Internet...e poi?

06 Dicembre 2015 Redazione SoloTablet
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BIBLIOTECA TECNOLOGICA - Secondo Dominique Wolton l’avvento di internet ha portato la persona in un’era di “solitudini interattive”, contrassegnate dal costante e ossessivo bisogno di essere sempre reperibili, pluriconnessi e abili navigatori della rete. Di conseguenza nell’individuo si sviluppano stati di angoscia se non si viene cercati, nonostante la grande reperibilità consentita da cellulari, posta elettronica, computer e social network. Avere competenze tecniche e possibilità di uso costante della rete, non stimola la capacità di avere relazioni umane; infatti si può essere abilissimi ma contemporaneamente avere grandi difficoltà nelle conversazioni faccia a faccia.

Dominique Wolton, Internet...e poi? Teoria critica dei nuovi media - Edizioni Dedalo


Internet è davvero una rivoluzione tanto importante quanto quella della radio negli anni '20 e quella della televisione negli anni '60? Per comprendere i nuovi media è necessario inserirli nel contesto della teoria generale della comunicazione e non confondere progresso tecnico e comunicazione umana.

Certo, gli ultimi perfezionamenti tecnici sono davvero inauditi, ma non è trasmettendo sempre più rapidamente un numero crescente di informazioni che si comunicherà meglio. Prima o poi giunge il momento in cuiè necessario spegnere i terminali e cominciare a parlarsi... L'obiettivo del libro è proprio questo: mettere a confronto i vantaggi e gli svantaggi rispettivi dei media classici e di quelli "nuovi", relativizzare il tema della "rivoluzione della comunicazione" e rassicurare tutti coloro che si credono, a torto, superati. Internet non creerà magicamente una società in cui tutte le forme d'informazione circoleranno liberamente e pacificamente, e i rapporti sociali saranno miracolosamente modificati.

Il Web non soppianterà la radio e la televisione nel loro ruolo essenziale di legame sociale. Se le nostre democrazie vogliono restare fedeli al loro progetto di emancipazione politica, devono regolamentare i nuovi media, evitando così che la libertà di comunicazione diventi sinonimo di legge della giungla.

 

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