La conoscenza che crediamo di avere è un prodotto di una miriade di rinvii intrecciati nei quali non esiste alcuna linearità e che non si possono ridurre a semplice informazione o proiezione cognitiva della mente sulla realtà.
La mente è dentro il mondo (contesto, ambiente, universo) che confusamente costruisce e dal mondo è costruita. In questa costruzione, spesso inconscia o sotterranea, emergente, ci si ritrova spaesati, a fare i conti con il proprio essere nel presente, con la propria storia passata, con le aspettative e visioni proiettate sul futuro, con le stesse cose che succedono a tutti gli altri intorno a noi. Da tutto questo e dal nostro agire nel mondo, emergono opportunità, limiti e vincoli, possibilità, che spesso colleghiamo al nostro IO ma che in realtà sono il frutto del funzionamento dei sistemi complessi nei quali viviamo la nostra vita.
Non siate timidi nè esibizionisti, ma fatevi vedere!
In questi sistemi viviamo con la mente e con il corpo ma in essi non siamo semplice razionalità (pensiero) o solo sensorialità. Non dipendiamo dalle immagini del mondo dentro la nostra mente così come non dipendiamo soltanto dalle emozioni, da ciò che sentiamo e/o vogliamo, dalle (ap)percezioni che il nostro organismo genera e ci comunica. Siamo sempre l’una e l’altra cosa, dentro sistemi complessi che, come ha ben spiegato Ignazio Licata nel suo libro Arcipelago, “hanno la capacità di modificarsi in relazione al flusso di informazioni che li attraversano come risposta adattativa”.
Tutta questa complessità si traduce in un concetto, per me, da sempre chiaro: noi umani non possiamo essere ridotti a computer, a sistemi binari, computazionali, capaci di funzionare ma inadatti ad abitare ecosistemi complessi.
Sempre per citare Licata: “la nostra mente è il luogo in cui si manifestano processi emergenti di informazione semantica che alimentano e guidano le strategie cognitive [come] la capacità di utilizzare come risorse l’incertezza, il caso, i colori emotivi, e che ci permettono di vincere a scacchi in un modo meno noioso di quanto riesce a fare [una IA]”.
Ma se così è qual è il mio (nostro) ruolo nel mondo?
La risposta la lascio a voi!
Bibliografia di riferimento: Arcipelago di Ignazio Licata, Edizioni Nutrimenti, Verso un’ecologia della mente di Gregory Bateson, Edizioni Adelphi