
Il termine è oggi usato per raccontare le meraviglie della Intelligenza Artificiale, destinata secondo alcuni a superare quella umana. In questa celebrazione molti ritengono che una macchina possa essere intelligente con o senza coscienza perché la coscienza non è necessaria per ottenere un comportamento intelligente.
Autore: Carlo Mazzuchhelli
Questa visione si basa su una definizione inadeguata di intelligenza perché la vera intelligenza non è algoritmica, ma si basa sulla capacità di comprendere, di leggere dentro, di capire in profondità e di trovare connessioni insospettabili tra saperi e scibili diversi.
Molto si è scritto sulla controversia in corso, sia da parte di coloro che difendono la possibilità di costruire macchine intelligenti anche senza coscienza, sia da parte di quanti che difendono la prerogativa dell’intelligenza umana dotata di (auto)coscienza.
Sul tema Federico Faggin ha scritto nel suo libro IRRIDUCIBILE parole chiare, comprensibili anche a chi non vuole capire e rivedere il proprio pensiero sugli sviluppi correnti delle intelligenze artificiali e le ideologie che le sostengono.
Il ben-essere come motore di una nuova economia
“La nostra intelligenza ve ben oltre le limitazioni del sistema nervoso perché, ha origini in una realtà più vasta della realtà fisica che conosciamo.
La vera intelligenza è intuizione, immaginazione, creatività, ingegno e inventiva.
È lungimiranza, visione e saggezza.
È empatia, compassione, etica e amore.
È integrazione di mente, di cuore e di azioni coraggiose.
In altre parole, la vera intelligenza non è separabile dalle altre proprietà che ci rendono umani e che richiedono coscienza e libero arbitrio, cioè la capacità di comprendere e di prendere decisioni inaspettate, creative ed etiche.
Le macchine non potranno mai fare queste cose perché, se fossero libere come siamo noi, sarebbero più pericolose che utili.”