Meglio una marcia, un'altra marcia, la più pesante: la retromarcia.
Bisogna ritornare alle piazze, ai racconti dei nonni, alle storie inventate dalle casualità linguistiche.
Il prof sta vagheggiando, sta scrivendo in un momento storico delicato, così strano che non può neanche dirlo al vicino di casa.
E già, perché la regola è quella di restare a casa, comodi e dinamici. Dunque, impariamo a svolgere mansioni insolite o a fare qualcosa di conosciuto e migliorarlo.
Mai pensato di preparare la focaccia?
Mai pensato di eliminare macchie con talco, detersivo per i piatti e spazzolino?
Mai pensato di fare l'amore tutti i giorni?
Ci sono delle attività che non svolgiamo spesso per pigrizia o perché le diamo per scontate. Ed è proprio lì che ci nutre il ritrovare nelle passioni personali il valore della vita, il senso in tutto quello che facciamo.
Le lezioni continuano, a distanza, e i colori sono caldi e complementari, perché la vita, ora, fuori, è fredda, arida, senza anima.
Colorato, il volto e il mondo. Quando finirà, sarà bellissimo.