L'impero virtuale

01 Gennaio 2017 Redazione SoloTablet
SoloTablet
Redazione SoloTablet
share

Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 libri per una lettura critica della tecnologia è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital


Curcio Renato - L'impero virtuale

 

Scheda libro

Titolo intero: L'impero virtuale - Colonizzazione dell'immaginario e controllo sociale

Titolo originale: L'impero virtuale

Genere: Mass Media

Listino: 15,00

Editore: Sensibili alla foglie

Collana: Colana Verde

Pagine: 111

Data uscita: 01/2015

Valutazione ***

Commento

Il libro di Curcio si presta per una lettura veloce, anche grazie al linguaggio discorsivo utilizzato. È breve ma così ricco di spunti da aprire la strada a numerose riflessioni su tematiche che sono oggi oggetto di analisi approfondite, per l'emergere prepotente di una realtà virtuale con effetti e conseguenze che stanno richiamando l'attenzione di un numero crescente di studiosi. Piscologi, economisti, antropologi, filosofi e sociologi che, come il sociologo Curcio,  evidenziano nella realtà fisica della Rete il ruolo della componente digitale e virtuale e i suoi effetti di colonizzazione dell'immaginario individuale, collettivo e di controllo sociale. Dietro i mondi virtuali della Rete è cresciuta una oligarchia tecno-economica esperta nell'esercizio del potere digitale e nell'imporre nuove forme radicali e inedite di sudditanza. Al termine del libro la ricca bibliografia fornita evidenzia quanto i temi trattati siano oggi di interesse generale e offre a chi lo volesse nuovi strumenti per ulteriori conoscenze e approfondimenti.

Autore

Renato Curcio è un ex-terrorista, editore, saggista e sociologo italiano. Terminata l'esperienza politica e terroristica, attività per la quale ha scontato numerosi anni di carcere, dopo la sua liberazione negli anni 90 è ritorntao alla sua attività di sociologo. Ha fondato una cooperativa editoriale e sociale denminata Sensibili alle foglie che si occupa di tematiche legate alla disabilità, alle istituzioni e alla immigrazione e di studi sull nuove forme di controlo sociale nella società di massa attuale. Come autore ha pubblicato numerosi libri tra i quali: Razzismo e indifferenza, La socioanalisi narrativa, Mal di lavoro. Socioanalisi narrativa della sofferenza nelle attuali condizioni di lavoro e La rivolta del riso. Le frontiere del lavoro nelle imprese sociali tra pratiche di controllo e conflitti biopolitici.

CONSIGLIATO PER TE:

Farsi vedere

 

"Il percorso di questo libro si propone di offrire degli specchi in cui riflettere alcune tra le più comuni e diffuse inquietudini. Per il resto, affacciati come tutti siamo sulla voragine delle prospettive incerte ed esposti alla vertigine che genera ogni abisso virtuale, occorrerà immaginare cordate collettive e solidali di sostegno cognitivo e dialogico, un po' come fanno i camminatori più prudenti quando debbono attraversare un ghiacciaio. E converrà anche dotarsi di occhiali adeguati, purchè non siano data-ochiali."

 

Come i libri di altri autori citati in questa bibliografia partigiana, l'opera di Renato Curcio mira a svelare l'emergere di nuove e potenti oligarchie planetarie del capitalismo digitale (l'anarco-capitalismo descritto dal collettivo Ippolita) rappresentate da nuove realtà societarie come Google, Facebook, Amazon e Apple. A rendere possibile la nuova realtà è stata la piattaforma di Internet che ha fornito l'intelaiatura sulla quale si sono insediati miliardi di persone che oggi rappresentano la nuova forza di lavoro (lavoratori che prestando gratuitamente il loro lavoro hanno perduto la loro dignità come ha scritto Eugeny Morozov) da colonizzare e sfruttare.

L'autore chiarisce fin dall'introduzione la sua posizione neutrale rispetto alla contrapposizione tra tecno-apocalittici e tecno-integrati. È una posizione da studioso che si avvale di strumenti concettuali utili a osservare e analizzare in profondità le dinamiche della società tecnologica contemporanea con l'obiettivo di svelarne significati, origini, effetti e sviluppi per suggerire ai lettori una interpretazione e personale riflessione critica sulle loro esperienze tecnologiche e digitali.

La riflessione deve essere finalizzata a interrogarsi su cosa è diventato Internet oggi: tecnologia innovativa, strumento di controllo e di sorveglianza, opportunità per tutti o solo per coloro che posseggono le piattaforme tecnologiche, espressione e strumento della fase attuale del capitalismo, produttore di identità, spazio di sconfinamenti e attacchi criminali e molto altro. La riflessione è tanto più urgente quanto più le tecnologie sono entrate a far parte della vita quotidiana di tutti i gorni, sia essa quella sociale, lavorativa o del tempo libero.

Il dato da cui partire è la consapevolezza che Internet e il Web sono una grande innovazione ma non rappresentano necessariamente una rivoluzione. La Rete è l'espressione estrema dell'espansione capitalistica nella sua fase arruale, non ne modifica i presupposti ed è ampiamente mitizzata nelle sue potenzialità di libertà e democrazia. Una mitologia che si sposa perfettamente con quella legata alla società dei consumi e dello spettacolo.

Il punto centrale da analizzare però secondo Curcio è il ruolo che il mito della Rete e le tecnologie/piattaforme che lo alimentano hanno nella colonizzazione dell'immaginario individuale e collettivo delle persone. Grazie alle tecnologie digitali le nuove oligarchie capitalistiche sono oggi in grado di conquistare i corpi e le menti delle persone offrendo loro strumenti interpretativi del mondo e della realtà che li hanno resi complici di un controllo pervasivo, trasparente, invisibile ma mai stato così potente ed efficace. Il potere deriva dal controllare l'anima degli umani attraverso il loro immaginario ed è talmente pervasivo dall'avere ormai dato forma a un impero oligarchico nel quale moltitudini di sudditi, entusiasti per i vantaggi elargiti loro dalle nuove tecnologie, sono tenuti in una schiavitù mentale, di oblio della memoria, di identità virtuali e algoritmiche, di relazioni sociali costruite sull'assenza e di trasparenza totale.

L'effetto prodotto dalle nuove tecnologie sta tutto in un mutamento antropologico che si manifesta nella vita digitale nella forma di oggetti, immagini e ologrammi che animano gli spazi online ma impoveriscono le relazioni dirette, fisiche e legate al territorio offline.

La colonizzazione passa attraverso spazi virtuali standardizzati e uguali a se stessi, display magnetici che incollano lo sguardo su contenuti dinamici ma privi di profondità e che meritano di essere ricordati, archivi digitali che sostituiscono la memoria umana rendendo impossibile immaginare il futuro. La colonizzazione non è tecnologica ma politica ed economica e fondata su meccanismi di accumulazione del capitale costruiti sul lavoro gratuito e la produzione di contenuti e ricchezza online non retribuita.

Avendo eletto la Rete a loro residenza, miliardi di persone connesse e attive sui social network contribuiscono al controllo delle nuove oligarchie, in cambio del piacere di postare un nuovo messaggio o esprimere un Like. Sono azioni dettate dal bisogno di uscire dall'isolamento e dalla solitudine e preferite perché non ci si vuole infastidire con domande angoscianti le cui risposte potrebbero suggerire l'abbandono dell'impero virtuale, votandosi alla insignificanza che caratterizza ormai il mondo offline.

L'esorcizzazione della realtà che impedisce domande e risposte sulla neutralità della tecnologia e sui suoi effetti è il fondamento su cui poggia l'impero virtuale. Affrancarsi, ci dice Renato Curcio, è ancora possibile, ma non bisogna cedere alla volontà di potenza della tecnologia e agli interessi dei suoi sacerdoti.

La Rete e l'impero virtuale sono pieni di soggetti resistenti che hanno deciso di lottare per una Rete libera e democratica e di non cedere le chiavi di accesso a pochi produttori legati a istituzioni e potentati politici ed economici. È una resistenza che deve essere svolta nella consapevolezza che Internet e la tecnologia non sono tutto il mondo. C'è un dentro la Rete e c'è un fuori e bisogna attivarsi in entrambi per impedire che colonizzando il presente l'impero virtuale colonizzi anche il futuro: "il processo di decolonizzazione del nostro immaginario si presenta come un'azione riferita al presente, e che ci chiama in causa singolarmente, personalmente."


 

comments powered by Disqus

Sei alla ricerca di uno sviluppatore?

Cerca nel nostro database