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In Italia solo 1 azienda su 4 dispone di un piano IA

In Italia solo 1 azienda su 4 dispone di un piano IA

06 Giugno 2024 Gian Carlo Lanzetti
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Gian Carlo Lanzetti
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In Italia solo 1 azienda su 4 dispone di un piano IA definito e allineato al Piano Strategico Aziendale. Lo sostiene una rapporto di Minsait (brand internazionale di Idra, una delle grandi multinazionali in ambito Digital Trasformation) e Università LUISS Guido Carli su 500 aziende campionate. Rilevata una limitata maturità delle aziende italiane in termini di infrastruttura tecnologica. Le cinque chiavi per avere successo.

Tutte le aziende, di qualsiasi dimensione e settore, possono trovare nell'IA un alleato per crescere in competitività ed eccellenza operativa. La sua integrazione su scala nei processi e nei modelli di business, con sviluppi interni o soluzioni di terze parti, rappresenta una vera e propria rivoluzione tecnologica in grado di far evolvere prodotti e servizi, trasformare i processi e migliorare il processo decisionale. L'Intelligenza Artificiale ha già  dimostrato la sua idoneità a favorire l'interazione con clienti e dipendenti e a rafforzare le attività di ricerca o di ingegneria.

La rivoluzione è già in atto ma, come dimostra questo  rapporto, le aziende italiane e internazionali hanno ancora molta strada da fare per realizzarne appieno il potenziale. In Italia , puntualizza Alberto Bazzi, Head of Offering & Operations di Minsait in Italia, solo 1 azienda su 4 dispone di un piano di Intelligenza Artificiale definito e allineato al Piano Strategico Aziendale e in molti casi mancano conoscenze e una solida base tecnologica a supporto.

Delle 500 aziende italiane consultate, quelle con il più alto livello di maturità nell'implementazione dell'IA si distinguono per cinque aspetti:

  1. Hanno integrato l’Intelligenza Artificiale nei propri piani strategici e definito una roadmap di implementazione. Questi due aspetti - integrazione strategica e roadmap - richiedono una visione chiara, con una prospettiva aziendale, di come l'Intelligenza Artificiale impatta sul business e quali opportunità vogliono cogliere per ottimizzare le risorse investite. 
  1. Stanno adattando il loro modello operativo per integrare i nuovi aspetti dell'IA nella gestione quotidiana dell'organizzazione, promuovendo un cambiamento culturale per aumentare la consapevolezza dell'opportunità, dell'impatto e della responsabilità che comporta. 
  1. Stanno affrontando la carenza di professionisti e le complessità tecniche, progettando piani per la formazione e l'attrazione di talenti specializzati nell'Intelligenza Artificiale. 
  1. Hanno un approccio cross-settoriale; un atteggiamento attivo di apprendimento nei confronti di altri settori e persino di altre aree geografiche come fonti di ispirazione per garantire un’adozione efficace dell'IA. 
  1. Hanno l’IA come priorità organizzativa, in quanto il successo di un'adozione agile ed efficace dipende direttamente dalla sua promozione come iniziativa prioritaria, con un'attenzione organizzativa e l'impiego di risorse specifiche. 

Il 35% investe già nelle infrastrutture tecnologiche

“Tutto questo richiede, commenta Bazzi,, un investimento sull’infrastruttura tecnologica adeguata in base alla potenza di elaborazione richiesta. Tuttavia, abbiamo trovato una limitata maturità delle aziende italiane in termini di infrastruttura tecnologica: solo il 35% hanno cominciato a investire in questo ambito, che è alla base dello sviluppo dell’IA in azienda. E’ però utile sapere che l'IA sta definendo un nuovo tipo di organizzazioni più agili e più adattabili al cambiamento per cogliere il loro valore potenziale, condizioni indispensabili per progredire e garantire il loro successo. Per questi e anche altri motivi si ritiene necessario accelerare l’adozione dell’IA nelle aziende italiane imparando dalle realtà più avanti e con il supporto di partner specializzati. E sempre con un approccio duplice e complementare, combinando l’applicazione ai casi d’uso di impatto tangibile con un governo dell’IA in grado di garantire la gestione del cambiamento su solide basi operative e un uso tecnologico responsabile”.

 

 

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