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Lo sapevi che la post-verità offusca la verità?

Lo sapevi che la post-verità offusca la verità?

26 Aprile 2021 Redazione SoloTablet
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Viviamo dentro una realtà offuscata e manipolata dall'uso che viene fatto dei dati con cui siamo stati profilati, identificati e trasformati in merce e caratterizzata da un surplus informativo fatto da informazioni fuorvianti, ambigue, confuse e tanto data trash. In assenza di regole e di leggi, di azione politica e giurisprudenziale, non resta che auto-difendersi. Il primo passo è cognitivo, guidato dalla capacità critica, dalla consapevolezza e dalla responsabilità. Verso sè stessi in primis!

Interrogarsi sulla post-verità, sulle false verità e sulle verità alternative non è solo necessario ma urgente. Su di esse infatti stanno proliferando costruzioni fantasiose e politicamente pericolose della realtà. Visioni reazionarie, razzista (anche in forma digitale), ultranazionaliste, complottistiche e cospiratorie. Tante visioni che vengono coltivate e diffuse da forze più o meno organizzate che stanno operando una costante manipolazione dei fatti e della verità, sostituendola con la menzogna, la falsificazione e la manipolazione semantica, tutte finalizzate alla distorsione dei fatti, all'annebbiamento cognitivo, all'oscuramento e alla disinformazione.

Le post-verità che alimentano molte delle narrazioni attuali nascono da un attacco costante a varie tipologie di autorità, siano esse istituzionali, scientifiche, intellettuali e/o mediatiche. A essere presi di mira sono singole persone, nella loro veste di esperti, scienziati, epidemiologi, intellettuali, o organizzazioni pubbliche, governative, giudiziarie, economiche e scientifiche (il negazionismo ai tempi della pandemia ne è una dimostrazione palese).

La post-verità è un fenomeno nuovo, anche se in realtà le post-verità esistono da sempre. Almeno da quando esiste la propaganda governativa, generatrice di innumerevoli false e post-verità, e la censura usata spesso per impedire il disvelamentto della verità e la presa di coscienza dell'opinione pubblica. Il fenomeno delle post-verità, come quello di molta propaganda politica e governativa, è l'offuscamento e il nascondimento della verità, è l'inganno perpetrato ai danni della percezione delle persone (cittadini, utenti, consumatori) i modo che faccian fatica a riconoscere la differenza tra ciò che è reale e ciò che non lo è. 

Le post-verità riempiono le pagine dei giornali e i canali web, alimentano le interazioni e la comunicazione, favoriscono il diffondersi di false informazioni, non facilitano l'emergere di nuova conoscenza, ma soprattutto stanno creando un vuoto cognitivo che sta cambiando non solo il modo di pensare delle persone ma anche le loro scelte, i processi decisionali che ne derivano e i comportamenti. Il surplus di post-verità e il fatto che così tante persone se ne facciano portatrici finisce per creare una situazione nella quale è difficile farsi una propria opinione perché è sempre più difficile accertare la validità e/o la veridicità di un fatto, di un dato o di un'informazione. Ne deriva una perdita di fiducia, nelle istituzioni, negli esperti, negli intellettuali, nei giornalisti e nei media, ma soprattutto in sé stessi. Da qui il vuoto che i propugnatori delle post-verità sono bravi a riempire, rendendo complicato e bloccando lo sviluppo di una capacità critica di valutazione, analisi, decostruzione e interpretazione dei fatti e degli eventi. Il vuoto è coltivato con l'obiettivo di instillare il dubbio e di nascondere le informazioni e i dati che potrebbero essere usati per conoscere la loro realtà, validità e veridicità, per elaborare pensiero critico e conoscenza e poi fare liberamente delle scelte.

Contratsrare il fenomeno delle post-verità forse è diventata una missione impossibile. Chi ci vuole provare sa che il primo passo, forse l'intero percorso, da fare prevede un approccio di tipo critico e decostruttivo in modo da far emergere. ciò che i fautori delle post-verità vogliono continuare a offuscare e nn vogliono che emerga. Pensare criticamente, decostruire serve a rilevare e a far scoprire le falsità, le inconsistenze, i pregiudizi, le interpretazioni senza fondamento e i contesti nei quali le post-verità vengono diffuse. Questo primo passo, necessario per una prima verifica dei fatti, è il punto di partenza per il vero lavoro conoscitivo a cui tutti siamo chiamati, quello di ristabilire la verità, ridargli smalto, ricostruirla, con scelte informate e basate su conoscenze (ri)elaborate. Questo approccio vale nella realtà fattuale e ancor più in quella virtuale e digitale, una realtà nella quale viaggiano oggi innumerevoli dat usati per dare forma a informazioni e conoscenze ma anche molta disinformazione e distorsioni della realtà.

 

 

 

 

 

 

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