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Il tablet tagliente: Marco 16 anni, che cosa gli è successo? Il padre racconta.

Il tablet tagliente: Marco 16 anni, che cosa gli è successo? Il padre racconta.

26 Agosto 2015 Psicologia e Tecnologia
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Matteo, imprenditore della Brianza, impegnato politicamente, padre di Marco, ragazzo di 16 anni, mi chiama angosciato. Durante l'incontro mi racconta che la mattina precedente Marco non aveva voluto andare a scuola. Aveva insistito ma senza alcun risultato. Marco, rannicchiato su se stesso, coperto fino agli occhi con il lenzuolo, non accennava a rispondergli a nessuna domanda.

Con grande pazienza Matteo si era messo ad aspettare seduto in fondo al letto, capiva che era successo qualcosa di grave, era impossibile dialogare con il figlio in quel momento. Dopo una buona mezz’oretta, Marco si muove con movimenti bruschi e inizia a singhiozzare disperato. Matteo scorge delle ferite sul braccio semicoperto di Marco.

Cosa è successo al tuo braccio?

Dapprima Marco lo nasconde poi si arrende e il padre, seguendo i tagli, scopre a poco a poco un'amara verità.

Tutti mi odiano - Everybody hates me - Sono una merda.

Marco aveva operato sul suo braccio delle incisioni profonde facendone comparire delle frasi inequivocabili, rosse, ed in certi punti ancora leggermente sanguinolente.

Ora era venuto a chiedere aiuto per suo figlio che non voleva assolutamente considerare la possibilità di parlare dell'accaduto con un esperta. Matteo si sentiva impotente, rabbioso e addolorato al tempo stesso, aveva paura di sbagliare: mi trovavo difronte al temutissimo fenomeno del cyberbullismo.

Marco, primo della classe, benvoluto dai professori, timido e riservato, aveva ingoiato per due anni, insulti e denigrazioni da parte di alcuni compagni che lo assillavano nei bagni della scuola, ma soprattutto in Facebook, condividendo e inviando immagini, frasi ed epiteti pesanti.

Tutto era pubblicato e indiscutibilmente vero!

Marco aveva mostrato al papà, con riluttanza naturalmente , le frasi taglienti.

Non aveva più avuto la forza di portare dentro di sé, da solo questo segreto ed alcuni giorni precedenti aveva deciso di tagliarsi, di sfogare in qualche modo la sua rabbia impotente.

LE DINAMICHE DELL’ADOLESCENZA

Come per nascere il bambino ha bisogno di un utero materno e per crescere ha bisogno di holding, di un contenitore materno, così il Sé dell’adolescente ancora parzialmente differenziato, per svilupparsi come adulto ha bisogno di un altro grembo, il gruppo dei pari, che è il contenitore materno dell’adolescente, perché è qui che deposita la parte indifferenziata del suo sé.

INIZIAZIONE: l’adolescente ripercorre la sua origine ontologica rinascendo.

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La costituzione del gruppo diviene una nuova nascita/famiglia che può avere differenti caratteristiche, non solo nel bullismo ma anche nella solidarietà:

  • prendersi cura dell’altro nel bisogno
  • mente di gruppo nella creatività
  • bisogno di riconoscimento narcisistico.

Non basta più esser riconosciuti capaci e belli dai genitori, perché il corpo è cambiato, non è più importante che piaccia ai genitori, ma deve piacere ai compagni perché c’è l’imperativo dell’esogamia.

BULLISMO : L’ADOLESCENTE CONDANNA ALCUNE PARTI DI SÉ E LE PROIETTA SUGLI ALTRI

Chi diventa oggetto di bullismo è sempre una persona che, per qualche aspetto è diversa, per le caratteristiche del proprio corpo e diversa per carenze relazionali e sociali: basti pensare all’epiteto “figo” vs “sfigato”.

Ne deriva che il gruppo, per autoconfermarsi e identificarsi in caratteristiche qualitativamente forti, aggredisce e minaccia chi si differenzia da esse per aspetto fisico e debolezza di carattere, parti temute dagli stessi aggressori che proiettano sugli significativamente “deboli” altri.

Il bullismo diventa il comune denominatore di una serie di azioni, ripetute nello spazio e nel tempo, aventi lo scopo di creare un dominio psicologico dei più forti nei confronti dei più deboli e che può trasformarsi in un vero e proprio fenomeno persecutorio e causare danni gravissimi.

DOMINI ONTOLOGICI

Citando Heidegger : “se il problema dell’essere stesso deve venire chiaro in quanto alla propria storia, bisogna che una tradizione sclerotizzata sia resa nuovamente fluida e che i veli da essa accumulati siano rimossi.

Questo compito è da noi inteso come la distruzione del contenuto tradizionale dell’ontologia antica, distruzione da compiersi seguendo il filo conduttore del problema dell’essere, fino a risalire alle esperienze originarie in cui furono raggiunte quelle prime determinazioni dell’essere che fecero successivamente da guida.

Questa dimostrazione dell’origine dei concetti ontologici fondamentali, come esibizione dei loro «certificati di nascita», non ha niente in comune con una riprovevole relativizzazione dei punti di vista ontologici". (M. Heidegger, Essere e tempo, a cura di F. Volpi, Longanesi Milano, 2005, p. 36)

IL NUOVO CERTIFICATO DI NASCITA DELL’ADOLESCENTE: CHI LO RILASCIA?

L’adolescente, come il nostro Marco, è chiamato a vivere situazioni di iniziazione, confronto e di potenziamento al fine di raggiungere il suo nuovo certificato di nascita che, nel più alto sviluppo ontologico di adultità, è rilasciato dal " se stesso uomo", in quanto si autorizza ad essere ciò che è, accettandosi e impegnandosi a sviluppare il progetto di vita nei migliore dei modi.

Come si può raggiungere questo risultato?
Nella mia concezione la cura assume carattere di potenziamento, in quanto ritengo che ogni individuo dia in grado di svilupparsi al meglio anche se presenta dei blocchi.

In quest'ottica, Marco e il papà hanno partecipato agli incontri di potenziamento che hanno permesso loro di risolvere i problemi che si erano creati. Marco è stato molto bravo perché è riuscito a superare il " SEGRETO" : Non posso dire ciò che mi sta succedendo". Questo pensiero è tipico in adolescenza, in quanto ogni ragazzo si sforza di superare gli ostacoli da solo e non vuole l intervento del adulto.

Il segreto è un modo di appartenere al gruppo anche se quest'ultimo sa che sta abusando di uno dei suoi partecipanti.

"È il segreto che mi fa far parte del gruppo!"

Nel bullismo, il prendersi cura dell’altro assume una forma di dominanza e mantiene l'altro in uno stato di inferiorità e di contrapposizione al gruppo in quanto non adeguato. Ciò induce il malcapitato a trasformarsi "per forza" e a riflettere sul suo stato, magari ancora infantile o troppo in sintonia con le richieste del gruppo degli adulti ( primo della classe, per esempio).

STRATEGIE DI INTERVENTO E POTENZIAMENTO

Marco ha poi voluto frequentare Il percorso di potenziamento e, grazie anche alla somministrazione di test e questionari scientificamente validati, ho potuto aiutarlo a trasformare i blocchi e i sintomi che si erano sviluppati per la paura e l' ansia che aveva vissuto per tanto tempo in risorse importanti per la sua crescita.

Tutti possiedono RISORSE per migliorare e sciogliere i blocchi

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