Tecnotardivi

01 Gennaio 2015 Redazione SoloTablet
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Il libro 80 PROFILI DIGITALI di Carlo Mazzucchelli è pubblicato nella collana Tecnovisions di Delos Digital

Tecnotardivi 

I tecnotardivi sono coloro che hanno iniziato a 'giocare' con la tecnologia solo recentemente. Lo hanno fatto grazie alla pervasività del mezzo tecnologico, soprattutto Mobile, alla accresciuta facilità con cui si accede a Internet e alla Rete e alla familiarità e apertura di molti spazi abitati della rete, dei suoi prodotti e delle sue funzionalità. Compongono una categoria di individui che di fronte ad un computer, come ha scritto Presnsky, tenderebbe probabilmente a fare segni sullo schermo con una matita a carboncino prima di rendersi conto della tattilità e interattività della superficie che stanno utilizzando. Si collocano tra i tecnonativi e i tecnoimmigrati ma sono più imparentati con questi ultimi e non sono molto diversi dai tardivi neandertaliani che si dovevano confrontare con i rappresentanti della loro specie che già manifestavano il passaggio evolutivo a quella dei sapiens. 

Condividono con i tecnoimmigrati la mancanza di dimestichezza nell’uso delle tecnologie ma manifestano un ritardo di comprensione e una difficoltà cognitiva, oltre che pratica, a trarre vantaggio dalle opportunità offerte dalla tecnologia. Questo ritardo è reso palese dall’uso che i tecnotardivi fanno dei gadget tecnologici più diffusi come lo smartphone, la macchina fotografica digitale, o il tablet e di risorse tecnologiche come Internet, connettività e media digitali. Condividono con i tecnonativi la voglia di esibire prodotti tecnologici di ultima generazione e costosi (tecnoesibizionisti) ma l’uso che ne fanno, rendono il loro investimento improduttivo perchè sono incapaci di sfruttare al meglio le potenzialità degli strumenti acquistati e di andare poco oltre il dispositivo hardware di cui si sono dotati. Questa incapacità si manifesta nella loro goffaggine a muoversi nei social network, nella difficoltà a sfruttare le potenzialità della rete e a usare i media sociali come strumenti di comunicazione, interazione e collaborazione. 

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Il tecnoimmigrato poco acculturato di tecnologia studia e si impegna per apprendere le nuove tecnologie e mutare, anche cognitivamente, i propri stili di vita e comportamenti. Non ama sentirsi tagliato fuori e tolto di mezzo dalle nuove generazioni di tecnonativi e vuole trovare una sua collocazione nell’era digitale, nella quale si trova a muoversi più come un migrante che come un residente, pur essendo stato in alcuni casi un colono e un precursore della Rete e di Internet. Il tecnotardivo anche se lo facesse non ci riuscirebbe, perché è incapace di riconoscere la convergenza tecnologica in atto, la filosofia e cultura a essa sottostante e la finalità di strumenti tecnologici come blog, Twitter, WhatsApp, ecc. 

Come hanno ben descritto nel loro libro Nati con la rete. La prima generazione cresciuta su Internet. Istruzioni per l'uso (BUR 2009), gli autori Palfrey John e Gasser Urs, i tecnotardivi possono anche essere considerati i nuovi colonizzatori della rete. In spazi sociali come Facebook i tecnotardivi hanno ritrovato la familiarità di spazi ed esperienze già vissute come l’incontro di amici perduti nel tempo e lo scambio di fotografie e ricordi. E’ una familiarità resa possibile dai meccanismi facili del social network che rende loro possibile ricostruire tecnolgicamente modelli familiari e sperimentare stili di vita già praticati nella vita reale. Il modo con cui i tecnotardivi fanno uso della tecnologia non può essere giudicato come positivo o negativo. E’ un fenomeno di cui prendere atto, nelle sue numerose contraddizioni (ad esempio sopravvalutazione acritica del mezzo tecnologico), nell’idea stessa di Internet che evidenzia, nella superficialità con cui sono gestite problematiche come la privacy e nella semplificazione che viene fatta della vita digitale e virtuale.

Non tutti i tecnotardivi si assomigliano. Alcuni sono tecnoimmigrati che hanno maggiori difficoltà di altri nell'uso di strumenti tecnologici e che fanno fatica a capire come applicare le nuove tecnologie alle loro pratiche quotidiane. Rimangono tecnotardivi fino a quando non scoprono lo strumento ideale per soddisfare i loro bisogni. Compresa la validità delle nuove tecnologie sono capaci di colmare il gap generazionale in poco tempo e, facilitati dai nuovi dispositivi mobili, a partecipare alla viat sociale online esattamente come lo fanno nella loro vita reale.  Continuerà a mancare loro il controllo perfetto dei linguaggi della rete, la conoscenza allargata delle sue potenzialità e risorse, ma saranno in grado di sfruttare al meglio i servizi offerti da strumenti come WhatsApp, SMS, Uber, Facebook e di speriemntare anche nuoni gadget tecnologici indossabili come orologi inteligenti o braccialetti per il monitoraggio del benessere fisiologico e personale.

I tecnotardivi che nascono e rimangono tali sono assimilabili ai tecnoignoranti, consumatori e utilizzatori della tecnologia che, pur possedendo dispositivi diversi come uno smartphone, un tablet o una macchina fotografica e pur avendo speso somme importanti per il loro acquisto, continuano a non valorizzarne la capacità, le funzionalità e le applicazioni. Sono tecnotardivi coloro che pur disponendo di un iPhone lo usano solo per telefonare o inviare SMS, coloro che disponendo di un tablet e di una macchina fotografica digitale professionale continuanano a scattare foto con il primo, e infine coloro che usano il loro tablet solo per giocare.

I tecnotardivi digitali sono spesso accessoriati tecnologicamente e frequentatori di spazi sociali online ma non ne comprendono il significato profondo e non ne sfruttano le potenzialità in termini di comunicazione, acquisizione di informazioni e di nuova conoscenza. Frequentano Blog e comunità ma in modo passivo e recettivo; sui social network sono spettatori o semplici osservatori del piacere che altri traggono dallo strumento e dalla vita sociale online;  difficilmente sperimentano nuove applicazioni o lo fanno solo su suggerimento di altri; non amano esporsi con cinguettii e messaggi vari perchè ritengono pericoloso esporsi e faticoso gestire la condivisione che nasce da conversazioni e contatti online; vedono nelle nuove tecnologie uno strumento utilitaristico ma non ne comprendono la loro destinazione di scopo, a livello personale e professionale.

Tecnotardivi tecnologici sono in genere molte persone anziane, tardive nella scoperta del potenziale delle nuove tecnologie, ma non necessariamente tardive nel senso della comprensione e utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici. Facebook, Twitter e WhatsApp non sono più applicazioni solo per giovani e nativi digitali. Un numero crescente di persone anziane (in pochi anni il numero di anziani che usano Internet è raddoppiato) ha rinunaciato alla lettura del giornale sulle panchine dei giardini pubblici e sono diventati esperti nell'uso di mouse o delle funzionalità tattili del loro tablet e smartphone con cui conversan o e mantengono i contatti con amici e conoscenti o ne cercano di nuovi. Un segnale di un restringimento progressivo della categoria dei tardivi, e della loro migrazione nella categoria dei tecnoistruiti, consumatori capaci di interagire con la tecnologia ma soprattutto di piegarla a bisogni concreti come il superamento dell'isolamento e della solitudine e la soddisfazione di una curiosità crescente verso il nuovo e i numerosi mondi tecnologici emergenti. 

"I tardivi confrontano i misteri della rete con i confortevoli luoghi di cui hanno esperienza, e ne stanno alla larga. Per alcuni di loro, questa ritardata emozionante scoperta si traduce rapidamente in elaborazioni, considerazioni, idee, e persino progetti imprenditoriali in ritardo di anni su quanto la rete ha già discusso e analizzato e creato prima. Ma questo potrebbe non significare niente, perché ormai una cospicua parte degli interlocutori o degli utenti di queste idee è a sua volta tardiva, soprattutto in Italia. “ (prefazione di Luca Sofri  per il libro di “Nati con la rete”).

 

 

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