Tecnoneutrali

01 Gennaio 2015 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchlli 80 PROFILI DIGITALI - Identità, personalità e stili di vita determinati tecnologicamente, è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

Tecnoneutrali 

Né tecnofili né tecnofobi, i tecnoneutrali non si schierano e non partecipano alle discussioni che animano il dibattito sulla tecnologia e i suoi effetti. Non parteggiano per utopie tecnologiche nè combattono visioni apocalittiche e catastrofiste come quelle narrate in molti film di fantascienza. Benchè in molte situazioni la tecnologia non sia neutrale (può marginalizzare le persone, può impedire il flusso di conoscenze, ecc.) i tecnoneutrali non perdono la fiducia nella sua neutralità e capacità di fare da catalizzatore della fiducia delle persone. Per loro la neutralità tecnologica è la libertà che gli individui o le organizzazioni hanno di scegliere la soluzione tecnologica più appropriata a soddisfare un bisogno o dei requisiti funzionali e applicativi. I suoi effetti dipendono dalle scelte e dall’uso che se ne fa. 

La neutralità dei tecnoneutrali li collega ai tecnodeterministi. La loro visione strumentale della tecnologia che fa loro accettare la tecnologia per quello che è, li porta anche a seguire l’imperativo deterministico tecnologico. Per i tecnoneutrali i prodotti tecnologici sono semplici macchine inanimate che non hanno alcuna possibilità reale di cambiare in modo autonomo il mondo in cui sono utilizzati. In quest'ottica l'invenzione della macchina da stampa o del computer è stata per loro una semplice innovazione tecnologica che ha reso più semplice stampare libri e quotidiani o scrivere a casa, al lavoro e oggi anche in mobilità. 

I tecnoneutrali devono fare i conti con un ampio sviluppo di pensiero centrato sulla non-neutralità della tecnologia (tecnica). A sostenere la non-neutralità sono stati, tra gli altri, pensatori come Marshall McLuhan, teorizzatore della coincidenza del medium con il messaggio, un concetto che eliminando l'equivoco che fa dipendere il valore di uno strumento dall'uso che se ne fa, assegna al medium stesso la responsabilità e la capacità di condizionare e influenzare la comunicazione sia dal punto di vista formale che contenutistico. Sulla stessa lunghezza d'onda si trovano Derrick De Kerckove che vede le tecnologie attuali come brainframes che si sovrappongono alla mente umana condizionandola, Umberto Galimberti che in Psiche e Techne ha descritto come e quanto la tecnologia possa influenzare la realtà umana definendone i contesti e i confini percettivi e cognitivi in cui si muove l'essere umano, e infine il filosofo Martin Heidegger che assegna al dominio della tecnica la responsabilità della evoluzione tecnologica e scientifica moderna.

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