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La realtà non esiste o forse è diventata oscura
Il proliferare di false notizie, di cinguettii senza legami con la realtà fattuale, di notizie inventate, di teorie dei complotti e la viralità che accompagna tutti questi fenomeni sta agendo con effetti dirompenti su tutti gli ambiti di vita: personale e sociale, privato e pubblico, culturale e politico. Se ne parla molto e in modo trasversale perché gli effetti prodotti dalle nuove tecnologie e dall’uso che ne viene fatto, soprattutto in politica (Brexit, Trump, Salvini, Bolsonaro, ecc.), stanno evidenziando rischi e pericoli reali che rendono urgente una riflessine critica, non più rinviabile nel tempo.
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L’era delle folle tecnologiche
La globalizzazione sarebbe avanzata anche senza il contributo della tecnologia ma con essa tutto si è accelerato e semplificato. Grazie alla globalizzazione si sono create nuove opportunità di cooperazione e collaborazione, le piattaforme tecnologiche hanno favorito la diffusione dell’informazione, gli incontri, la comunicazione e le attività comuni ma soprattutto l’affermarsi di un nuovo soggetto sociale e politico, oggi ben rappresentato dalle numerose folle tecnologiche che si agitano online dando forma a fenomeni come il populismo dell’era attuale.
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Utenti, consumatori e aziende tecnologiche
Le grandi aziende tecnologiche, con le loro piattaforme, stanno prendendo il controllo del mondo, ma alla maggioranza degli utenti e dei consumatori sembra interessare poco o niente. Privacy, diritti violati, pratiche monopolistiche, uso illegale di dati e informazioni non sembrano catturare alcun interesse reale tra le folle tecnologiche che frequentano il mondo digitale online. Un problema se si pensa al ruolo che la tecnologia ha assunto nel definire la vita cognitiva e reale di tutti i giorni, la società così come il futuro della nostra specie.
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Italia(ni) viv(a)i raccontandosi storie!
Il buon senso vorrebbe che tutti si dotassero di strumenti critici utili per ascoltare e vedere meglio la realtà delle cose, la loro complessità e interdipendenza, e anche per pensare fuori dai binari del pensiero corrente. La pratica più diffusa è al contrario fondata sulla passiva accettazione del senso comune, una tendenza alimentata dalla paura di essere esclusi, dalla difficoltà effettiva a stare fuori dal coro o di esserne espulsi. Per sentirsi vivi non rimane che raccontarsi storie, felicitarie, consolatorie, furbesche, illusorie, indulgenti verso sé stessi, costruite ad arte per essere accettati e sempre all’interno della narrazione emergente. Ne deriva una schizofrenia crescente, una solitudine diffusa, una infelicità reale e una rabbia crescente. Tante emozioni in ebollizione alla ricerca costante di vie d’uscita per eruzioni liberatorie e libertarie prossime venture.
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Quello che la tecnologia ci dice
Siamo immersi in un mondo tecnologico che ci obbliga a cercare di capire cosa stia succedendo, nella vita privata individuale così come in quella professionale, aziendale e sociale. La tecnologia evidenzia il caos presente e le emergenze in atto. Ci racconta anche molto di ciò che siamo diventati, di come lo siamo diventati e di quanto sia diventato difficile comprendere le numerose rivoluzioni in atto. Grazie alla tecnologia pensiamo di possedere il mondo, di essere diventati più informati e sapienti ma in realtà siamo sempre più dei semplici robottini che agiscono, interpretano e pensano, condizionati dai sistemi tecnologici che frequentiamo. E ciò che è forse più grave è l’impossibilità di evadere da una realtà della quale non possiamo più fare a meno.
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Effetto Social - Dialoghi su relazioni virtuali
In Cina quando si odia qualcuno lo si maledice dicendo “che tu possa vivere in tempi interessanti”. I tempi interessanti sono in genere irrequieti, ansiogeni, caotici e incerti, dominati da confusione, sofferenza e difficoltà e anche da tante sorprese….. Una fotografia dei tempi correnti, tempi nei quali sembra regnare il caos, tempi dominati da una crisi economica permanente, da disuguaglianze e rabbia crescenti, dalla percezione che il pianeta Terra sia veramente a rischio. In tutto questo la tecnologia gioca un ruolo fondamentale. Proprio per questo è cruciale che se ne parli. Parlarne significa riflettere criticamente e in modo disincantato sui suoi effetti. Significa interrogarsi sulle possibili vie di fuga da cinguettii, da false notizie, da inganni e da potenziali furti digitali. Bisogna però capire di essere in gabbia, di vivere dentro un acquario digitale, imprigionati in piccionaie e voliere più o meno moderne e trattati come asini. La prigionia ci vede complici volontari e ci suggerisce una nuova consapevolezza.
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Il mondo dorato (dato) di Linkedin
Frequentando Linkedin a volte si ha l’impressione di stare dentro una bolla felicitaria isolata dal resto del mondo. Una bolla abitata da tanti pesci, in ammollo ma felici, con maggiori possibilità e forse più fortunati. Pesci comunque rinchiusi dentro un acquario mondo, in attesa di essere imboccati, prima di essere presi all’amo, ma anche pesci predatori sempre pronti a trarre vantaggio degli spazi virtuali e popolati nei quali agiscono. L’esistenza dell’acquario implica quella di un proprietario e manutentore. Un gestore intelligente che fa della trasparenza, dello storytelling e della complicità dell’utente le basi dei suoi guadagni, quasi sempre condivisi con inserzionisti, erogatori di corsi, e coorti di afecionados della piattaforma. La percezione è di stare su Facebook, ma dentro un acquario elitario, abitato da pesci di categoria superiore. Pur sempre pesci!
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E’ possibile resistere all’algoritmo?
La tecnologia odierna non è più neutrale, tanto meno lo sono gli algoritmi che la governano. I computer che tutti usano sono molto diversi da quelli di un tempo. Non sono più semplici terminali di connessione ma parte integrante di una infrastruttura in Cloud composta da migliaia di server, di software e di algoritmi di cui sappiamo poco o nulla. Algoritmi potenti e sofisticati, incaricati di raccogliere masse smisurate di dati, in forma di informazioni e comportamenti, per poi organizzarli, renderli utilizzabili, anche in forma di sorveglianza e controllo. Difendersi da questi algoritmi robotizzati sembra impossibile. Ciò non toglie che ci si possa continuare a interrogare come farlo.
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👩‍🚒️ 👩‍🚒️ Le sorti democratiche di Internet sembrano non interessare a nessuno
Come ha scritto il cyber-critico Douglas Rushkoff forse l’umanità non era pronta per uno strumento potente e ‘pericoloso’ come questo. Potente in termini di potenzialità, pervasività e capacità trasformativa. Pericoloso per la sua evoluzione che sembra avere favorito l’emergere di poche realtà monopolistiche e di potentati, privati e politici, che stanno privatizzando Internet trasformandolo in mezzo di sorveglianza di massa.
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👩‍🚒️👩‍🚒️ Elezioni e abisso dei social media
Lo hanno dimostrato i fatti recenti, lo testimoniano i fatti di oggi. I media sociali sono diventati piattaforme determinanti nel definire i futuri emergenti, anticiparli e raccontarli. È stato così per la Brexit, per Trump, può esserlo per altre elezioni future. È così anche perché non ci sono più Wikileaks, Snowden o personaggi simili capaci di svelare con le loro azioni segreti e azioni che si nascondono dieto molte attività social online.
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