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👩‍🚒️👩‍🚒️ Elezioni e abisso dei social media

👩‍🚒️👩‍🚒️ Elezioni e abisso dei social media

21 Gennaio 2020 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Lo hanno dimostrato i fatti recenti, lo testimoniano i fatti di oggi. I media sociali sono diventati piattaforme determinanti nel definire i futuri emergenti, anticiparli e raccontarli. È stato così per la Brexit, per Trump, può esserlo per altre elezioni future. È così anche perché non ci sono più Wikileaks, Snowden o personaggi simili capaci di svelare con le loro azioni segreti e azioni che si nascondono dieto molte attività social online.

Tutti amano la tecnologia, pochi trovano tempo per una riflessione critica su di essa e sulla regressione culturale di cui è incolpevolmente responsabile. La regressione si misura nel conformismo diffuso, nella mancanza di alternative percepite, nel ristagno delle idee e nei comportamenti dominanti. 

La Rete è piena di leader digitaliinfluencer e social networker che, raccontando le cose come le sentono loro, hanno migliaia di follower anche se le loro narrazioni sono costruite su notizie false, ovvietà, chiacchiere superficiali e paranoie varie. 

Loro fanno bene il loro mestiere e gli altri, i cosiddetti follower? Possibile che siano disinteressati: a narrazioni altre, alla verità e alla conoscenza, all’uso dell’immaginazione per dare forma a scenari diversi da quelli distopici in formazione, all’approfondimento e alla sperimentazione di pratiche comportamentali diverse? 

Il disinteresse è reale, frutto di cinismo, nichilismo, distrazione e anche tanta tristezza. Una fotografia realistica della normalità che si è affermata e dentro la quale molti si sono rintanati, diventando inseparabili dagli strumenti tecnologici che utilizzano. 

Se non lo si vuole subire, non rimane che interrogarsi sul che fare per aggiustare il futuro.

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