La consapevolezza si sa, richiede tempo e impegno, ricerca e curiosità, pensiero critico, disponibilità a cambiare e a relazionarsi con gli altri, volontà di apprendere e di approfondire. Poi ci sono degli eventi che possono fare da acceleratore, e la consapevolezza si può trasformare in (tecno)consapevolezza. Nel mio caso l’evento chiave è stata una presentazione davanti a un pubblico internazionale, a Saint Paul de Vence in Provenza, nel 2001, poco dopo l’attacco alle torri gemelle di New York.
Lavoravo in una multinazionale con responsabilità internazionali. Facevo parte di un piccolo gruppo che aveva il compito di sviluppare programmi di marketing e di comunicazione internazionali (Customer Connection fu uno di questi, implementato su più di venti nazioni). Essendo l’organizzazione aziendale del tempo a matrice, facevo parte anche di un gruppo che operava su tutta l’Europa con funzioni marketing e commerciali. Ogni anno era uso tenere un evento europeo per i clienti importanti ai quali presentare loro i prodotti, i servizi e i programmi commerciali del nuovo anno.
Il direttore di questo gruppo (Marc Lambotte) nel 2001 ebbe la brillante idea di costruire un’agenda diversa, con l’obiettivo di rendere più piacevole e culturalmente interessante l’evento per i clienti che avessero partecipato. L’dea era che ogni membro del gruppo costruisse una presentazione (non di prodotto) a partire dalle proprie specificità e preferenze personali.
La mia scelta fu di focalizzarmi sui cambiamenti culturali indotti dalla tecnologia. Una scelta motivata dalle mie innumerevoli letture, in viaggio, di notte, sui taxi, di domenica, del tempo (John Naisbitt, Arthur e Marialouise Kroeker, Marshal McLuhan, Paul Virilio, Stelarc, Bruce Sterling, Tymothy Murray, Erik Davis, Thymoty Leary, Neil Postman, Donna Haraway, Theodore John Kaczynski, Pierre Lévy, Derrick de Kerckhove, Carlo Formenti, e molti, molti altri).
La presentazione che ne uscì, ritrovata per caso in questi giorni (è l’unica mia presentazione condivisa su Slideshare, nel 2006) è un reperto archeologico che racconta un percorso personale, il mio, che mi ha portato a promuovere dal 2010 (anno di fondazione del progetto www.solotablet.it), a scrivere 22 libri (https://delos.digital/autore/40/carlo-mazzucchelli) e oggi a essere promotore di un nuovo progetto chiamato STULTIFERA NAVIS (www.stultiferanavis.it) che qui su Linkedin ha già una sua newsletter (https://lnkd.in/dKTkM_BY).
Nel 2002 lasciavo l’azienda e, senza immaginarlo, iniziavo una vita nuova, diversa, più ricca e stimolante, quella che probabilmente avevo sempre cercato e implicitamente già costruito.
“Scrivo e ho l'impressione che questo sia per sé un destino. A ciascuno il suo contagocce.” VITALIANO TREVISAN
Il viaggio iniziato "consapevolmente" nel 2001 con una presentazione che usava ancora Powerpoint, oggi ha fatto tappa qui: