80 Identikit digitali

01 Gennaio 2015 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchlli 80 PROFILI DIGITALI - Identità, personalità e stili di vita determinati tecnologicamente, è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

Tecnocuriosi 

La curiosità nasce dall'inquietudine, dall'impazienza, dalla volontà di continuare a scrutare il mondo e dal bisogno di prendersi cura di se stessi come persone curiose. Quando la curiosità si applica ai gadget tecnologici diventa, per citare SantAgostino, una "concupiscenza degli occhi" (concupiscientia oculorum) legata ad una esperienza mentale (gli occhi della mente) alla ricerca di tutto ciò che è nuovo ma anche tattile (gli occhi del corpo) e quasi carnale che si fissa su tutto ciò che è piacevole (il corpo di una donna così come il piano levigato e magnetico di un iPad Air 3). E' una curiosità esagerata che gioisce della sua stessa esistenza e pratica, perchè permette a chi la esercita di far valere il suo potere sull'oggetto concupito o da conoscere. In epoca antica oggetto di curiosità era la divinità, con le sue manifestazioni terrene e la sua promessa di salvezza. Oggi che Dio si è nascosto e appare a molti come morto (Dio è morto di Nietzche), oggetto di curiosità sono simulacri divini nella forma di prodotti tecnologici. Belli, accattivanti, attrattivi, indispensabili e deificati, smartphone, tablet, Smartwatch e console di gioco sconfiggono l'indifferenza, alimentano la voglia di conoscenza e la curiosità intellettuale, e quella tattile e fisica utile per superare l'apparenza tutta digitale che spesso li accompagna.  

I primi curiosi sono stati i nostri antenati che hanno iniziato ad abitare il mondo. Nell'età moderna i curiosi sono stati in primo luogo gli studiosi e gli scienziati. Oggi curiosi lo sono tutti, a livello individuale e con l'obiettivo di conoscere e studiare oggetti nuovi, insoliti e innovativi attraverso l'analisi dei particolari e degli elementi che li caratterizzano. E' una curiosità anche sociale e collettiva perchè condivisa e praticata da persone simili per cultura, stili di vita e comportamenti e che si avvale delle conoscenze di tutti per elaborarne una propria, utile a fare delle scelte e a prendere delle decisioni. 

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Il tecnocurioso o curioso tecnologico, è generalmente un tecnofilo che non ha paura dell’ignoto, della sorpresa e di ciò che è sconosciuto. Sperimenta il desiderio di conoscere, non solo le caratteristiche dei prodotti disponibili ma anche le novità in arrivo, e vuole conoscere la realtà ma anche le sue prossime realizzazioni possibili. Felice di curiosare, conoscere e toccare un iPhone 6, il tecnocurioso è già proiettato sull'iPhone 7 e le novità che arriveranno. La sua curiosità, alimentata da spirito d’osservazione, sempre allenata a porsi nuove domande e costantemente attiva, gli permette di intravedere nuove possibilità e opportunità, al di sotto della superficie della normalità della standardizzazione di molti prodotti tecnologici. 

Il tecnocurioso è flessibile e prepara la mente a nuove idee mantenendola sempre aperta e agile al ragionamento, non si meraviglia delle novità spiazzanti e anticipa in parte il nuovo che arriverà. E’ un tecnoentusiasta capace di trovare nelle novità tecnologiche nuovi stimoli per divertirsi e sperimentare, evitando stress, noia e routine e per uscire fuori dalla quotidianità.  E’ un tecnopositivista che impara dagli errori e che si pone di fronte alle novità tecnologiche come un discente desideroso di ampliare i propri orizzonti e di apprendere con l’obiettivo di scoprire il nuovo e saperlo riconoscere. 

Il tecnocurioso non pratica la virtù della continenza, rischia spesso di perdere l'autocontrollo e pecca di lussuria e superbia. Troppo grande è il suo appetito di conoscenza e di concupiscenza nei confronti degli ultimi prodotti tecnologici disponibili. Difficilmente riesce a dominare con la volontà l'istinto a curiosare, a provare, a fare da cavia e a lasciarsi coinvolgere dalla novità e dalla narrazione delle marche che l'hanno creata. Il tecnocurioso è anche superbo quando si lascia guidare dal desiderio incontenibile di conoscere, si autocelebra per le conoscenze acquisite e manifesta arroganza nei confronti di quelli che non posseggono le stesse conoscenze o non sembrano dotati di curiosità sufficienti a procurarsele. 

Il tecnocurioso è un Icaro moderno che vuole sperimentare il vuoto, le sue leggi e la possibilità di navigarlo volando. E' coraggioso come Prometeo ed è disponibile a vendere l'anima al diavolo pur di entrare in possesso, prima di altri, di informazioni dettagliate sui nuovi sistemi Android o iOS. Poco importa se la sua curiosità rischia di avere risvolti drammatici come quelli che portò Eva a cogliere la mela e a dover abbandonare l'Eden primigenio. A differenza dell'uomo della Caverna di Platone, il tecnocurioso è disposto a correre il rischio di girarsi e scoprire che il mondo è diverso da quello proiettato sulla parete del luogo in cui è imprigionato. Fatta la scelta, è disponibile a persistere nella sua propensione alla ricerca di nuova conoscenza. Nella realtà, questo comportamento deve fare i conti con l'abilità delle grandi marche, di costruire sempre nuove caverne, di proiettare sempre nuovi mondi irreali e di fare sempre nuovi prigionieri ("Strana immagine è la tua - disse - e strani sono quei prigionieri. Somigliano a noi - risposi." - Repubblica Libro VII, Platone). 

I tecnocuriosi sono avidi di conoscenza, esseri desideranti che non trovano soddisfazione nell'acquisto o nel possesso di un prodotto ma nel desiderarlo e nel praticare la loro curiosità intellettuale ed emotiva che li porta a desiderare un prodotto rispetto ad un altro ma a conoscerli entrambi. L'eventuale acquisto non placa il loro desiderio ma è solo una tappa nell'esercizio di nuove attività rivolte alla scoperta e a nuova conoscenza. In questo facilitato dalla frequenza degli aggiornamenti tecnologici e dall'arrivo continuo di nuovi prodotti sul mercato. 

Molti tecnocuriosi sono esseri distratti, fanno fatica a mantenere salda l'attenzione e a concentrare lo sguardo che continua a vagare da un prodotto a un altro, come lo fa il consumatore che frequenta uno store della Apple o un punto vendita tecnologico. L'avidità dello sguardo tecnocurioso è mitigato solo dall'autocontrollo, dalla scarsità di oggetti o prodotti su cui indagare o dall'autodisciplina che impedisce un nuovo acquisto. 

I tecnocuriosi che non riescono a esercitare questo tipo di controllo rischiano di diventare tecnocollezionisti e di riempirsi la casa di oggetti tecnologici, non necessariamente utili o corrispondenti ai bisogni concreti, sia personali sia professionali. Ieri le collezioni contenevano oggetti curiosi o di lusso, oggi apparecchiature tecnologiche conservate per le loro caratteristiche tecniche, fattori di forma, design, marca e bellezza. 

Il tecnocurioso che accumula prodotti tecnologici rischia di diventare un tecnodipendente, un consumista insaziabile, alla ricerca continua di nuovi prodotti e dovrà fare i conti con la sua stessa curiosità piuttosto che con i benefici insufficienti da essi ottenuti.

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