80 Identikit digitali

01 Gennaio 2015 Redazione SoloTablet
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Il libro 80 PROFILI DIGITALI di Carlo Mazzucchelli è pubblicato nella collana Tecnovisions di Delos Digital

Tecnoartisti 

Spesso collegati alla pratica della musica tecno, nelle sue molteplici espressioni stilistiche e melodiche, i tecnoartisti sono artisti, pittori, creativi, tecnici di computer, professionisti di Photoshop e Illustrator, pubblicitari, architetti, scenogtrafi e attori che utilizzano le nuove tecnologie e le sperimentano con formule inedite nella produzione delle loro opere. La componente tecnologica serve spesso per creare nuovi contesti e per dare forma a strumenti tecnologici capaci di rendere accessibili le tecnologie legate ad ogni opera, permettendone forme diverse di espressione artistica, di installazione museale, di scenografie teatrali e installazioni varie. 

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La tecnica (techne) è da sempre collegata all'arte e all'espressione artistica. Lo è come strumento e conoscenza, per la sua funzione ma anche per la sua capacità manipolatoria della realtà e la sua caratteristica, anche etimologica, di poiesis (dall'etimo poiein, fare, plasmare). La techne, per usare la terminologia di Galimberti, ha da sempre accompagnato e plasmato la produzione artistica. Oggi le nuove tecnologie sono diventate così influenti sulla produzione artistica da averne caratterizzato quasi tutte le espressioni di avanguardia e di novità che si sono manifestate nel secolo 900 e in quello corrente. La storia dell'arte è piena d'interferenze tra tecnologie e forme artistiche che hanno influenzato la pittura, la fotografia, l'architettura, la poesia, l'arte del suono, il teatro, la televisione, ecc. Se non direttamente influenzate dalle tecnologie emergenti, molte forme espressive e artistiche di avanguardia sono nate in concomitanza con l'affermarsi di nuove tecnologie e/o per reazione agli eventi da esse determinate. E' in questo senso che possono essere compresi tecnoartisti che hanno usato la fotografia per trasformare la pittura, le tecnologie audio per sperimentare nuove forme di espressione poetica, artistica e musicale, nuove macchine scenografiche, tecnologie hardware e software per innovare lo spettacolo e il discorso teatrale, televisivo e cinematografico. 

L'avvento delle nuove tecnologie, la loro rapida evoluzione e pervasività sociale hanno trasformato il mondo artistico in realtà sperimentale, caratterizzata da avanguardie che hanno trasformato forme d'arte tradizionali applicandovi le loro visioni, conoscenze tecnologiche e percezioni sensoriali prodotte dalla interazione artista-mondo mediata da macchine, computer, algoritmi e tecnologie. Le sperimentazioni e la ricerca estetica hanno prodotto nuove mode artistiche, nuove correnti e forme espressive, ma soprattutto hanno generato ibridazioni e mescolamenti strani che hanno mutato le forme artistiche tradizionali portando a nuove produzioni e pratiche artistiche e creative, ricche di contaminazioni e innovazioni. 

I tecnoartisti sono stati influenzati dalle nuove tecnologie visuali elettroniche che hanno trasformato radicalmente le caratteristiche tipiche dell'opera d'arte. Queste tecnologie hanno permesso di rendere maggiormente fruibili le produzioni artistiche all'interno di contesti espositivi non tradizionali come mostre e musei e di inserirle in pratiche sociali tipiche della vita quotidiana. Ne sono espressione le pubblicità, i videoclip, gli ipertesti di Internet e le pagine web con il loro design e la loro componente grafica e visuale. 

Si possono considerare tecnoartisti personaggi come Bill Viola, Vik Muniz, Armin Linke, Richard Symons (sculture in resina e cavi metallici), Stelarc (uso di tecnologie per dare forma al corpo bionico), Mark Papier e numerosi artisti che nella loro opera hanno scelto la via digitale. Sono artisti che hanno integrato arte, fotografia, pittura e architettura con computer, macchine meccaniche ed elettroniche, robot, automatismi vari, applicazioni software e altre macchine tecnologiche. Le opere dei tecnoartisti sono spesso organizzate ed esposte in spazi tecnologicamente predisposti in modo da rendere possibili nuove esperienze al visitatore e curioso che li visita. Un esempio di questo tipo di esibizione è la Fiera dell'arte Kinetica (presenta opere provenienti da 25 gallerie d'arte diverse), che si tiene a Londra. Le apparecchiature solitamente disponibili in fiere tecnoartistiche sono schermi giganti, soluzioni di realtà aumentata, reti locali in fibra ottica, installazioni video e cinematografiche, stampanti 3D. La tecnologia diventa il medium per l'esperienza artistica ma è spesso anche il soggetto di molte creazioni tecnoartistiche. Opere d'arte e installazioni hanno la finalità di provocare, con strumenazioni visuali e audio, i visitatori mentalmente ed emotivamente ma anche di stimolare nuove conversazioni e dibattiti. 

Con la tecnologia cambiano anche i contesti e i palcoscenici nei quali il tecnoartista si trova a operare. Dalle mostre alle gallerie d'arte si passa agli spazi aperti, agli hangar o alle strade di una metropoli. Le opere dei tecnoartisti si collocano in questi spazi pubblici con nuovi significati semantici e espressivi (comunicativi) contendendoli a strumenti di comunicazione e espressione diversa come i cartello pubblicitari, i mega schermi, i video, i totem digitali, ecc. Gli uni e gli altri hanno carateristiche tecnologiche, entrambi cercano di catturare l'attenzione dei passanti o visitatori con l'obiettivo di farsi spazio con nuovi codici e linguaggi nel loro surplus cognitivo. L'epressione artistica dei tecnoartisti in questi spazi pubblici varia dall'uso di led luminosi per trasformare artisticamente statue e palazzi, da scritte e immagini luminose che sono proiettate su contesti urbani per modificarli, dall'uso di strumenti capaci di visualizzare elementi di realtà aumentata e di trasformare la realtà attuale (fattuale) in realtà virtuale abitata. A queste espressioni tipicamente tecnologiche si aggiungono quelle tradizionali dei cosiddetti graffittari alla Bansky che lavorano sull'esistente, anche tecnologico, degli spazi urbani, per sviluppare un loro pensiero critico rivolto alla società, alla politica e alle persone. 

Molte produzioni dei tecnoartisti sono ostacolate e vietate socialmente perchè portatrici di messaggi percepiti come rivoluzionari e destabilizzanti. Le loro opere vengono cancellate o distrutte e mediaticamente demolite. Fortunatamente esistono spazi e iniziative come Eyebeam (un incubatore d'arte con sede in USA) che forniscono spazi artistici e tecnologici in cui metttere a disposizione strumenti digitali e tecnologici all'avanguardia per sperimentazioni e progetti di ricerca. Negli spazi di Eyebeam artisti e tecnologi possono collaborare attivamente, produrre nuova cultura e dare forma a nuove produzioni artistiche.     

I tecnoartisti più numerosi sono noti come artisti digitali. Sono solitamente artisti che hanno sviluppato percorsi creativi, virtuali e immaginativi facendo ricorso a tecniche espressive, tecnologie e processi di produzione computerizzati. Sono artisti che si cimentano su nuove strade dando forme diverse dal passato e significati a emozioni e pulsioni vitali. Lo fanno mescolando e integrando tecniche pittoriche e di disegno tradizionali, geometrie e spazi, strumenti e colori, con forme e strumenti espressivi diversi come la fotografia, la computer graphic, la produzione audio e video. Tra i molti tecnoartisti digitali segaliamo Alberto Seveso (un maestro dell'arte con strumenti come Photoshop che ha creato campagne di comunicazione memorabili per marche come Sony, Bacardi, Nikon, ecc.), Anton Semenov (famoso per le sue opere in bianco e nero), JR Schmidt, Steve Fraschini, Andrea Mancuso, Chris LaBrooy. Tra i citati su Wikipedia ci sono anche Stefano Cagol, Mario Canali, Chiara Passa, Pietro Grossim Enore Zaffirim Giuseppe La Spada, Sergio Maltagliati e Caterian Davinio.

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