellulare è diventato il veicolo principale per farci ‘imprimere’ (troppo tardi per avere una vita privata?) da ologrammi e messaggi mediatici che accelerano in modo esagerato la comunicazione in tempo reale per obbligarci al qui e subito della realtà tecno-scientifica in cui viviamo.

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Secondo i tecnofili, amanti di tutte le novità tecnologiche, i tecnosorvegliati non dovrebbero guardare al bicchiere mezzo vuoto ma focalizzarsi su quello mezzo pieno. Le tecnologie di sorveglianza tecnologica trovano utilizzi in positivo e in importanti ambiti diversi, dalle banche, agli ospedali e alle istituzioni pubbliche. Molte di queste tecnologie potranno essere usate per sorvegliarci ma semplificheranno e renderanno più facile la nostra vita di consumatori e di cittadini. I codici a barre dei prodotti sono ad esempio destinati a scomparire per essere sostituiti da tecnologie MEMS, WiFi, RFID. In ambito medico le tecnologie RFID, impiantate direttamente nella corteccia cerebrale del paziente, sono già oggi oggetto di sperimentazioni per i malati di Parkinson, di epilessia o colpiti da paralisi. Una sperimentazione dai risvolti angoscianti per tecnosorvegliati che ne paventano un utilizzo allargato a scopo di sorveglianza e controllo, ma che permetterà ai medici e agli scienziati di memorizzare su un computer i segnali neuronali del  paziente in cura e di mandare stimoli neuronaliali al cervello nel tentativo di attivare nuovi sistemi di monitoraggio e supporto denominati come telediagnostica e telecaring.

Tecnosorvegliati potrebbero essere nel prossimo futuro tutti i pazienti. Transponder (braccialetti) o chip tecnologici, incapsulati in membrane apposite e iniettate sotto forma di capsule nelle parti grasse del corpo umano, renderanno possibile monitorare in tempo reale il percorso diagnostico e terapeutico di un paziente generico.  Il contenuto informativo raccolto (storia medica del paziente, situazione clinica, livello di temperatura corporea ecc.) potrà essere comunicato alle strutture mediche di accoglienza in caso di urgenze o ricoveri.

Grazie ai nuovi sistemi tecnologici di sorvaglianza (Wi-Fi RFID, UWB-Ultra Wideband, GPS, passive RFID, Choke-Point ecc.) merci e prodotti, ma anche individui e comunità, diventano maggiormente visibili (ma dove vai se il Tom Tom e l’iPhone non ce l’hai?) e in grado di fornire al mondo esterno informazioni di auto-identificazione che faciliteranno  la comunicazione, lo scambio, le transazioni e le relazioni. La visibilità in questione assume un’importanza particolare per le aziende intenzionate a monitorare innanzitutto i loro asset materiali, le postazioni e le collocazioni geografiche di questi asset e il loro stato ( attraverso il ricorso a sensori e sistemi di telemetria).

A preoccupare i tecnosorvegliati saranno tecnologie come il Choke-Point. Applicata a un consumatore permetterà di identificare immediatamente il passaggio di un cliente ‘taggato’ (dotato di transponder)  attraverso un lettore apposito posto in un’area di accesso/porta e di raccogliere su di lui informazioni e conoscenze utilizzabili per scatenare nuovi eventi, segnalazioni di allerta e allarme, volti a modificare o a incidere sui suoi comportamenti, le sue interazioni con l’ambiente e i suoi processi decisionali.

Le preoccupazioni e le paure possono però trovare risposte concrete in utilizzi capaci di semplificare la vita di chi offre un servizio e di che ne usufruisce. La rintracciabilità delle persone grazie alla visibilità garantita dall’utilizzo congiunto di tecnologie RFID e tecnologie wireless, permette oggi al mercato dell’ospitalità, hotel ma anche bagni marittimi e parchi di divertimento alla ‘gardaland’, di rendere più efficienti i loro processi operativi e organizzativi e di offrire numerosi servizi ai loro clienti aumentando la loro soddisfazione.. Parliamo di servizi di salvaguardia della sicurezza delle persone, di servizi context-based e di monitoraggio degli asset materiali delle persone in viaggio. Nel primo caso attraverso il monitoraggio dell’ambiente è possibile ritrovare dei bambini che si sono persi nella folla e riconsegnarli senza conseguenze ai loro parenti, nel secondo caso fornire servizi diversi e di qualità, in base a dove un cliente si trova fisicamente, nel terzo caso monitorare e rendere sicure apparecchiature elettroniche quali personal computer, palmtop o cellulari in dotazione del professionista o manager in viaggio.

Nel retail, con l’obiettivo di favorire esperienze all’acquisto sempre più attraenti e ridurre i costi operativi, le nuove tecnologie vengono utilizzate per analizzare i movimenti, i comportamenti e le scelte di prodotto dagli scaffali del supermercato e  per modificare successivamente, sulla base delle informazioni raccolte, il layout e la disposizione dei punti vendita. Ma anche per comunicare, ai clienti acquisiti e a quelli potenziali, informazioni utili a indirizzare non soltanto i loro movimenti verso determinati spazi commerciali ma anche a condizionare le loro motivazioni all’acquisto e le loro decisioni finali. Infine dotando di chip RFID i molti prodotti costosi in vendita la grande distribuzione ha iniziato a vincere alcune battaglie importanti nella guerra ai ladri professionisti e a quelli, forse più numerosi, occasionali.

Applicazioni di monitoraggio degli accessi e di localizzazione di risorse vengono oggi utilizzate anche all’interno di scuole e università, dalla polizia e in ambiti militari. Gli ambiti di applicazione sono infiniti, come dimostrato dall'uso di tecnologie RFID nel mercato della moda con l'obiettivo di proteggere capi di abbigliamento costosi in mostra nelle vetrine di negozi o sfilate. Una sperimentazione tenutasi a New York durante un convegno ha visto esposti capi di vestiario dotati di chip capaci di migliorare la gestione dell’inventario e prevenire la scomparsa/perdita/furto del prodotto. Una soluzione tecnologica dai benefici concreti e dai numerosi vantaggi, sia per i produttori che per gli operatori della moda. Una soluzione che può incidere sulla privacy delle persone e sulle loro libertà di movimento personali e che ha motivato la protesta di un folto gruppo di manifestanti (collegati alle iniziative dell’esperta di consumi Albrecht Katherine e al suo lavoro sui Spy Chips) che hanno manifestato di fronte alla sede del convegno per sottolineare l’avversità ad un mondo composto da elementi, anche umani, sempre più geolocalizzabili e come tali maggiormente controllabili, raggiungibili e manipolabili. Con autoironia i manifestanti hanno suggerito ai convegnisti di proporre l’adozione di tecnologie RFID anche per i pavimenti, le porte e le tegole dei tetti per assicurare così ad aziende e governi un controllo completo sulle persone. Mostrando scarso senso dell’umorismo il manager di un’azienda ha raccontato invece come funzionino i meccanismi RFID già attivati all’interno degli spazi commerciali del marchio da lui rappresentato. Questi meccanismi, associati a banche dati in grado di fornire informazioni utili a conoscere il profilo del cliente, non violerebbero alcuna privacy o libertà personale perché vengono disattivati appena il consumatore abbandona il negozio. Approccio interessante che permette all’azienda in questione di riattivare e risvegliare il chip o RFID in questione ogni qualvolta ne sentisse la necessità, ma anche senza che il cliente interessato ne possa venire a conoscenza diretta.

Tecnosorvegliati si sentono artisti come Gordan Savicic4 che, nel tratteggiare la vita di ogni giorno (The pain of everyday life) illustra molto bene i vagabondaggi a cui siamo obbligati in panorami cittadini postmoderni, labirintici e immateriali. Il protagonista delle opere di Savicic è lui stesso, un flâneur che si muove in città cibernetiche completamente sorvegliate e capaci di far percepire fisicamente il dolore che ne deriva a chi è sorvegliato. A causare la sofferenza è un busto tecnologico che reagisce ai segnali elettromagnetici dei sistemi di video-sorveglianza stringendosi intorno al torace fino a provocare dolore vero. L'opera dell'artista si basa sulla cattura di queste onde magnetiche e la loro visualizzazione su mappe apposite costruite per evidenziare le aree di maggiore concentrazione di sistemi di sorveglianza e relative onde elettromagnetiche e per mostrarne gli effetti sul corpo dell'artista. L'individuo, i suoi movimenti cittadini e le tracce che lascia si dissolvono nelle numerose macchine che lo monitorano e controllano. Ciò che rimane è l'effetto fisico del dolore, metafora potente della violenza che la tecnologia, con la sua pretesa al dominio, è capace di esercitare nell'era digitale e molto tecnologica che viviamo. Proseguendo nella metafora, alcuni tecnosorvegliati reagiranno togliendosi il busto che produce dolore ma la maggioranza di essi non lo faranno, trovando nel loro dolore un godimento perverso e sadico determinato dall'essersi abbandonati al potere della tecnologia e del suo controllo.

Tecnosorvegliati si sono sentiti anche i malavitosi romani recentemente incarcerati a Roma nell'onchiesta Mafia Capitolina. Il loro leader Carminati sapendo di essere nel mirino non organizzava mai un incontro in uno stesso luogo, parlava di affari prevalentemente all'aperto, cambiava scheda telefonica ogni due settimana e aveva dotato gli spazi da lui abitati con strumenti tecnologici utili a creare distorsioni e disturbi a eventuali apparecchiature di ascolto. Tutte precauzioni inutili visro che i tecnosorveglianti sono comunque riusciti a raccogliere prove sufficienti per procedere all'arresto. Carminati stesso ammetteva che "Questa volta non la scampo!".

La realtà tecnologicamente sorvegliata è qui per restare e sarà oggetto di dibattiti e contrapposizioni future tra tecnosorvegliati contenti di esserlo e tecnosorvagliati preoccupati della pervasività, invadenza e capacità di controllo esercitati dalle nuove tecnologie (non solo RFID ma anche Wi-Fi, Bluetooth, smart cards, strumenti biometrici, telefonia cellulare e Internet). Le persone attente all’etica ci aiuteranno a interrogarci sui possibili utilizzi fraudolenti della tecnologia e lesivi della privacy. Gli economisti, i politici e gli esperti ci spiegheranno la sua utilità economica, sociale e pragmatica chiedendoci di rinunciare volentieri a una porzione della nostra libertà in cambio di benefici oggettivi, molteplici e tangibili. Tutti siamo chiamati a una riflessione critica su quanto sorvegliata sia diventata la nostra vita di tutti i giorni e sugli effetti delle tecnologie di video-sorvaglianza sulla nostra libertà, democrazia, privacy, intimità, capacità decisionale, relazioni e comportamenti.

Da tecnosorvegliati globali siamo come il pesce che da sempre immerso nell'acqua ha difficoltà a riconoscere l'ambiente circostante. I tecnosorvagliati sono così immersi nella tecnologia, così rivestiti di componenti tecnologici e così impegnati cognitivamente da essere diventati incapaci di percepire la realtà tecnologica che li circonda. Una conseguenza diretta è la loro crescente inconsapevolezza delle conseguenze che le nuove tecnologie di sorveglianza hanno sulle loro vite, sentimenti e relazioni, sul loro modo di pensare, sulla loro libertà, sulla democrazia e sulla società.

 

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