80 Identikit digitali

01 Gennaio 2015 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchlli 80 PROFILI DIGITALI - Identità, personalità e stili di vita determinati tecnologicamente, è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

Tecnoconservatori 

In un quadro sociale e politico sempre più polarizzato i tecnoconservatori abitano la tecnopolitica moderna con posizioni conservatrici che si esprimono nella difesa di valori tradizionali e umani contro l'invasione, il potere, l'etica e il preteso progresso tecnologico. Contrapposti ai tecnoprogressisti, fedeli sostenitori del progresso tecnologico e scientifico, i tecnoconservatori sono solitamente esitanti nell'adottare nuove tecnologie e nello sposarne le evoluzioni più recenti, come quelle legate agli sviluppi delle biomedicine. Benchè siano amanti delle nuove tecnologie dell'informazione e consumatori di prodotti tecnologici di avanguardia, sono in genere contrari all'uso della tecnologia nella genetica e in tutte le attività che permettono di modificare fisicamente (protesi) e cognitivamente (intelligenza artifiale) l'essere umano. Le loro posizioni tecnoconservatrici sono spesso legate alle loro idee politiche, religiose e culturali che li vedono assumere posizioni conservatrici in termini etici e morali. I tecnoconservatori vedono nello spazio virtuale una trappola illusoria capace di depotenziare le capacità umane e un vincolo alla sua autonomia e libertà d'azione. 

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Le due parole, tecnoprogressisti e tecnoconservatori, sono cariche di significati e contenuti ideologici ma hanno perso nella società postmoderna il loro riferimento a posizioni tra loro contrapposte e riferite a movimenti di pensiero o situazioni storicamente databili. Nella realtà contemporanea si può essere alternativamente conservatori o progressisti tecnologici o rivestire entrambe le posizioni con il mutare delle scelte da fare, siano esse culturali e politiche, sociali o tecnologiche. La fluidità della società tecnologica finisce per rendere fluide anche le terminologie usate per descriverla, dando forma a convergenze o divergenze sempre più lontane da approcci riduzionisti e inserite invece in approcci più sfumati, non lineari e legati alla complessità. 

Il dibattito politico e scientifico tra tecnoprogressisti e tecnoconservatori è particolarmente animato quando si parla di transumanesimo e postumanesimo, il superamento per via tecnologica dell'essere umano per come lo conosciamo oggi, e di singolarità. Sul tema si sono espressi studiosi importanti e noti come  Francis Fukuyama, l'assertore pentito della teoria della fine della storia, oggi passato su posizioni di bio-conservazione e impegnato in una battaglia contro coloro che credono di poter liberare l'uomo dalla sua essenza biologica, attraverso la tecnologia. Fukuyama è il perfetto esempio dei tecnoconservatori moderni, persone o studiosi che si oppongono e guardano con preoccupazione alla convergenza crescente di scienze cognitive e varie forme di tecnologie come la biotecnologia, la nanotecnologia e la tecnologia dell'informazione. Una convergenza destinata, secondo i tecnoconservatori, a far emergere una visione post-istorica e post-umana, pericolosa nella sua pretesa ontologica e di sostituzione agli dei della tradizione. 

Consapevoli del ruolo delle tecnologie moderne, del loro potere e della inevitabilità della loro evoluzione, i tecnoconservatori cercano di reinterpretarla e mitologizzarla in modo da creare un collegamento con la tradizione e con le forze della natura e di piegarla, in modo cinico, a disegni culturali e politici. In questo tentativo, cercano di apprendere i linguaggi e i messaggi della tecnologia per poi esaltarne il ruolo nell'economia, nella politica e nell'eesercizio del potere, e nella creazione di imperi virtuali (fabbriche, società e organizzazioni) nei quali tutto funziona alla perfezione e con elevata precisione. 

Collocati stabilmente tra le minoranze che guardano criticamente alla tecnologia, i tecnoconservatori esercitano oggi un ruolo importante di genuina riflessione critica e di elaborazione di interrogativi creativi e importanti sulla bontà della tecnologia. La loro riflessione è utile anche ai tecnprogressisti, può servire a mitigare alcune visioni futuristiche troppo centrate sulla tecncologia come l'idea di singolarità e a contrastare facili sensi comuni derivanti dall'uso strumentale dei prodotti tecnologici ma non sempre frutto di pensieri elaborati cognitivamente e consapevolmente. Non vogliono tornare indietro ma riempire di nuovi significati la tecnologia per determinarne il futuro e la sua capacità trasformativa in direzioni diverse. Nel compiere quest'operazione finiscono per divinizzare la tecnologia e trasformarla nello spirito metafisico del mondo. Politicamente si contrappongono alla visione sia liberista che libertaria e socialista (progressista) dei tecnoprogressisti cercando di riempire di nuovi valori e significati la rivoluzione tecnologia in atto.

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