2017 - 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) /

Non fermarti alle loro immagini sul display ma mettiti in viaggio

Non fermarti alle loro immagini sul display ma mettiti in viaggio

01 Ottobre 2017 Redazione SoloTablet
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La Terra è piena di posti meravigliosi, non fermarti alle loro immagini sul display di un dispositivo ma mettiti in viaggio

Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

La Terra è piena di posti meravigliosi, non fermarti alle loro immagini sul display di un dispositivo ma mettiti in viaggio

  

Nel 1907 Proust, in vacanza in Normandia, prende una macchina a noleggio e si mette in viaggio. Un’esperienza magica, affascinante. Ricca di meraviglie e in parte anche onirica dalla quale nascerà il breve scritto Impressioni di viaggio in automobile che sarà pubblicato dal quotidiano Le Figaro

Dall’interno del suo abitacolo (il parabrezza come schermo nel suo significato originale di protezione da qualcosa) l’esperienza visiva dell’autore non si limita alla semplice registrazione ma trasforma la realtà dando libero sfogo all’immaginazione, alle emozioni, ai ricordi e all’ispirazione artistica. È così che l’auto diventa un faro nella notte che illumina colonne con foglie di pietra e monumenti, palazzi e cattedrali (“i cristalli dell’automobile che tenevo chiusi mettevano, per così dire, sotto vetro quella bella giornata di settembre”), e si trasforma in una tromba dal suono armonioso e musicale che incanta i bambini e annuncia il ritorno a casa. Uno strumento per liberare l’immaginazione che trasforma le case sbilenche e appoggiate ai peri in vecchie signore, i campanili in uccelli, fiori, fanciulle, e i monumenti in giganti che si spostano e si rincorrono, in un gioco continuo di prospettive, alimentato dalla grande ispirazione e immaginazione dell’artista. 

Nel 2015 una famiglia che percorresse lo stesso itinerario, ammesso che sia ancora integro il paesaggio originale dei tempi di Proust, più che un’esperienza magica e misteriosa ne avrebbe una tutta tecnologica, virtuale e digitale. Mentre i bambini sono persi a video-giocare su dispositivi mobili a loro regalati allo scopo di tenerli tranquilli e silenziosi, papà e mamma sono impegnati in conversazioni Whats-App con i loro melafonini o attenti a non perdere le tracce che il GPS continua a tratteggiare sui display del loro Tom Tom, tablet o smartphone. La visione non è più rivolta all’esterno dell’abitacolo ma tutta concentrata all’interno su dispositivi tattili, visuali e parlanti che suggeriscono e illustrano percorsi, rappresentazioni di monumenti, campanili e cattedrali come se fossero reali. 

Mentre la velocità lenta dell’auto di Proust imprimeva movimenti vitali al paesaggio, popolandolo di creature e accendendo l’ispirazione dell’artista, quella del veicolo familiare pieno di tecnologia trasforma il paesaggio in uno panorama sfuocato nel quale gli oggetti sono difficilmente riconoscibili, finiscono sullo sfondo sfuocando e rendendo impercettibili i dettagli ma impedendo anche l’immaginazione e l’ispirazione creativa. 

Le due esperienze a confronto possono servire a dare un’idea della trasformazione tecnologica e visuale che caratterizza la nostra realtà esperienziale attuale. Una realtà dominata sempre più dalla presenza amica di un qualche tipo di schermo con cui interagiamo per il 40% (secondo statistiche americane) del nostro tempo quotidiano. Lo schermo ricco di immagini, colorato, interfaccia ineludibile di ogni viaggio, virtuale e reale, è il protagonista di una rivoluzione che coinvolge anche il viaggiatore. Non interferisce solo con la percezione del Sé, con le emozioni e cognizioni di chi guarda, nelle relazioni con gli altri e nell'uso del tempo ma anche con l'essere nel mondo e i viaggi che in esso possono essere compiuti. 

Con i sensi costantemente attratti dai media digitali e dai display sui quali si esprimono, ci si priva del piacere di ascoltare e vedere il mondo circostante, di godere della sua varietà e bellezza, e di sperimentare, senza mediazioni tecnologiche, il contatto fisico con la natura e tutte le sue creature. Con lo sguardo perso e soddisfatto nel display non si coglie più la differenza tra mondi virtuali e mondi reali e neppure la capacità dei primi di offuscare e occultare i secondi. Ne deriva l'incertezza e la difficoltà a distinguere i mondi virtuali e paralleli da quelli reali. La galleria di specchi a cui dà origine la molteplicità di display usati ritorna un'immagine del mondo di cui è facile innamorarsi a scapito del suo originale riflesso. Ma l'originale in oggetto è così ricco da non poter vivere di solo riflesso. La Terra è piena di posti meravigliosi che suggeriscono di non fermarsi alle loro semplici immagini e fotografie digitali e di mettersi in viaggio per visitarli di persona.

 

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