Sono stati pubblicati i risultati di “Influence 2.0: The Future of Influencer Marketing”, ricerca condotta nell’estate del 2016 da Traackr e TopRank, sotto la guida di Brian Solis. Lo studio è stato effettuato sia attraverso le interviste a 106 marketers di grandi imprese, quali ad esempio Microsoft, American Express, 3M ed Amazon, e aggregando i dati di diverse fonti [elencate in appendice al rapporto].
La struttura dell’influenza ha una forma a diamante e non piramidale come eravamo normalmente abituati a credere; l’ipotesi comune secondo la quale pochi influenzatori, i cosiddetti opinion leaders, con molte connessioni dirette ed indirette sarebbero in grado di influenzare una vasta proporzione della popolazione appare inaccurata suggerendo invece un ruolo ed un potenziale significativo alla maggioranza costituita dai “moderately connected”. Questo è il vero impatto che gli users generated media ed i social stanno avendo sulla struttura della comunicazione, delle relazioni e, quindi, dell’influenza.
L’influencer marketing, che sicuramente esploderà nel 2017, è ancora ad uno stato primordiale anche all’interno delle grandi impresee molti brand sono ancora ad uno stadio iniziale di comprensione di cosa sia l’influenza. Non a caso proponevo una “mappa mentale” di cosa sia l’influenza come base di partenza di comprensione del fenomeno.