La prossimità fisica è lo spazio della relazione di accudimento.
Dall’inizio della vita la vicinanza tra corpi è condizione necessaria per apprendere la vita.
Necessaria ma non sufficiente; può infatti essere adeguata o meno.
Dall’adeguatezza dipendono le tracce che i primi anni lasceranno in quelli a seguire, costituite in tarature complesse di network che coinvolgono sistemi biologici e psichici con le partecipazioni di organi e processi (attentivi, cognitivi, emozionali, motori e mnemonici) diffusi in tutto l’organismo.
PROFUMI E BALOCCHI IN ZONA ROSSA
Se tutto va per il meglio il bambino avrà la capacità di sintonizzare se stesso in modi diversi, adeguati alle diverse necessità ambientali e motivazionali.
Potrà così percorrere la filiera evolutiva che conduce in continuità dalle esperienze dei primi contatti pelle-pelle, ai giochi tra cuccioli umani, ai successivi batticuori adolescenziali, alla tolleranza delle frustrazioni, alla scoperta di nuove strategie di adattamento, alla chiarezza di limiti tra il realizzabile e l’irrealizzabile.
In tempi di diffidenza pandemica le esperienze di fiduciosa prossimità, sensoriali ed emozionali, sono erose. In questo Natale faremo meno regali; non è una sciagura.
Approfittiamone per donare una presenza ravvicinata e un maggior contatto ai bambini.