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La città onomatopeica

La città onomatopeica

08 Maggio 2018 Walter Coda
Walter Coda
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Nascere. O la odi o la ami. E perché non tutt’e due le forme verbali? Rilassato, Mirko ha un debole per questa città. Perché potrebbe vivere di cultura, cibo e bel tempo. Ma interessa a pochi se i pochi già sono soddisfatti. In così tale forma, dunque, si percorrono chilometri di felicità. I sapori, profumi, le facce con le giuste rughe, la voglia di immaginare garantiscono il meglio di sé. Tutto già intorno al desiderio di restare, di spaccare il cervello a metà e innaffiarlo di libertà assoluta di pensiero. Il prof va in monopattino su e giù, di qua e di là, e parcheggia Oronzo tra archi e colonne, dettagli che mettono a dura prova il cuore del laureato.

I ricordi sono quelli dell’infanzia, dove bastavano due pietre “sgheillate” messe a terra per giocare a pallone dopo aver visto in TV l’ennesima puntata del cartone animato preferito. Quei sassi ora sono diventate delle jpeg o gif da mostrare per ricevere più like e vantarsi di avere mille inseguitori. Sole, tanto benessere pervadono l’anima di Mirko, costretto ad un tira e molla continuo per le sue passioni, per le sue idee. Non si è mai stanchi di conoscere, la curiosità lo rende sempre vivo.

Julia è una piccola fiamma conosciuta tra i meandri dell’ennesimo progetto d’arte, e il ricordo di un bacio è simile all’incanto del mistero, tra erotismo e visualizzazioni. Un’esperienza concreta, un possibile rimorso di quell’attimo che scappa e non torna più.

Geolocalizzato. Avanti.

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