
Lo afferriamo dal comodino, nel buio della stanza, non appena ci assale un dubbio o una paura.
Cominciamo a smanettare, spesso andando a cercare riconoscimento dai (nostri?) followers su tutti i social che "possediamo".
Nella precarietà della vita odierna, il controllo è un bisogno e uno status: le pubblicità ce lo ricordano continuamente. Mai come in altre epoche, grazie o a causa dello smartphone, sembra davvero possibile amministrare e governare le incertezze.
Verona Porta Futuro
Gli influencer ne hanno fatto una professione e per tutti i narcisisti ora c'è la possibilità di portare in una tasca uno specchio enorme, sempre pronto all'uso. Io sono dell'idea che, quando ci assalgono le angosce, sia meglio utilizzare lo smartphone per creare qualcosa, invece di cercarlo: di modo che il pannello non sia di controllo, ma di riflessione, ascolto e vera connessione con ciò che sentiamo.
Potremmo ad esempio scrivere le nostre paure e i nostri dubbi (tastiera, vocabolario ed enciclopedia alla mano), magari condividendoli, proprio come sto facendo adesso con voi.
Al fine di ritrovare quella nostra infinita capacità di stupirci per le piccole cose, che poi è ciò che ci dona la voglia di viaggiare insieme, senza limiti di spazio.