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Tecnologie e sviluppo del benessere psicobiologico

Tecnologie e sviluppo del benessere psicobiologico

01 Novembre 2018 Redazione SoloTablet
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PREMESSA

Il libro di Carlo Mazzucchelli Tecnologie e sviluppo del benessere psicobiologico è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

Premessa

di Carlo Mazzucchelli

 

Questo libro nasce da un incontro casuale che ha evidenziato tra i suoi due autori una sensibilità condivisa sul ruolo e sugli effetti della tecnologia[1]. Una sensibilità senza venature tecnofobiche o tecnofile, ma caratterizzata dalla convinzione della necessità e dell’urgenza di una riflessione critica, cinica (né conformistica, né omologata) e consapevole sull’evoluzione tecnologica attuale. Una riflessione sulla sua volontà di potenza e velocità di fuga, verso un mondo futuro che potrebbe diventare meno umano, perché mediato e ibridato tecnologicamente. Una riflessione sul ruolo della tecnologia nel far nascere il bisogno di nuovi equilibri e bilanciamenti, utili alla costruzione del Sé di ogni individuo e al suo benessere psicobiologico. 

L’occasione dell’incontro è stato un evento, Era Digitale: dalle potenzialità ai danni, organizzato a Firenze il 3 febbraio 2018 in collaborazione con SIPNEI Toscana (vedi finestra sottostante), al quale i due autori partecipavano come oratori. Uno dei numerosi eventi che in questi anni hanno raccontato e raccontano le molteplici rivoluzioni tecnologiche in atto, evidenziandone benefici, vantaggi e opportunità. L’evento aveva come obiettivo di evidenziare anche le problematicità, i potenziali effetti negativi, le conseguenze di una pervasività tecnologica che sta facendo emergere nuovi comportamenti, abitudini e stili di vita, agendo in profondità a livello cognitivo, percettivo, adattativo, e del funzionamento del cervello stesso. 

Un cervello[2] che vive nel periodo dell’infanzia la sua fase di sviluppo più significativa. Non solo in termini di crescita della massa cerebrale (raggiunge l’85% verso i due anni) ma dei collegamenti strutturali e funzionali che contribuiranno a formare l’architettura neuronale che servirà a sostenere la vita così come l’apprendimento futuro dell’individuo. Un apprendimento diventato difficile sia per i più giovani sia per gli adulti, anche perché avviene nel clima generale di incertezza sociale che caratterizza l’era attuale, globalizzata dalla tecnologia e dai suoi prodotti.

 

FINESTRA 1: SIPNEI (Società Italiana di Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia) 

È una delle più grandi società scientifiche interdisciplinari, fondata nel 2000 da Francesco Bottaccioli (oggi presidente onorario)  filosofo della scienza e docente di PNEI nella formazione post-laurea di numerose Università e da un gruppo di studiosi e ricercatori e oggi è diffusa sul territorio nazionale con circa 350 iscritti organizzati in 12 sezioni regionali. I soci sono in larga parte medici e psicologi ma, numerosi, sono anche gli altri professionisti della salute e i ricercatori nelle scienze della vita e umane. Attuale presidente è Mauro Bologna Professore ordinario di Patologia Generale nell’ Università dell’Aquila.  Punto centrale è l'evidenza della costante comunicazione tra sistemi biologici e psicologici che ha permesso il passaggio da una visione parcellizzata dell'essere umano e della sua cura ad una visione integrata che, superando la dicotomia mente-corpo, apre ad uno studio dell’organismo umano nella sua totalità e interezza e nel suo fondamentale rapporto con l’ambiente. A tal fine è impegnata a promuovere il cambiamento nella cura, nella ricerca scientifica e nelle relazioni umane. Oggi questo studio non può non tenere conto dell’emergere di un ambiente modificato tecnologicamente, che può avere importanti effetti nello sviluppo e nell’evoluzione degli esseri umani del terzo millennio. 

La SIPNEI pubblica 2 riviste, entrambe fondate e dirette da Francesco Bottaccioli: 

PNEI News,  fondata nel 2007, bimestrale di medicina, psicologia, bioscienze e filosofia.

PNEI Review, fo data nel 2013, semestrale di approfondimento scientifico, edita dalla Franco Angeli, sostenuta da un Comitato scientifico interuniversitario. 

Promotrice di numerosi eventi scientifici e divulgativi nazionali e internazionale cura in particolare i Master in PNEI di I e II livello, rispettivamente, all’Università di Torino e all'Università dell’Aquila.

www.sipnei.it

La tecnologia sta modificando le condizioni ambientali nelle quali gli umani del terzo millennio si muovono. Gli adattamenti che ne derivano sono generalmente sincronici, come risultato dei nuovi equilibri che si determinano tra individui e nuovi ambienti mediati tecnologicamente, ma la forza della tecnologia attuale è tale da provocare anche cambiamenti diacronici (linguistici, nella scrittura, socio-culturali, ecc.), fenotipici (risultato dell’interazione tra componente genetica e ambientale), comportamentali e forse anche genotipici più profondi (riferiti a mutazioni cellulari). 

Si è passati da un universo-mondo a un altro, ancora sconosciuto e del quale si ha una conoscenza limitata e scarsa consapevolezza. Il nuovo mondo è  tecnologico, interconnesso e globalizzato. Non è nato dal nulla ma sta manifestando solo ora le tante mutazioni di cui è stato “levatrice” negli anni passati. Ciò che emerge sta delineando una nuova fase evolutiva del genere umano, determinata dall’interazione con un ambiente che non è più solo quello attuale (reale) ma anche virtuale e digitale. Il risultato è un adattamento evoluzionistico in atto alle novità emergenti, in contesti sempre più dominati dalla tecnologia. 

Per comprendere i cambiamenti in corso non è più sufficiente uno sguardo superficiale, lineare, sincronico, epifenomenico. Ne serve uno complesso, multidisciplinare, circolare, ampio, critico e approfondito. Capace di andare oltre le apparenze e le percezioni determinate dalle semplici esperienze con un display o una piattaforma di social networking, oltre il racconto che oggi caratterizza, soprattutto a livello mediatico, le narrazioni sulla tecnologia. 

Il cambio di sguardo, che obbliga a un cambio di paradigma, spiega l’incontro con SIPNEI, la collaborazione che ha portato all’organizzazione dell’evento Era Digitale e ha prodotto il progetto di scrittura di questo e-book con lo psicologo e psicoterapeuta Alessandro Bianchi. 

Il cambio di paradigma è quello che, rifiutando il riduzionismo cartesiano, tipico di molta cultura, anche scientifica, sposa la contaminazione e la complessità, come metodologia, approccio teorico, pratica professionale e curativa. Con questa visione e prospettiva, l’organismo umano viene studiato nella sua globalità come persona, nella sua interezza, e nel suo rapporto fondamentale con l’ambiente (anche culturale). Una persona globale, il cui ambiente è  oggi modificato tecnologicamente e che, come tale, può avere importanti effetti nello sviluppo e nell’evoluzione degli esseri umani del terzo millennio. 

L’attenzione verso il ruolo centrale dell’ambiente e delle relazioni con esso serve a evidenziare il ruolo dell’adattamento, inteso sia come modificazione del sistema psicofisico del soggetto, sia dell’ambiente stesso da parte dell’individuo. In un ambiente tecnologico che vede una presenza pervasiva e un’interazione continua con innumerevoli strumenti tecnologici, l’adattamento assumerà forme diverse, tutte con riflessi e influenze sulla persona, in particolare nei primi anni di vita. 

Le prime fasi della vita hanno un’influenza significativa sulle caratteristiche psicobiologiche dell’adulto, sulla sua salute futura, sul suo potenziale benessere o eventuali alterazioni e sofferenze. Lo racconta l’epigenetica le cui scoperte possono determinare un campo di azione con un impatto forte sulla cura della salute, sul benessere e sulla vita, sia individuale sia collettiva delle persone. Il punto di partenza è la centralità delle prime fasi di vita nello sviluppo dell’individuo umano. 

Fasi che iniziano con il concepimento, la gravidanza, il parto e con il lungo periodo di accudimento successivo, necessario alle caratteristiche psicobiologiche della specie umana. È a partire da queste fasi che il cervello e il sistema immunitario umano assumeranno l’assetto “definitivo” (verso i vent’anni). Un assetto molto sensibile alle impostazioni iniziali, alle tracce (pur sempre reversibili) lasciate dalle esperienze vissute e ai fattori che le hanno influenzate (stress, alimentazione, durata della gestazione, allattamento, tipo di legame di attaccamento, sostanze chimiche, ecc.). A questi fattori oggi andrebbe aggiunta anche la tecnologia che ha colonizzato l’ambiente ma anche la mente e il corpo, si è fatta cultura, sta alimentando la percezione dell’inadeguatezza umana di fronte alla tecnica e forgiando a propria misura la cognizione e l’azione umana. 

Se le prime fasi di vita dell’individuo sono così importanti, i genitori si trovano ad avere grandi e nuove responsabilità nell’accudimento del loro “cucciolo” umano, fin dalle sue prime esperienze dentro una culla (oggi diventata anche tecnologica). È a questi genitori, e a quanti diventeranno tali, che questo e-book si rivolge, proponendo un approccio e un modo di guardare innovativi al loro ruolo genitoriale e ai loro figli, Nativi Digitali[3] e Tecnorapidi[4]; ma suggerendo anche un prontuario fatto di conoscenze e di buone pratiche, finalizzate al benessere psicobiologico dei loro figli. 

Più che suggerire un elenco di azioni o scelte da compiere, abbiamo dato forma a un racconto che permetta a chi legge di contestualizzare la tecnologia nelle esperienze relazionali che caratterizzano la vita del bambino, dal periodo perinatale[5] in avanti. Esperienze relazionali che plasmano i sistemi biologici dei bambini e si esprimono in azioni concrete quali allattare, vestire, lavare, accarezzare, svezzare e accompagnare al sonno. E oggi anche nel consentire o meno l’accessibilità a un dispositivo elettronico, stabilendone regole d'uso e modalità relazionali di affiancamento. 

Queste esperienze che si traducono in scelte e azioni fanno sorgere una miriade di dubbi e impongono decisioni continue. I dubbi riguardano l’uso o meno del ciuccio, la pratica dell’allattamento, i comportamenti da adottare quando il bambino piccolo piange e quando, più grande, reclama una maggiore autonomia, ma anche il mettere a disposizione o meno un dispositivo mobile, scegliendo quando iniziare a farlo, quanto a lungo e in che modo. Rispondere in modo adeguato a questi dubbi serve a migliorare la relazione di accudimento tra genitori e figli, una relazione che non è una semplice espressione di azioni e comportamenti ma un mix psicobiologico di preparazione alla vita adulta. 

Il nostro e-book si rivolge in primo luogo ai genitori e a coloro che lo diventeranno, ma anche a educatori, insegnanti e psicologi che hanno compreso il ruolo assunto dalla tecnologia nel determinare solitudini, fenomeni sociali come cyberbullismo e dipendenze, ma anche nel condizionare lo sviluppo psicobiologico dei più giovani. Conoscere ciò che sta accadendo e i suoi effetti è il primo passo per cogliere i fenomeni emergenti e relativi attrattori, così come le loro dimensioni e sviluppi futuri. Riflettere sulla relazione che ci lega alla tecnologia è diventato necessario per adottare buone pratiche finalizzate a facilitare lo sviluppo fisico e psichico del minore. 

La visione che ci ha ispirato è sistemica, influenzata dalle teorie della complessità[6] che vedono negli organismi umani sistemi complessi da prendere in considerazione nella loro totalità (ogni elemento dà il suo contributo ma il risultato finale è diverso della semplice somma degli elementi). A livello psicologico la visione è quella della Psicologia Funzionale (Funzionalismo moderno) che guarda alla persona senza separare tra loro corpo e mente, psiche e soma. L’oggetto di studio non è più un singolo fenomeno ma la persona nella sua totalità, prendendo in considerazione tutti i fenomeni che la riguardano. 

I concetti su cui si basa il Funzionalismo moderno e che alimentano anche la riflessione e la narrazione di questo e-book, sono quelli di Funzione[7] (processi psicocorporei del Sé), Esperienze di Base del Sé (che il bambino compie nelle fasi dello sviluppo) e Funzionamenti di fondo[8] (capacità alla base della salute e del benessere). Il modo di attraversamento delle Esperienze di Base determina il modo di funzionare da adulti e le direzioni di vita intraprese. Conoscere i Funzionamenti di fondo di ogni individuo permette non solo di intervenire sulla direzione da intraprendere ma anche di comprendere cosa succede quando lo si fa. 

A partire da quanto si conosce in termini di Funzionamenti di fondo abbiamo cercato di suggerire una lettura di cosa può accadere a un bambino inserito in ambienti ibridati tecnologicamente e pervasi dalla presenza di una miriade di soluzioni tecnologiche (non solo smartphone e tablet ma anche APP, media sociali, videogiochi, realtà virtuali, sensori, prodotti con tecnologie indossabili, robot, ecc.). Se ciò che avviene nell’infanzia è fondamentale nella costruzione del Sé del bambino, conoscere quanto la tecnologia possa influenzare questa costruzione serve a evitare situazioni e condizioni che ne impediscano uno sviluppo sano ed equilibrato. 

A questo sforzo necessario di conoscenza abbiamo provato a fornire una narrazione, giustificazioni etiche e motivazioni. Il nostro prontuario è rivolto a genitori Tecnovigili[9], proattivi, consapevoli della forza e attrattività della tecnologia e motivati a contribuire allo sviluppo psicobiologico dei loro figli per prepararli a un mondo futuro altamente tecnologico, molto diverso da quello odierno, anche per le percezioni che le menti future avranno dello stesso. Lo sforzo di conoscenza e di approfondimento non può essere rivolto solo all’interazione con la tecnologia ma anche a tutte le attività di accudimento che caratterizzano la relazione genitore-figlio e alla fitta rete di rapporti che ogni individuo ha sin dalla sua nascita. 

In questa relazione un ruolo critico lo rivestono i contatti fisici attivati, anche in modo intenso, dallo sguardo, dal tatto e dalla voce. Sono contatti fondamentali per permettere al bambino di costruire una relazione positiva con l’ambiente che lo ospita. Il calore del tatto e dello sguardo, il potersi abbandonare o l’essere preso nelle braccia di un altro, sono tutte esperienze basilari con effetti sul benessere, anche futuro, della persona anche a livello emotivo, simbolico e cognitivo. La responsabilità di garantire questo tipo di esperienze e il loro fluire è del genitore, che deve farsi carico dello sviluppo evolutivo positivo del bambino o della bambina. Una genitorialità senza espressione di responsabilità potrebbe contribuire all’alterazione dell’organizzazione del Sé e all’insorgere futura di patologie. 

I bambini, già da neonati, hanno una capacità incredibile di interagire con l’ambiente, lo fanno affettivamente, sensorialmente e cognitivamente, assorbono da questo ambiente gesti, movimenti, comportamenti per l’espansione del proprio Sé. Contribuire a un’infanzia e a una adolescenza positiva significa parte dal guardare i figli come persone, esseri umani capaci di contatto e profonde relazioni affettive. 

La criticità nasce dall’essere consapevoli di quanto la pressione sociale esterna possa influire sulle capacità del bambino.  Oggi dall’esterno la pressione più forte, quasi inarrestabile, è prodotta dalla pervasività della tecnologia e dal suo ergersi a mediatore (baby-sitter) nel rapporto tra genitori e figli. Porre attenzione alla relazione con il bambino e assumere un ruolo di protezione nei confronti dell’infanzia è l’unico modo per uno sviluppo sano delle future generazioni. 

L’attenzione, nell’era tecnologica delle interruzioni e distrazioni continue, è diventata merce rara, ma il suo filone non è ancora esaurito. L’attenzione recuperata comunque non basta. Servono anche informazioni e conoscenze utili a riflettere criticamente sulla realtà vissuta. In questo nostro breve e-book abbiamo provato a fornire le une e le altre, unitamente ad alcune buone pratiche o regole  che pensiamo possano servire a soddisfare i bisogni dei bambini, favorendo la loro crescita sana, così come il loro benessere psicobiologico futuro. Pur in una realtà che sarà sempre più tecnologica e mediata tecnologicamente. 

Scrivere questo e-book è stato anche per i suoi autori un esercizio di attenzione, conoscenza e riflessione critica[10]. Il tema è vasto e si presta a interpretazioni e riflessioni diverse. Pensiamo di avere contribuito alla riflessione più generale attualmente in atto tra studiosi, sociologi, psicologi e psicoterapeuti sugli effetti della tecnologia (raramente presi in considerazione perché spesso nascosti dalla sua semplicità, accessibilità, pervaisivtà  e diffusione) sulla vita dell’individuo, e in particolare dell’individuo bambino. Ci piacerebbe che da questa nostra riflessione potessero nascere iniziative e attività, così come ricevere commenti e riflessioni da parte di coloro che ci avranno letto.

FINESTRA 2: La Psicologia Funzionale e L’Istituto di Psicologia Funzionale di Firenze 

Nota anche come Neofunzionalismo, la Psicologia Funzionale, nasce nel 1975 a Napoli nell’allora Centro Studi Wilhelm Reich, luogo in quegli anni di una fervida attività psicologica e sociale di ricerca e intervento nel solco della tradizione delle cosiddette “Psicoterapie corporee” (che prendono l’avvio negli anni ’20 dalle prime formulazioni di Wilhelm Reich sull’identità funzionale tra mente e corpo). 

Tra i personaggi principali Luciano Rispoli, a cui si deve la formulazione recente del modello Funzionale e la pubblicazione dei testi più significativi (reperibili nelle bibliografia al termine), e Barbara Andriello (coautrice con Rispoli di Psicoterapia corporea e analisi del carattere, 1988) da sempre attenta ai temi del sociale e alle evoluzioni della cultura. 

Alla base della Psicologia Funzionale c’è la visione di essere umano come entità unitaria, non divisibile o gerarchizzabile nelle sue componenti mentali e corporee. Il Sé è inteso come una organizzazione complessa e integrata di processi psicocorporei (denominati Funzioni) che interessano tutte le aree psicofisiologiche dell’organismo umano e concorrono in modo paritetico allo sviluppo del Sé: nelle dimensioni del Cognitivo (pensiero razionale e immaginativo, ricordi, fantasie), del Sensomotorio (movimenti, posture, tono muscolare), dell’Emotivo (emozioni nelle loro sfumature), del Fisiologico (processi dei sistemi biologi). Il Sé è studiato nello sviluppo dalla prima infanzia ricercandone le possibili alterazioni nelle Esperienze di Base del Sé (EBS) attraverso le quali il bambino trova, nella relazione di accudimento, soddisfazione ai propri bisogni fondamentali. Dal modo di attraversamento delle EBS si sviluppano che Funzionamenti di fondo che sosterranno nella vita la salute e il benessere. La Psicologia Funzionale trova oggi conferma nei più recenti contributi della Psicofisiologia e delle Neuroscienze. 

Dal 1989 l’Istituto di Psicologia Funzionale di Firenze-Impresa Sociale Onlus, applica il Neofunzionalismo in attività di ricerca, intervento, formazione e divulgazione. Un’attenzione particolare (grazie all’opera di Emilia Genta) è posta allo sviluppo dell’infanzia sin dalla fase perinatale, in un’ottica di prevenzione primaria e salutogenesi. In consonanza con il paradigma PNEI rivolge attenzione alla relazione tra lo sviluppo del Sé e gli input provenienti da cultura e ambiente, tra i quali il prepotente impatto delle tecnologie.

[1]   Le tecnologie che hanno cambiato il mondo sono numerose e applicate ad ambiti diversi quali la medicina, la chimica, l’ingegneria, la mobilità, lo spazio, ecc. In questo e-book quando il termine tecnologia è associato prevalentemente a un significato di tecnologie dell’informazione. 

[2]   Nella nostra era tecnologica viene spesso fatto un parallelo fra la struttura generale del sistema nervoso, la sua architettura neuronale, con quella di un calcolatore elettronico. L'analogia è suggestiva ma può essere fuorviante perché il cervello umano continua a essere molto più complesso di qualsiasi calcolatore oggi esistente e soprattutto è caratterizzato dalla sua plasticità e adattabilità. A differenza del calcolatore il cervello ha la capacità di modificare la sua stessa architettura. Sul parallelismo tra cervello e computer la letteratura è ampia e ricca di novità, in particolare se collegata allo sviluppo delle intelligenze artificiali e delle macchine (algoritmi) capaci di apprendere (machine learning).  

[3]  Terminologia usata per indicare la generazione di chi è nato e cresciuto in corrispondenza con la diffusione delle nuove tecnologie informatiche. Si tratta, in genere, di persone, soprattutto di giovani, che non hanno avuto alcuna difficoltà a imparare l'uso di queste tecnologie. 

[4]  Ragazzi Nativi Digitali (nati dopo alla fine degli anni 80') che hanno grande dimestichezza con le tecnologie e le praticano senza se e senza ma. Sono bambini, adolescenti e ragazzi che compongono le cosiddette Generazioni Millennium, Ypsilon e Zeta e che sono cresciuti con una interazione costante e persistente con le nuove tecnologie informatiche. Prima personal computer e video giochi, oggi prevalentemente Internet, social network e nuovi media sociali e dispositivi mobili. 

[5]  Periodo che precede e segue la nascita. La durata non è universalmente riconosciuta, generalmente viene compreso in senso ristretto tra la 28a settimana di gestazione e il 28° giorno dopo la nascita. In questo E-book viene inteso in senso estensivo dall'inizio della gravidanza al primo anno di vita. 

[6]    Visione interdisciplinare degli studi che si occupano di sistemi complessi adattivi, teoria del caos, teoria dei sistemi, intelligenza artificiale, cibernetica, fenomeni termodinamici lontani dallo stato di equilibrio, meteorologia, ecologia, sistemi sociali, ecc. 

[7]   Funzioni sono i processi, sempre psicocorporei, che si integrano nell’organizzazione del Sé. Possono essere colti in 4 dimensioni interconnesse: Cognitivo (pensiero razionale e immaginativo, ricordi, fantasie), Sensomotorio (movimenti, posture, tono muscolare), Emotivo (emozioni nelle loro sfumature), Fisiologico (processi nei sistemi biologi). Il concetto di Funzione, coerentemente con il salto epistemologico attuato con l’assunzione di un’ottica sistemica, supera la vecchia logica di parti o componenti e permette una visione del Sé come Sistema integrato. Le Funzioni sono attive nell’individuo fin dalla nascita e originariamente integrate tra di loro. La Psicologia Funzionale ne ha studiato l’andamento nel tempo, la convergenza nei Funzionamenti di fondo e le possibili alterazioni: separazione e scissioni; irrigidimenti e sclerotizzazioni; diminuzione di mobilità (come ampiezza e modularità); maggiore o minore sviluppo (ipo o ipertrofie). Per approfondimenti fare riferimento alla bibliografia specifica a fine libro. 

[8]    Insieme al concetto di Funzioni, quello di Funzionamenti di fondo è uno dei concetti cardine e più originali della Psicologia Funzionale. Per Funzionamenti di fondo si intendono le capacità, prevalentemente interattive, che l’essere umano attiva per soddisfare i bisogni alla base della salute e del benessere. Ogni Funzionamento (Contatto, Forza, Controllo…) implica una diversa organizzazione sistemica dei processi psicobiologici costituenti il Sé. Si sviluppano nelle relazioni di accudimento della prima infanzia all’interno delle cosiddette Esperienze di base del Sé (EBS); attraversamenti incompleti o inquinati delle EBS renderanno i Funzionamenti di fondo alterati nella vita adulta, minando la salute e il benessere. Per approfondimenti fare riferimento alla bibliografia specifica a fine libro. 

[9]   Tecnovigili sono genitori e adulti consapevoli dell'inutilità dei metodi autoritari nell'educazione dei loro figli. Sono adulti interessati ad accrescere conoscenza tecnologica e consapevolezza per relazionarsi meglio ai ragazzi. Sono Tecnovigili nati o diventati tali per poter continuare a capire e dialogare con i loro ragazzi tecnorapidi, sempre connessi e impegnati in qualche forma di interazione tecnologica. Sono alla ricerca della fiducia dei loro ragazzi, per poter mantenere aperto un dialogo e una comunicazione costante, di tipo bidirezionale. Per diventare interlocutori credibili ed efficaci hanno bisogno di parlare sempre in modo franco e aperto, di essere sempre aggiornati sulle novità tecnologiche e sui relativi effetti positivi e negativi, e di saper predisporre un piano di azioni condivisibile e accettabile anche dai ragazzi.

[10]   Riflettere criticamente significa praticare l’arte del dubbio. Un’arte oggi messa in disparte dall’assuefazione al meccanismo binario stimolo-risposta a cui siamo stati abituati dalla tecnologia. Riflettere criticamente significa dubitare, smontare la realtà di cui si sta facendo esperienza ponendosi delle domane, su se stessi, su cosa si sta facendo e sull’ambiente nel quale si è inseriti. Significa alimentare la voglia della scoperta, il viaggio che sempre essa comporta alla ricerca continua di nuove mete e destinazioni. Anche se fuori dall’ordinario e non suggerite da entità algoritmiche e uniformanti come Tripadvisor, Booking, ecc.

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