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Felici e sfruttati. Capitalismo digitale ed eclissi del lavoro

Felici e sfruttati. Capitalismo digitale ed eclissi del lavoro

09 Dicembre 2015 Redazione SoloTablet
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BIBLIOGRAFIA TECNOLOGICA - "Battere la grancassa sulla Sharing Economy e sul freelancing serve soprattutto: a legittimare le nuove forme di sfruttamento messe in atto dal capitalismo delle startup; a rendere ancora più “normali” i rapporti di lavoro precari; a ricattare quelli che hanno un lavoro dipendente di tipo classico (i soldi non ti bastano? Datti da fare nel “tempo libero”); a sancire la fine di ogni contrattazione sulla durata del tempo di lavoro (vedi le recenti dichiarazioni del ministro del lavoro Poletti sull’anacronismo di simili pretese sindacali); a diffondere l’ideologia secondo cui essere imprenditori di sé stessi è cosa giusta e bella (in questo modo, scrivono, Dardot e Laval, l’egemonia liberista costruisce il suo progetto di “uomo nuovo”). Forse quelli che celebrano le magnifiche sorti e progressive del lavoro autonomo “da sinistra” dovrebbero cominciare a nutrire qualche dubbio."

Carlo Formenti, Felici e sfruttati. Capitalismo digitale ed eclissi del lavoro - EGEA 2011


Molti guru giurano che il capitalismo sta per lasciare il campo a un nuovo modo di produrre, a una società in cui mezzi di produzione e chance di arricchimento saranno ampiamente ridistribuiti, mentre le vecchie gerarchie lasceranno il campo ai network orizzontali di produttori-consumatori.

Ma se osserviamo la realtà vediamo un altro panorama: crollo dei redditi e dei livelli occupazionali di classi medie e lavoratori della conoscenza, concentrazioni monopolistiche, inasprimento delle leggi sulla proprietà intellettuale, balcanizzazione del Web - ridotto a un arcipelago di riserve di caccia aziendali.

L'autore presenta una tesi radicale: Internet non ha "ammorbidito" il capitalismo; ne ha al contrario esaltato la capacità di cavalcare l'innovazione per sfruttare la creatività e il lavoro umani. Per i (falsi) profeti della rivoluzione digitale l'obiettivo è allevare una generazione di lavoratori della conoscenza flessibili, disciplinati e convinti di vivere nel migliore dei mondi possibili. Felici e sfruttati. Con l'avallo anche di una sinistra che teme di prestare il fianco ad accuse di nostalgie classiste.

Carlo Formenti - Laureato in Scienze Politiche a Padova, di formazione marxista, negli anni 1970 milita nel Gruppo Gramsci, nato dalla disgregazione del Pcd'I. Dal 1970 al 1974 lavora come operatore sindacale della Federazione dei Lavoratori Metalmeccanici come responsabile provinciale per gli impiegati e i tecnici. Dopo lo scioglimento del Gruppo Gramsci, partecipa alla fase iniziale dell’esperienza dell’Autonomia Operaia ma nella seconda metà degli anni settanta se ne allontana progressivamente.  Dal 1980 al 1989 è caporedattore del mensile culturale Alfabeta. Lavora poi nella redazione culturale de L'Europeo, e in quella del Corriere della Sera. Nel 1980 pubblica per Feltrinelli La fine del valore d'uso, dedicato alle trasformazioni dell’organizzazione del lavoro indotte dalle tecnologie. Nel 1991 pubblica Piccole apocalissi (Raffaello Cortina Editore). Con il volume Incantati dalla Rete (Raffaello Cortina Editore, 2000), inizia a sistematizzare la sua analisi sulle dinamiche di rete. Nel saggio successivo Mercanti di futuro. Utopia e crisi della Net Economy (Einaudi, 2002) affronta la new economy, la libertà della rete e i rapporti col capitalismo. A chiudere la trilogia sulle mutazioni economiche e antropologiche portate dalla diffusione di Internet (iniziata con Incantati dalla rete e proseguita con Mercanti di Futuro), scrive Cybersoviet. Utopie postdemocratiche e nuovi media (Raffaello Cortina Editore, 2008).  Con il libro Felici e sfruttati. Capitalismo digitale ed eclissi del lavoro (Egea, 2011) affronta il tema del lavoro cognitivo e del suo sfruttamento. La seconda parte del libro termina con un'analisi post-marxista sul tema del plusvalore nella società digitale.

 

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