La Internet attuale è abitata da miliardi di persone ma non è più né libera né democratica. Non fa più sognare. È stata addomesticata dall’economia, dalla retorica partecipazionista e dalle burocrazie marketing di poche realtà aziendali. È stata ridotta a Google e Amazon, a semplici piattaforme voraci e livellatrici, trasformata in strumento di profilazione, data-mining, consumismo, consumerizzazione e hacking della memoria.
Internet non è solo Web, neppure solo Google. Non è solo spettacolarizzazione e visibilità, SEO o SEM, storytelling e social media marketing. E’ anche luogo di immaginazione e sperimentazione. A patto che ci si trasformi in cyberguerrieri non conformistici e ribelli, capaci di atti devianti, di stupire, di pensare in modo autonomo, di provare interesse, sentimenti e emozioni, di smantellare le scenografie digitali e mediali e ricomporre la frammentazione della coscienza prodotta dalla tecnologia e dal surplus informativo.