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La SEO senza contenuti di qualità non serve a nulla!

La SEO senza contenuti di qualità non serve a nulla!

26 Agosto 2015 Redazione SoloTablet
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Internet ci ha regalato la libertà, forse anche l’illusione di averla. Online a farla da padrone sono gli algoritmi, di Google Search e non solo. Sono loro a determinare quale contenuto sia più attraente, adeguato, interessante e quale sia il migliore per rispondere alle esigenze del navigante online. Per renderli felici sono proliferate negli anni numerose pratiche SEO (Search Engine Optimization) che coinvolgono migliaia di persone e società. Numerosi sono anche coloro che ritengono inutile la SEO o vi si oppongono credendo di essere dotati di conoscenze e pratiche migliori.


Sulla SEO Carlo Mazzucchelli  , fondatore di SOLOTABLET ha intervistato Marco Baldi, Digital Marketing Strategist | Google, Facebook & LinkedIn Ads Expert | Social Media Specialist | SEO Consulent.

Buongiorno, per iniziare ci vuole raccontare qualcosa di lei? A chi si rivolge con le sue attività e come vive l’era digitale che ha trasformato il mondo attuale?

Buongiorno e ti ringrazio Carlo per questa interessante opportunità.

Lavoro nel marketing da cinque anni, periodo in cui ho avuto la fortuna di spaziare tra realtà differenti: dopo un periodo di due anni presso una nota multinazionale del mobile, ho lavorato come Marketing Specialist all’interno di una software house per poi passare quest’anno in Agenzia. Tutte queste esperienze mi hanno consentito di acquisire una elevata expertise nella gestione di progetti sia B2C che B2B. Oggi in qualità di Responsabile Marketing, mi occupo in prima persona della definizione di strategie di marketing digitale per importanti clienti operanti nei settori più disparati.

Assieme al mio team supporto diverse aziende nella promozione online di prodotti e servizi su diverse piattaforme: Google Ads, Facebook Ads, Instagram Ads e LinkedIn Ads. Definiamo inoltre piani editoriali social coerenti con l’identità e lo stile comunicativo di ogni brand e offriamo consulenze per l'ottimizzazione SEO dei contenuti.

Guardando il mercato, negli ultimi vent’anni abbiamo assistito ad un crescente sviluppo delle tecnologie digitali, a partire da Google e dai suoi numerosi strumenti, fino ad arrivare al mondo dei social media. Nell’ultimo anno la pandemia ha portato a una forte accelerazione nel processo di digitalizzazione: oggi una realtà che voglia ritagliarsi un posto nel mercato deve necessariamente predisporre una corretta strategia di marketing digitale; pena essere surclassata dai competitor e perdere importanti opportunità di business.

Credo che le nuove tecnologie abbiano rivoluzionato il nostro modo di interagire, le abitudini  e i comportamenti di acquisto. Se usati nel modo corretto, i mezzi digitali possono portare numerosi vantaggi: si pensi a come, nel periodo del lockdown, i social e le piattaforme di videoconferenza hanno colmato le distanze, permettendo di continuare a lavorare, studiare e restare in contatto con i propri cari. Un altro esempio è l’uso delle app di consegna a domicilio nel settore della ristorazione: a chi non è capitato di ordinare la pizza su JustEat, magari facendosi guidare dalle recensioni degli altri utenti?

Di SEO si parla da molti anni. Nel tempo gli algoritmi di Google Search sono costantemente cambiati, in sintonia con gli obiettivi di business di Google. Quali sono secondo lei i motivi per cui oggi bisognerebbe investire in attività SEO? E perché la SEO è così importante?

La Search Engine Optimization (SEO), ossia l’ottimizzazione dei contenuti finalizzata al miglioramento del posizionamento nei motori di ricerca, è un concetto essenziale per strutturare un corretto digital marketing plan. Mi stupisce che molte realtà, soprattutto in Italia, sottovalutino l’importanza di un simile strumento nella loro strategia di marketing.

La principale ragione per cui ogni azienda dovrebbe investire nell’ottimizzazione dei propri contenuti nei motori di ricerca è aumentare la visibilità del Brand e incrementare i contatti con nuovi potenziali clienti.

Oggi a differenza del passato i motori di ricerca (in particolare Google) hanno assunto un ruolo chiave all’interno del customer journey di ogni potenziale acquirente.

Stando ad una ricerca di mercato “Digital 2020 Italia” pubblicata dall’agenzia We Are Social in collaborazione con Hootsuite, circa l’82% della popolazione Italiana è composta da assidui utilizzatori di internet. La ricerca di beni e servizi sul mercato con lo sviluppo del web, l’avvento delle tecniche pubblicitarie online e l’evoluzione dei social network è stata notevolmente ottimizzata. Ora per comprare qualsiasi bene, come un paio di scarpe Nike, non è più necessario girare tutti i negozi della città in cerca della migliore offerta, ma con pochi semplici click è possibile confrontare moltissime informazioni su un unico motore di ricerca.

A differenza dei contenuti sponsorizzati, anch’essi importanti ai fini di marketing, i contenuti ottimizzati SEO  hanno il vantaggio di essere percepiti come più autentici e pertinenti da parte dei consumatori in quanto selezionati da Google in modo del tutto meritocratico. L’algoritmo di Big G prende in considerazione una serie di metriche, in base alle quali associa un “punteggio di qualità” al contenuto e lo posizionerà più o meno in alto nei risultati di ricerca.

Con la digitalizzazione gli utenti hanno assunto sempre più attivo nella ricerca di beni e servizi per il soddisfacimento di specifici bisogni. In tale contesto la SEO diventa uno strumento chiave per consentire alle aziende di farsi trovare da uno specifico cliente, in uno specifico momento, per soddisfare uno specifico bisogno 

Occorre tenere presente che le analisi di mercato mostrano come solo il 7,2% degli utenti Google si spinga oltre la prima pagina dei risultati di ricerca. Per questo ogni azienda di successo dovrebbe avere ben a cuore il posizionamento dei propri contenuti!

In conclusione, se utilizzata nel modo corretto, la SEO è da vedersi come un vantaggio incredibile non solo per le aziende, che possono rafforzare il dialogo con i propri clienti (o potenziali lead) veicolando contenuti di qualità ed informazioni pertinenti e aumentando al contempo la propria brand awareness e brand identity, ma anche per gli utenti finali stessi, poiché permette di trovare in modo immediato una risposta ad uno specifico “intento di ricerca”.

 

Non tutti concordano sul fatto che la SEO risponda ai bisogni di chi vi investe e alle promesse in essa comprese. Molti sostengono di avere risultati buoni anche senza SEO. Cosa c’è di errato in queste scelte e comportamenti. Cosa direbbe a un potenziale cliente che manifestasse scetticismo e resistenza all’investire in questo tipo di pratiche?

Occorre fare una precisazione necessaria: la SEO è uno strumento molto potente, ma che deve necessariamente essere combinato con un altro fattore chiave: i contenuti. Se un brand non produce contenuti di qualità, percepiti come coinvolgenti e interessanti dagli utenti, la SEO, anche se curata dal migliore esperto di settore, non riuscirà da sola a portare ai risultati tanto sperati!

Tuttavia una strategia di solo content marketing, in assenza di una opportuna ottimizzazione SEO, potrebbe non tradursi in un aumento di visibilità per il brand e non generare l’auspicata raccolta di lead.

Realizzare ad esempio un sito web chiaro e intuitivo, un blog in cui condividere notizie o un forum dove rispondere alle domande dei consumatori, potrebbe non ricevere mai la giusta visibilità verso i potenziali clienti rispetto ad altri siti/blog concorrenti perchè i contenuti, per quanto magari interessanti, restano confinati nelle retrovie delle pagine di ricerca.

Purtroppo le attività SEO sono troppo spesso ignorate o percepite come secondarie ai fini degli obiettivi di business rispetto alle attività di social media e digital advertising a pagamento. Ciò che si dimentica è che contenuti ben indicizzati su Google consentiranno di generare un maggior numero di visite a siti/blog/forum aziendali, ottenendo dati aggregati utili a focalizzare la comunicazione a pagamento sugli utenti più propensi all’acquisto o interessati ai contenuti dell’azienda.

Fare SEO nel modo corretto non è affatto banale:  sebbene vi siano numerosissimi strumenti gratuiti che possono fornire un valido supporto nell’ottimizzazione dei contenuti sui motori di ricerca, è necessario avvalersi di professionisti che siano in grado di selezionare le migliori parole chiave, strutturare i contenuti OnPage e implementare una strategia di link-building per attirare visite al sito o evidenziare i fattori che possono penalizzare le pagine aziendali. 

Come si può vedere, i vantaggi di impostare una solida strategia SEO sono molteplici, anche se è possibile dover aspettare alcuni mesi per vedere dei risultati concreti: come in ogni cosa ci vuole pazienza, passione e perseveranza. Una buona consulenza SEO permette a costi non troppo elevati di ottenere buoni risultati con un discreto ritorno sull’investimento effettuato (ROI).

 

SEO, storytelling, social media marketing, SEM, ecc. Sono tante pratiche che sono emerse negli anni come utili per trasformare in digitale molti aspetti del business. Sono pratiche che coinvolgono migliaia di operatori e professionisti. Come vede lei questo mercato in Italia? Non crede che ci sia un surplus di offerta e che molta di essa sia inadeguata? Non crede che anche la domanda sia altrettanto inadeguata?

Il mercato dei servizi SEO, così come il digital marketing in generale, è oggi molto competitivo, ma non di rado si può correre il rischio di imbattersi in esperti di marketing “improvvisati”. Il mio consiglio è di affidarsi a professionisti esperti e con competenze certificate che supportino la “presenza online” dell’azienda a 360 gradi: dal sito, alla consulenza SEO, fino alla comunicazione social e alla promozione a pagamento. Scegliere un unico fornitore permette di snellire le attività di marketing, riducendo tempi e costi, e garantire migliori performance aumentando il ritorno sugli investimenti sostenuti.

Credo che in Italia non vi sia ancora la giusta consapevolezza dell’importanza del digital marketing, ma la recente pandemia ha dato sicuramente una spinta alla digitalizzazione. Di conseguenza anche la domanda di servizi digitali è notevolmente cresciuta e le aziende hanno destinato budget più consistenti in attività di promozione online, attività SEO e social media. La rivoluzione digitale ha coinvolto quasi ogni aspetto delle vite delle persone ed è essenziale che tutte le realtà commerciali che vogliono assicurarsi un futuro prospero implementino già da ora le giuste strategie digitali in base ai propri obiettivi.

 

Infine una domanda filosofica. Praticando un’attività volta a soddisfare gli algoritmi non le sembra di contribuire alla costruzione di una realtà dominata dalle macchine? E’ come se ci si adeguasse al codice straniero che fa funzionare gli algoritmi e decide per noi cosa sia bene e male, cosa si debba comperare e quando, ciò che conviene pubblicare o meno, come va scritto e quanto deve essere esteso, ecc. Come professionista lei non si pone mai domande di questo tipo?

Credo che non vi sia un'unica risposta a questa domanda.

Personalmente non sono particolarmente preoccupato per l’intenso sviluppo degli algoritmi o per il crescente sviluppo delle tecnologie digitali. Al contrario, probabilmente per il lavoro che svolgo, sono profondamente affascinato dalla complessità e dalla sofisticatezza di tali tecnologie che a mio avviso possono contribuire a semplificare e rendere più efficienti molte attività e modificare il modo di fare marketing. Google ad esempio è uno strumento che ci fornisce una quantità praticamente infinita di informazioni. Tuttavia gli algoritmi, sfruttando le ricerche precedenti e i feedback derivanti da utenti con interessi e comportamenti simili ai nostri, permette di personalizzare i risultati, facendo risaltare le informazioni più interessanti per l’utente che effettua la ricerca. In questo modo, l’algoritmo diventa uno strumento che permette di orientarsi all’interno dell’enorme massa di dati messi a disposizione dal sistema.

Tuttavia vi sono alcuni aspetti su cui molto spesso mi fermo a riflettere.

La prima riflessione riguarda il grado di dipendenza che abbiamo maturato, in particolare le nuove generazioni, verso tutti gli strumenti digitali; proprio alcune settimane fa in occasione di un problema ai servizi Google ho riflettuto su quanto certi strumenti siano divenuti oggi per me fondamentali, sia per lavoro che nella vita privata: quanti di noi per esempio saprebbero raggiungere particolari luoghi senza Google Maps? O quanti potrebbero oggi fare a meno dei social network o della comodità di strumenti come Amazon per l’acquisto di prodotti con un un semplice click?

Il secondo punto è rivolto al mondo dei social che sempre più spesso, sebbene gli algoritmi siano in continua evoluzione per evitarlo, sono il palcoscenico di fenomeni di bullismo e per la divulgazione di fake news o pratiche di marketing scorrette. A ciò si aggiunge il crescente isolamento degli individui, soprattutto più giovani, che passano un tempo sempre crescente all’interno delle piattaforme social, vivendo il più delle volte di sola apparenza e subendo forti pressioni per aderire alle convenzioni sociali e ai modelli proposti.

In conclusione credo che occorra studiare gli strumenti messi a disposizione nell’Era del digitale per coglierne a pieno le potenzialità, consapevoli degli effetti collaterali a cui un loro uso inadeguato può portare. Spetta a noi sapere individuare le minacce e contenerle adottando un giusto comportamento verso il mondo digitale. 

 

 

 

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