Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 libri per una lettura critica della tecnologia è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital
Calabretta Maria - Sempre connessi
Scheda Libro
Titolo intero: Sempre Connessi
Titolo originale: Sempre Connessi
Genere: Psicologia
Listino: 19,00
Editore: Franco Angeli
Collana: Le comete
Pagine: 150
Data uscita: 23/09/2013
Valutazione **
Commento
Un libro utile a genitori e insegnanti per comprendere se e quanto i loro sforzi educativi siano oggi calibrati nel modo giusto per affrontare gli effetti della rivoluzione tecnologica sui ragazzi nativi digitali. Dalla lettura traspare la passione dell'insegnante e la preoccupazione del genitore. Su entrambe prevale la consapevolezza che la famiglia è sempre più ripiegata su se stessa e in difficoltà, nell'affrontare le nuove sfide e nell'applicare i cambiamenti necessari per stare al passo con le accelerazioni continue imposte dalla tecnologia e nel comprendere i mutamenti culturali profondi da esse provocati.
Autore
Maria Calabretta, docente di scuola primaria, con laurea in Psicologia, è presidente di A.DISA.G (Associazione Disagio Giovanile) Onlus per la prevenzione, la promozione e il sostegno psicologico del benessere emotivo dei ragazzi (www.adisag.it). Ha pubblicato anche Le fiabe per...affrontare il bullismo (2009) e Le fiabe per...affrontare litigi e conflitti (2011)
La tecnologia dell’umiltà
"Al giorno d'oggi l'adolescente vive in un contesto socioculturale e tecnologico iperattivo, sovraccarico di stimoli che sembrano non lasciare spazio alla riflessione sul proprio futuro e al raggiungimento di certi obiettivi. Sembra che si sia assopita la caèacità di analisi dei propri sentimenti e del proprio vissuto emozionale, lasciando prevalere la soddisfazione ummediata di bisogni primari relativi al presente. Così facendo, la noia prende il sopravvento. I giovani sono spesso scontenti di quello che fanno, delle proprie famiglie e delle proprie esperienze. In un contesto di questo genere, i genitori rappresentano comunque un modello di vita per i loro figli."
Il libro si rivolge principalmente ai genitori e agli insegnanti interessati, come recita il sottotitolo del libro, a "non perdere le tracce dei propri ragazzi tra facebook e social network". È un libro pubblicato nel 2013, in piena rivoluzione social newtorking online, che ha saputo cogliere alcuni dei fenomeni che oggi molti adulti stanno conoscendo e sperimentando nelle loro pratiche genitoriali e/o didattiche. Uno di questi fenomeni è la sparizione del privato all'interno degli spazi pubblici della Rete e di piattaforme come Facebook che servono ad ospitare e a condividere pensieri, sentimenti, solitudini, rabbie e paure, idee politiche e desideri reconditi, ma anche a sperimentare pratiche poco rispettose o violente nei confronti degli altri, come quelle che si esprimono in azioni di bullismo digitale, di sexting e stalking online.
Dal diario segreto e personale molti ragazzi e ragazze sono passati al diario online nella speranza che qualcuno presti loro attenzione, li ascolti e dialoghi con loro. Ciò che una comunità familiare dovrebbe sempre fare e che nella realtà raramente avviene. Ciò che, anche online, raramente offre risultati positivi perché un legame virtuale non è necessariamente più sincero o solido di uno reale. Consapevole delle nuove difficoltà delle famiglie, l'autrice del libro corre loro incontro con una proposta di aiuto tutta costruita sulla contrattazione amichevole e affettuosa e priva di ogni forma di demonizzazione o proibizione.
Le nuove dipendenze che gli adolescenti di oggi sviluppano rispetto agli strumenti tecnologici come Internet, vidogiochi e social network, non vanno nè sottovalutate nè drammatizzate. Servono una maggiore attenzione e una minore distrazione, una maggiore conoscenza tecnologica e una ancora più grande delle nuove solitudini che sempre nascono nelle fasi adolescenziali caratterizzate dalla ricerca di un'identità, di autostima personale, del riconoscimento degli altri e da grande inceretezza. Una navigazione solitaria dentro queste problemtiche sperimentata attraverso gli strumenti tecnologici rischia di generare dipendenze compulsive, comportamenti rischiosi e di non generare alcun risultato concreto e positivo.
La navigazione dei ragazzi negli spazi sociali online non deve essere proibita ma resa meno solitaria perché accompagnata e partecipata. Conoscere la tecnologia praticandola significa conoscere gli spazi frequentati dai ragazzi e diventare più credibili nei loro confronti quando si comunica con loro. Vivere le loro esperienze può facilitare la comprensione dei loro comportamenti che li porta a raccontare in rete ogni frammento della loro giornata, condividendo emozioni, nell'attesa che vengano commentate o controllando in modo compulsivo se gli amici hanno risposto sulla bacheca personale.
Ai genitori e agli insegnanti l'autrice offre strumenti intellettuali per osservare in modo diverso il microcosmo familiare e scolastico e per uscire fuori dai modelli vigenti fatti di rapporti affettivi (la famiglia come guscio che ha perso la capacità di fare da guida) nei quali non c'è più autorità e i figli devono essere difesi a tutti i costi. Tra gli strumenti ci sono anche quelli tecnologici e una nuova apertura mentale che permetta di conoscerli, usarli e valutarli criticamente.
La rete è una grande risorsa per condividere emozioni e opinioni, ma un suo utilizzo illimitato può portare alla dipendenza e dare luogo a forme di disagio che possono compromettere i rapporti umani conducendo a una visione distorta della realtà. Genitori, educatori ed insegnanti osservano increduli e spaventati i giovani spendere un tempo crescente online e sembrano incapaci di reagire, di spiegarsi cosa li spinge e di controllarli. A questi adulti questo libro offre innumerevoli spunti, riflessioni, test e informazioni che possono aiutare una riflessione critica sullo stato della famiglia e della scuola nell'era tecnologica e dei nuovi media, a capire come i ragazzi intendano e vivano i loro spazi e a non sottovalutare i rischi che un'esposizione mediatica di questo tipo comporta quando si gioca con la propria identità.
La famiglia, scrive Calabretta, non è più l'unico punto di riferimento. I ragazzi e nativi digitali subiscono l'influenza dei nuovi media, della televisione e di Internet e hanno trovato nel social network il loro nuovo ambiente familiare, sociale, psicologico e esperienziale.
Nessun genitore riuscirà a impedire loro di abitare gli spazi digitali ma la loro esperienza online potrebbe essere cambiata in meglio da adulti capaci di fare da compagni di viaggio, disposti ad ascoltare e a leggere le varie domande emergenti dalle inquietudini, solitudini e difficoltà espresse, attraverso contenuti e comportamenti di vario tipo, online. Il viaggio deve essere fatto nella consapevolezza che "i social network stanno notevolmente cambiando le vite dei giovani, ma non bisogna attribuirgli troppa importanza."