Ecco perché oggi, invece di uno scherzo, manifesto così la mia indignazione ...
L’euro, l’austerità e la retorica della pancia piena
Ho fatto un ripasso di letture più o meno recenti sull’argomento euro, austerità e contraccolpi che ne sono derivati. Gli stimoli non mi sono mancati, dall’imminente consultazione elettorale per il parlamento europeo, al miraggio del superamento della crisi economica in tempi ragionevoli. Le fonti sono diverse, chissà quanto autorevoli. Ma si sa in certi ambiti (e il contesto elettorale è tra questi), dove prevalgono argomentazioni brandite a colpi di slogan e comportamenti da bar sport, ogni esperto o presunto tale (economista, professore universitario, o premio Nobel) è ritenuto un fuoriclasse se si trova dalla propria parte. E diventa un paria se sta nel versante opposto.
Siccome non ho mai fatto la scelta di appartenenza a un partito, e quindi non si pone il caso di partito preso, mi regolo così. Classifico persone, idee e comportamenti strada facendo, ad ogni cippo chilometrico. E quindi a distanza di qualche anno dall’inizio della crisi mi sento di dire: chapeau a chi ha additato nella rigidità monetaria e in un contesto europeo asimmetrico, gli squilibri che ne sarebbero derivati quando tutto sembrava roseo; gran rispetto a chi ci ha messo la faccia, ne ha parlato e continua a parlarne con dovizia di dati, analisi e tavole comprensibili alla maggior parte delle persone.
Per gli altri non mi esprimo.