Tecnoludici

01 Gennaio 2015 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchlli 80 PROFILI DIGITALI - Identità, personalità e stili di vita determinati tecnologicamente, è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

 Tecnoludici 

“La macchina è uno strumento.(...) Tutto dipenderà dall'intelligenza con cui

occuperemo lo spazio di questo strumento, senza permettere allo strumento

di occupare noi stessi. (...) L’uomo sarà più forte delle macchine e saprà  interiorizzare la multimedialità e volgerla a suo vantaggio mediante nuovi

organi mentali”.

F. Colombo, Confucio al Computer , Rizzoli, Milano 1995.

 

Sono tecnoludici i videogiochi e i molti strumenti tecnologici destinati al tempo libero, al gioco, alla creatività artistica e all'intrattenimento personale e di gruppo. Lo sono anche coloro che li utilizzano e che hanno scoperto come esprimere la loro creatività attraverso tecnologie sempre connesse, interattive e sociali capaci di dare origine a nuove forme di divertimento condiviso e a nuove esperienze di gioco. Amano le tecnologie tecnoludiche per la loro capacità di ricreare mondi fantasiosi, transitori, effimeri e irreali, spazi ludici animati visivamente, sempre configurabili e attraversabili e, proprio per questo molto simili ai luoghi reali da essi frequentati. In questi spazi il tecnoludico è autore del proprio destino, può decidere quando giocare e quando smettere, una libertà inesistente nel gioco della vita soggetto al caso e al destino. Il gioco e il divertimento per il tecnoludico diventa un modo per dimenticare i problemi, le difficoltà, i conflitti, la fatica, la complessità della vita e la solitudine. Immersi in non-luoghi digitali sotto forma di avatar e nomi inventati, i tecnoludici scoprono la felicità dell'anonimato digitale che coesiste con quello di individui simili a loro. La socialità è leggera, occasionale e poco impegnativa, senza emozioni (perchè un avatar non può averne), senza legami duraturi (da un gioco si passa ad un altro) ma praticata condividendo la gioia del gioco (game), del viaggio e della scoperta, dello scambio e del consumo. 

Il termine tecnoludico può essere usato per descrivere persone amanti del videogioco e del divertimento tecnologico ma anche nel suo significato etimologico che richiama, con la parola greca τέχνη (téchne), la componente creativa e artistica del gioco oltre che l'attività ludica vera e propria, fatta di regole, contesti, obbiettivi, competizione e abilità specifiche per ogni tipologia di gioco. Il significato del termine 'ludico' (dal latino ludus, diverso da iocus - burla o scherzo) è usato nel neologismo tecnoludico per descrivere contesti di gioco, ma anche di gara, ricreazione, gioco d'azzardo e rappresentazioni varie. Un significato diverso da 'game', partita, e dal termine inglese 'play', troppo generico per raccontare compiutamente l'esperienza tecnoludica. 

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Il tecnoludico (homo ludes e non solo homo sapiens) ha trovato una risposta completa ai suoi bisogni dall'arrivo dei nuovi dispositivi mobili, piattaforme tecnologiche integrate e ibride per la lettura, la scrittura, la fotografia, la produzione video o cinematografica, la sperimentazione continua, la creatività, il gioco, la navigazione e la creatività individuale. Lo smartphone e il tablet hanno sostituito, come media ibridi e convergenti, la classica console di gioco e il personal computer, permettendo all'utente nuove esperienze ludiche e nuove forme espressive, creative e artistiche.  Il tecnoludico che pratica il gioco tecnologico con i nuovi media è una specie di tecnofilo, innamorato della tecnologia, un tecnopagano che pratica con assiduità riti pagani ed esoterici, sottomettendosi a rituali e regole predefinite, accettando una competizione basata sull'interazione veloce e sulla competitività con personaggi irreali e immaginari, ologrammi e avatar digitali, resi reali dal potere della macchina e dall'interattività tattile. 

Se il mezzo è il messaggio, le nuove generazioni Mobile e APP, siano esse rappresentate da nativi o immigrati digitali, hanno trasformato nel giro di pochi anni il loro dispositivo mobile (posseduto da 90 italiani su 100), in stile di vita. Le nuove tecnologie digitali hanno cambiato il rapporto con l'informazione e creato nuove possibilità per le relazioni sociali generando un impatto concreto sulla vita quotidiana. Ne sono derivati nuovi comportamenti e abitudini. Il professionista diventa un tecnofilo mobile e dotato di oggetti tecnologici diversi che usa per motivi di lavoro.  L'amante del gioco si trasforma in tecnoludico utilizzando una miriade di nuovi gadget tecnologici per riempire il suo tempo libero di nuove forme di divertimento e di intrattenimento che trovano espressione sia nel gioco solitario con il proprio dispositivo sia online frequentando social network e spazi di gioco collaborativi e sociali. 

La pratica tecnologica dei tecnoludici va oltre il semplice videogioco ma da esso deriva le principali dimensioni che lo caratterizzano. Il tecnoludico interagisce con la tecnologia accettandone le regole previste dal tipo di dispositivo usato, dalle sue funzionalità e dal gioco stesso. Le accetta come parte integrante del poter giocare (il gioco è libertà ma non esiste alcun gioco senza regole, quando le regole cambiano, si cambia gioco) e sperimentare esperienze di gioco capaci di metterlo in contatto con altri tecmoludici o di giocare in perfetta solitudine, sempre però all'interno di contesti tecnoculturali predefiniti, e ambientazioni storiche evocative e coinvolgenti. Ogni gioco, sia esso a sfondo militare e guerresco o di semplice simulazione, ha sempre un suo retroterra culturale, una sua iconografia e ideologia che ne determinano le dinamiche e le forme di rappresentazione visuale oltre che le regole e le forme interattive di gioco. E' da questo retroterra che traggono forma e narrazione le realtà virtuali del gioco digitale tecnoludico. Ambientazioni storiche, scenari e habitat diversi fanno da sfondo a spazi di gioco senza tempo ma riconoscibili come reali e storicizzabili, sempre percorribili, attraversabili e sperimentabili con percorsi nuovi e capaci di generare nuove emozioni, grande meraviglia e curiosità e ogni genere di esperienze, anche quelle che nella vita reale sono proibite, rare o semplicemente oniriche. 

La tipologia di giochi elettronici disponibili porterebbe a descrivere il tecnoludico come militarista e amante della guerra, della violenza e della lotta. In realtà molti tecnoludici sfruttano il mezzo tecnologico, i suoi linguaggi e le sue potenzialità per esprimere creativamente e in modo innovativo nuove forme di gioco e di divertimento artistico. Sono tecnoludici di questo tipo i situazionisti, capaci di smontare una soluzione tecnologica e di ricomporla, ricombinandone gli elementi in modo da ottenere risultati e significati diversi e di favorire la partecipazione attiva e ludico-partecipativa degli utenti e giocatori. Lo fanno anche con performance, come quelle che organizza Urban Experience basate su 'performing media', performance come Happy New Hear, che uniscono le attività online e offline invitando chi partecipa a contribuire  attivamente con azioni sul territorio (Social Local Mobile), utilizzando strumenti tecnologici come social newtwork, autoradio, web, mappe interattive e dispositivi mobili. Lo sono i dadaisti e i surrealisti contemporanei, che hanno introdotto il gioco sovvertendo le regole creative e che, appropriandosi delle componenti ludiche tecnologiche, le portano su binari completamente diversi da quelli originali, costruendo in questo modo nuove esperienze ludotecniche, frutto di entusiasmo che rende possibili nuove azioni creative, improvvisazioni e 'game'. 

Tecnoludici sono da considerare anche i numerosi hacker impegnati più a trovare forme di divertimento nel loro agire che a farlo per scopi criminali o di autocompiacimento e fine a sè stesse. Agire da hacker significa usare in modo creativo (tecnocreativo) la tecnologia sperimentando un ampio ventaglio di pratiche trasversali capaci di produrre opere artistiche ma anche resistenze e lotte contro l'uso monopolistico, antilibertario e antidemocratico della Rete e della tecnologia in genere. Queste lotte si esprimono a volte in azioni anarchiche (tecnoanarchiche) dal forte significato politico, anche quando sono praticate con spirito ludico e irriverente. 

In Italia è considerato tecnoludico il 15/20% della popolazione, una percentuale composta prevalentemente da persone giovani, tra i 15 e i 29 anni, nativi digitali  alla ricerca di divertimento ma anche di socialità e tutti dotati di smartphone, (87 italiani su 100 lo portano sempre con sé ) tablet, notebook o lettori MP3, di cui non possono più fare a meno. Il tecnoludico italiano è un utilizzatore giovane che frequenta assiduamente i social network e si diverte a usare tecnologie digitali nel suo tempo libero, in momenti di relax ma anche in situazioni e ambienti non sempre appropriati per una interazione tecnologica come concerti e a teatro o in pubblico. 

Tecnoludici non sono solo i giovani. Tutti lo possono essere perchè nessuna età impedisce di giocare (videogiocare) e tutti possono trarre benefici e benessere dall'esplorazione di mondi virtuali e realtà simulate misurando le proprie abilità tecnologiche, esprimendo la propria creatività e dando prova di intelligenza strategica, di fantasia e di movimento.

 

 

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