A livello mondo sono circa 12.200, incluso il 25% delle prime 2000 aziende globali. La società leader nelle applicazioni di vulnerability management (oggi però le applicazioni disponibili a catalogo sono salite a ben a 19) è in Italia da quasi quattro anni e in questo periodo ha avuto una crescita abbastanza simile a quella della casa madre. Questa ha chiuso il primo trimestre dell’anno in corso con un fatturato di 75,3 milioni, di dollari, in incremento del 16% rispetto al primo quarter 2018, e prevede di chiudere l’esercizio con un volume di vendite compreso tra 320,5 e 323 milioni di dollari, che rappresenta uno sviluppo del 15-16% anno su anno. I dipendenti sono circa 1600. I conti sono positivi: nel primo trimestre l’utile non Gaap è stato di 20,3 milioni versus i 15 milioni dei primi tre mesi 2018. “L’Italia – ci ha raccontato Emilio Turani, Managing Director Italia, Iberia, Central Eastern Europe e Turchia (un aggregato di 22 Paesi) – è oggi un Paese strategico per Qualys che ha dalla sua un modello di sviluppo nativamente basato sul cloud, quindi ha saputo anticipare i tempi e precostituirsi una posizione di forza sul mercato. Una posizione in cui la security rappresenta parte integrante del processo, ovvero come ama dire Turani è built in. “Si tratta di un obiettivo che stiamo perseguendo in tutti modi nel medio termine mentre nel breve il consolidamento di più soluzioni costituisce l’obiettivo numero uno. Ogni anno gestiamo oggi tre trilioni di data point mentre alcuni anni fa eravamo a soli600 milioni. Abbiamo 7 data center tradizionali, di cui due in Europa (Ginevra e Amsterdam) più 80 private cloud, cinque dei quali nel nostro Paese. La nostra strategia è di crescere in modo sostenibile con i nostri clienti, preferendo questo atteggiamento a quello di impegnarsi in un megaprogetto. Siamo anomali anche da un altro punto di vista: quello del proof f concept, ovvero siamo pronti a dare le nostre soluzioni in prova anche per alcuni mesi tanto siamo sicuri della innovazione che ci contraddistingue”.
Qualys, in occasione dell’incontro con il top management, ha anche reso disponibile la Patch Management (PM), una nuova cloud App dotata di funzionalità per distribuire in modalità automatica le patch, consentendo ai clienti di eseguire l'orchestrazione trasparente della gestione delle vulnerabilità per l'intero ciclo di vita dei sistemi operativi e dei software presenti in ambienti ibridi globali.
Grazie alla PM App, la Qualys Cloud Platform consolida l’assessment delle vulnerabilità, la definizione delle priorità delle minacce e le attività di remediation, consentendo ai team IT e di sicurezza di gestire centralmente l'eliminazione delle vulnerabilità su sistemi operativi Windows, macOS e Linux oltre che su più di 300 applicazioni di terze parti. Gli utenti saranno in grado di affrontare rapidamente vulnerabilità e falle di sicurezza note senza consultare le indicazioni suggerite dai vendor, di distribuire le patch alle risorse locali, negli endpoint o nel cloud e di verificare l'esito della remediation direttamente da un’unica console.
La gestione delle patch – precisa una nota, è un'attività laboriosa ma cruciale che molte organizzazioni faticano a svolgere in maniera efficace con la velocità e la portata richieste negli ambienti moderni. Qualys ha creato una piattaforma straordinaria con cui le organizzazioni possono automatizzare l'intero ciclo di vita di gestione delle vulnerabilità che comprende l'individuazione, la classificazione e l'eliminazione su scala globale.