La mente aumentata, Dai nativi digitali alla saggezza digitale di Marc Prensky - Editore Erickson
In un mondo in cui la risposta a ogni domanda è a portata di mano, quale spazio resta alla mente dell’uomo?
Oggi, grazie a oggetti che occupano poco più che il palmo della nostra mano, siamo in grado di gestire calendari, documenti e rapporti personali con una facilità tale che molti restano disorientati quando si trovano a dover eseguire queste operazioni senza l’ausilio dell’elettronica. Non è raro, allora, ascoltare gli appelli allarmati di chi invoca una minore invasione della tecnologia a favore di un’interazione diretta, nel timore che un ricorso eccessivo all’intelligenza artificiale condizioni negativamente la nostra capacità di pensare.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Marc Prensky, celebre opinion leader e interprete dei cambiamenti che la rivoluzione digitale ha portato al nostro modo di vivere, non la pensa così. In questo saggio, controverso e discusso, egli dimostra che un uso intelligente della tecnologia potenzia la mente e le sue abilità, piuttosto che inibirle. Attraverso decine di esempi, l’autore illustra come una combinazione ragionata delle capacità del pensiero, come l’assunzione di decisioni o il ragionamento complesso, con le possibilità concesse dalla tecnologia, come l’archiviazione ed elaborazione di grandi quantità di dati, porti indubbi benefici al nostro funzionamento cognitivo.
Come fare in modo, allora, che mente e tecnologia estendano a vicenda i rispettivi potenziali? La risposta di Prensky è: ricercando la saggezza digitale, un’interconnessione tra umano e tecnologico che consenta all’homo sapiens di cogliere le maggiori sfide del XX secolo, affrontando con efficacia le prossime fasi dell’evoluzione cognitiva.
Guarda la presentazione del libro di Marc Prensky
Marc Prensky (New York, 15 marzo 1946) è uno scrittore statunitense, consulente e innovatore nel campo dell’educazione e dell’apprendimento.
È conosciuto come l'inventore e divulgatore dei termini nativo digitale e "immigrato digitale"[1], che ha descritto in un articolo del 2001 su "On the Horizon" .