Tecnobibliografia /

Disuguaglianza e intelligenza

Disuguaglianza e intelligenza

18 Gennaio 2019 Redazione SoloTablet
SoloTablet
Redazione SoloTablet
share
Segnaliamo un interessante articolo di Michele Boldrin pubblicato sulla rivista online LInkiesta nel quale l'autore parla della necessità di aumentare le capacità cognitive per evitare i guai dei futuri tecnologici che ci aspettano.

 

Il progresso tecnologico porta con sé un cambiamento delle mansioni e delle conoscenze di coloro i quali operano per produrre beni e servizi. Questo succede da tempo immemore e gli immani sconvolgimenti dell’ultimo secolo sono lì a ricordarci che, in pochi decenni, si può passare dall’agricoltura all’industria manifatturiera e poi ai servizi, migliorando la condizione di vita media ed infatti aumentando il reddito reale di praticamente tutti coloro che lavorano. Questo non è un processo indolore: alcuni guadagnano di più, in questo processo, ed altri di meno. Alcuni persino ci perdono. In generale, scelte politiche adeguate sono necessarie per facilitare la transizione ed evitare che coloro i quali meno si sanno adattare al cambiamento apprendano a farlo e ne ricevano almeno qualche beneficio. Questa è una strada già percorsa innumerevoli volte in passato ed il problema del nostro paese è oggi quello di saper ritrovare l’ottimismo culturale, la flessibilità sociale e la dinamicità istituzionale per gestire tale transizione.

La sfida che il cambio tecnologico oggi ci constringe ad affrontare, quindi, non è quella della “sparizione” dei lavori e delle professioni a cui l’ultimo secolo ci ha abituati – lavori che, secondo alcuni, dovremmo rimpiazzare con sussidi per coloro che li “perdono” – bensì un’altra, più complicata e, forse, davvero nuova. Chiamiamola sfida della complessità crescente: il progresso tecnologico richiede, senza alcun dubbio, conoscenze professionali sempre più sofisticate e sempre più difficili da apprendere e padroneggiare. Ogni nuova tecnologia richiede nuove conoscenze che ne permettano l’utilizzazione e l’acquisizione di queste conoscenze richiede sia una maggiore istruzione sia un utilizzo maggiore delle nostre capacità cognitive. In altre parole: il cambio tecnologico che le invenzioni degli umani ha prodotto nel corso dei secoli ha sostituito, decennio dopo decennio, lo sforzo fisico – la forza bruta, per così dire – con l’intelligenza e la conoscenza. E qui sta, forse, il problema nuovo, che è quantitativo prima che qualitativo.

...completa la lettura su Linkiesta

comments powered by Disqus

Sei alla ricerca di uno sviluppatore?

Cerca nel nostro database