TECNOCONSAPEVOLEZZA /

🍒🍒 L’ETA’ DELLA CONFUSIONE E CERCAPERSONE CHE ESPLODONO

🍒🍒 L’ETA’ DELLA CONFUSIONE E CERCAPERSONE CHE ESPLODONO

02 Ottobre 2024 Redazione SoloTablet
SoloTablet
Redazione SoloTablet
share
Capita a molti di incrociare la citazione del detto di Mao “C’è grande confusione sotto i cieli: la situazione è eccellente”. Una citazione che, per usare una parafrasi, io cambierei in: “La situazione non è per niente eccellente: c’è molta confusione sotto i cieli di caoslandia e la tecnologia non aiuta”.

Per Mao (ma forse anche per Xi Jinpng) il caos che dilaga, oggi prevalentemente geopolitico, e l’ordine sociale che si disintegra, possono essere una ghiotta opportunità di cambiamento, in preparazione del dominio cinese, sulla Russia prima e poi sull’intero globo terrestre. Oggi il caos è dominato da tanta confusione, da paura ad esporsi e da un silenzio assordante, dalla sparizione di valori (già Nietzsche parlava di crollo valoriale dell’Occidente) e di verità, dalla scomparsa dell’etica e dal proliferare della corruzione, anche del linguaggio, dalla percezione generale di uno scompiglio che coinvolge classi dirigenti e moltitudini di persone, ignare di ciò che nel sottosuolo si sta agitando per emergere. 

DOMINA IL CAOS IN CAOSLANDIA 

Il caos che per il timoniere cinese era sotto i cieli, oggi governa sovrano anche nei cieli, basti pensare alle migliaia di droni carichi di esplosivi che lo popolano e non si sa da che parte arrivino, alle trasmissioni satellitari e/o telefoniche capaci di far esplodere cercapersone, Walkye talkye e smartphone, generando il panico e aumentando il caos, che è già grande. Un panico represso nelle zone (stati e territori) non ancora interessate dalla guerra, ma solo perché ormai si tende a rimuovere qualsiasi evento negativo in tutta fretta, per poter continuare a giocare con il mezzo tecnologico diventato ormai una protesi (ortesi) sul mondo, che ci estrania dalla realtà. Uno straniamento destinato a diventare paranoia se si ipotizza che ad esplodere non siano solo i dispositivi tecnologici di quei cattivi di Hezbollah ma, on futuro, anche i nostri. E chi lo sa che non siano già stati predisposti per farlo. 

L’età della confusione è caratterizzata dalla brutalità del linguaggio e dalla perdita di significato dei concetti e delle parole che da essi derivano. È un’età molto tecnologica, caratterizzata dalla digitalizzazione della vita. La tecnologia, con le sue promesse di progresso, di felicità e di benessere, non sembra riuscire però a fornire alcuna soluzione al disorientamento e alla depressione che colpiscono milioni di persone, in carne e ossa, che vivono sempre più nell’incertezza esistenziale, nonostante il sovraccarico di informazioni e di connessioni sociali, che convivono con l’ansia e lo sconforto, sentendosi incapaci di ritornare a una qualche forma di normalità. 

CONSIGLIATO PER TE:

🍒🍒UN MONDO DI MARZAPANE?

Il ritorno è impossibile, forse neppure desiderato, il paradiso nel quale molti si illudono e si raccontano di abitare, non è un luogo normale, una destinazione salvifica, ma in molti casi è una semplice fuga, una novella caverna platonica nella quale rinserrarsi al calduccio, come in una placenta tiepida e accogliente da cui non si vuole evadere. Si fugge da una società percepita come violenta (femminicidi e omofobia, ecc.), brutale (nel linguaggio e non solo), violenta (non solo per la criminalità e la guerra), corrotta, dominata da una impunità generalizzata che non favorisce comportamenti etici, onesti, finalizzati a dare una dignità e un valore alla vita. La fuga non è la soluzione, è un ripiego, è una sconfitta, è la rinuncia a percepire la moltitudine emergenziale di elementi di trasformazione, di comprendere quello che sta succedendo e ad agire, è l’atto di delega alla tecnologia digitale rinunciando ad usare le tante risorse auto-poietiche della mente. Servirebbe forse una rivoluzione ma quale rivoluzione in passato ha veramente risolto ogni problema? 

COLPA DEL COVID?

Qualcuno ha datato l’età della confusione a partire dalla pestilenza del Covid, che ha fatto aumentare i casi di ansia e di depressione, la sfiducia e la paura, la solitudine, l’isolamento e la disgregazione del tessuto morale e sociale, ha visto aumentare il senso di precarietà è di impotenza, ma soprattutto l’emergere di un grande scontento rassegnato e auto-lesionista, che porta ad abbandonare qualsiasi fede o credo consolidati, per mettersi nelle mani di guru e influencer, di guaritori paternalisti, di monaci, sacerdoti e filosofi che stanno dando forma a sette chiesastiche, non più religiose o spirituali ma scientiste, digitali e tecnologiche, e che in politica hanno sedotto moltitudini con il verbo del populismo, del falso sovranismo e nazionalismo. Un populismo che aspira a cambiare il mondo e che in realtà è espressione di quanto, nell’età della confusione, siamo diventati tutti un po' più infelici, avvizziti, letargici, deboli psichicamente, incapaci di costruire futuri e irresponsabili, oltre che ignoranti, immobili e cognitivamente impigriti. 

L’irresponsabilità si evidenzia con l’indifferenza verso cose dell’altro mondo a cui assistiamo in questi tempi di guerra. È una indifferenza spaventosa e pericolosa al tempo stesso, ha colonizzato l’anima di molti impedendo loro di pensare, riflettere, agire, per farsi sentire, sta segnando una mutazione antropologica, per alcuni ontologica, del nostro esistere e vivere insieme ad altri su questa terra. Come recitava Martin fin dal primo libro della sua saga del Trono di Spade, l’inverno sta arrivando e sarà una stagione di tempeste, mostri, grandine e ghiaccio. Semplici metafore di guerre, crisi ed eventi imprevisti nella loro inevitabilità e strascichi dalle nefaste conseguenze. Il tutto dentro una hybris che decanta il progresso, le sorti progressive dell’umanità ibridata con l’intelligenza artificiale e connessa attraverso Starlink e si prepara felice e contenta alla singolarità delle macchine. Fino a che morte non li separi…dalla vita! 

La confusione sotto i cieli non è solo notevole ma anche persistente come lo è la nebbia a Cremona o a Pavia. In questa nebbia non ci si perde, ci si è già persi, con il GPS ma senza più motivazioni e/o destinazioni da raggiungere, senza progetti di azione, scoprendo l’inutilità dei mille MiPiace ricevuti sulla pagina Instagram da parte di migliaia di contatti con cui si è digitalmente e virtualmente interconnessi. Dentro la nebbia si sta confusi e in preda al panico per gli incubi che si presentano alla mente, incapaci di trasformarsi in speranza, perché c’è poco da sperare se non c’è più il cielo e non si vedono le strade da (intra)prendere. L’unica speranza è di farla franca, di sopravvivere ritornando là da dove si era venuti, il caldo tepore dei numerosi panottici e acquari amministrati nei quali in molti beatamente si (ri)trovano. 

La confusione attuale è esistenziale, ancor prima che materiale, come tale deve essere affrontata. Difficile che si possa dare ordine al caos geopolitico e mitigare la confusione politica ed economica. Possibile invece trovare approcci e soluzioni nei contesti in cui ognuno vive, investendo sulla solidarietà, la collaborazione e la comunità, sul NOSTROVERSO, fatto di sguardi che si sorridono, di volti che si guardano, di mani che si stringono, di corpi che si toccano.

Superata la fase della confusione, caratterizzata da conflitti e crisi, potrebbe emergere una nuova fase fatta di trasformazioni positive e di metamorfosi.

 

 

 

comments powered by Disqus

Sei alla ricerca di uno sviluppatore?

Cerca nel nostro database