Il libro di Carlo Mazzucchelli Tecnologia, mon amour è pubblicati nella collana Technovisions di Delos Digital
Robot alla conquista dei nostri posti di lavoro
Non temono il jobs act e stanno diventando sempre più intelligenti. Sono macchine non sindacalizzabili e capaci di occupare molti spazi lavorativi fino ad oggi presidiati da umani. Se continua così secondo alcuni il medioevo prossimo venturo è assicurato. Uno scenario prevedibile vista la capacità delle nuove macchine intelligenti di sostituire sia lavori manuali sia lavori intellettuali. A rischio sono i colletti blu, come lo sono stati i braccianti all’apparizione delle macchine a vapore, ma anche i colletti bianchi e coloro che lavorano con la mente. Se ciò si avvererà potremmo in un domani non lontano soddisfare i nostri bisogni materiali senza dover sgobbare ed essere più liberi, ma senza un posto di lavoro!
Di macchine intelligenti ne conosciamo molte. Ad esempio il bancomat che da anni ci rifornisce di denaro in modo efficiente e sicuro e oggi le auto che si guidano da sole senza bisogno dell’aiuto di un autista umano. Ma ci sono anche i robot con cui Amazon ha annullato migliaia di lavoratori umani dai magazzini della sua filiera logistica e le aziende cinesi che stanno introducendo migliaia di robot nelle loro fabbriche di elettronica e assemblaggio di smartphone e tablet.
L’automazione tecnologica non è un fenomeno nuovo e, nelle sue varie fasi di evoluzione, ha già cambiato radicalmente il mondo. Oggi ciò che la caratterizza è la sua accelerazione che sembra dominata da un’autonomia e indipendenza tecnologica che non ha più bisogno dell’essere umano per progredire. Ne derivano grandi opportunità, nuove possibilità e nuovi incubi. Uno su tutti la sparizione del posto di lavoro, in un momento storico ed economico nel quale il lavoro è già sparito o è diventato in massima parte precario, sia nella sua flessibilità che nella componente reddituale.
Tecnologia, mon amour
Fino a poco tempo fa l’automazione tecnologica e l’evoluzione della tecnologia in generale sono state guardate con occhio benevolo, ottimista e incantato. Questo sguardo positivo e entusiasta aveva messo in secondo piano i tecno-pessimisti e tutti coloro che, da punti di vista diversi, mettevano in guardia contro la prepotenza e la pervasità tecnologica. Da alcuni anni la schiera dei tecno-entusiasti si è assottigliata e sono emerse nuove analisi e riflessioni che hanno suggerito la necessità di elaborare nuovo pensiero critico in modo da guardare alla tecnologia con occhi diversi.
Di questa riflessione critica si è fatto portavoce anche SoloTablet (www.solotablet.it), il progetto editoriale da me fondato, che negli ultimi quattro anni ha fornito recensioni e approfondimenti sulle opere di vari autori come Sherry Turkle, Eugeny Morozov, Jaron Lanier, Manfred Spitzer, Howard Rheingold e molti altri.
Un nuovo autore che merita di essere segnalato è Martin Ford, fondatore di una società di software della Silicon Valley e autore anche di Lights in the Tunnel: Automation, Accelerating Technology and the Economy of the Future. Il suo ultimo libro, uscito negli Stati Uniti e non ancora disponibile in lingua italiana, si intitola Rize of Robots e mette in guardia tutti ma soprattutto i colletti bianche dall’avanzata dei robot e dalla loro capacità di sostituirsi a loro in molte attività lavorative tipiche di lavoratori della conoscenza. E’ un testo che riprende le riflessioni di autori che sul tema della robotizzazione delle macchine avevano già espresso dubbi e perplessità come Andrew McAfee, Robert Gordon (Race against the Machine) e David Autor. L’autore si interroga sul futuro del lavoro, su quanti posti di lavoro rimarranno e su chi potrà continuare a mantenerli resistendo alla proliferazione dei robot. Ford non è uno studioso e neppure un accademico ma un imprenditore produttore di software. Le sue conclusioni negative e preoccupate sul predominio delle macchine lo porta a chiedere interventi pubblici di sostegno al lavoro umano in vista di quella che è, secondo lui, una rivoluzione tecnologica già realizzata. Una rivoluzione iniziata dagli umani e oggi perseguita dalle macchine stesse con la loro evoluzione che impone cambiamenti dirompenti in tutti gli ambiti di vita, sia individuali che sociali. Una storia che sembra essere la scenografia del film Automata (2014) con Banderas nei panni dell’umano ma soprattutto di Clio, robot superintelligente e sensibile che ha rotto una delle regole impostegli dagli umani, quella di non modificare o riparare se stessi o altri robot.
La riflessione critica di Ford nasce dalla considerazione che la tecnologia non ha portato ad un nuovo paradiso in terra o a lavorare meno per lavorare tutti, bensì sta contribuendo massicciamente alla riduzione del lavoro e alla sua precarizzazione. Il fenomeno tocca la parte manifatturiera e ripetitiva del lavoro umano, dove i posti rimasti per gli esseri umani sono quelli più flessibili o che richiedono una grande capacità percettiva e visiva, ma anche quella più creativa e legata ad attività mentali e intellettuali. Se un operaio cinese si sta sindacalizzando e chiede un aumento di stipendio, oggi può essere sostituito da un robot, che costerà meno ma soprattutto non avanzerà mai la richiesta di un rinnovo di contratto. Se un dipendente in carne e ossa di un fast food americano avanza richieste di salario e se a farlo saranno in molti, è facile immaginare la loro sostituzione con macchine intelligenti capaci di automatizzare altre fasi di produzione, della logistica o del servizio ai clienti del punto vendita.
Se la realtà del lavoro è quella che tutti conosciamo non meraviglia che cambi anche la riflessione sul ruolo della tecnologia. E’ una riflessione necessaria perché invece di generare maggiori opportunità e allargare le opzioni di lavoro, la tecnologia sembra remare al contrario. La sostituzione uomo-macchina non è più limitata alla previsione di Wiener sui lavori manuali ma interessa anche attività cognitive e intellettuali. Candidati a essere sostituiti sono giornalisti e lavoratori di ufficio, addetti agli studi legali e segretarie, magazzinieri e persino programmatori di computer. La robotizzazione colpirà sia i colletti blu che quelli bianchi, farà evaporare posti di lavoro manuali e colpirà i lavori tipici del ceto medio che hanno garantito la loro solidità economica e il benessere familiare. A essere interessati dalla rivoluzione tecnologica saranno anche gli ambiti dell’istruzione e della sanità pubblica con conseguenze nefaste in termini di disoccupazione e diseguaglianza.
La precarizzazione del lavoro, unitamente alla robotizzazione porterà a un ulteriore calo dei consumi con effetti perversi sulla economia e sulla vita delle persone. Con questi scenari di fronte Rise of the Robots di Ford è un invito a tutti a valutare con maggiore attenzione le implicazioni e gli effetti della evoluzione tecnologica. La riflessione deve valutare anche le opportunità che la tecnologia sta offrendo ma soprattutto deve servire a elaborare strategie per il futuro. E’ un futuro che può essere catastrofico o prospero, insicuro economicamente e caratterizzato da disuguaglianza diffuse e crescenti o equilibrato e ricco di opportunità per tutti.
Il libro di Ford offre, a tutti coloro che sono interessati a contribuire a dare forma agli scenari futuri, innumerevoli spunti di riflessione e nuovi strumenti cognitivi e informativi per farlo.
Bibliografia
- Shadow Work di Craug Lambert
- La gabbia di vetro di Nicholas Carr
- The Second Machine Age di Andrew McAfee
- Robot futures di Illah Reza Nourbakhsh