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🟥 🟥 𝐍𝐎𝐍 𝐂𝐈 𝐑𝐈𝐌𝐀𝐍𝐄 𝐂𝐇𝐄 𝐋𝐀 𝐑𝐄𝐒𝐈𝐒𝐓𝐄𝐍𝐙𝐀

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24 Gennaio 2024 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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In un bellissimo articolo su la Repubblica di oggi, Edgar Morin, ci ricorda i tempi di policrisi che stiamo vivendo, evidenziando la regressione del pensiero che ci sta rendendo ciechi.

Non è solo per le guerre o la crisi ambientale, ma anche per il fatto che il progresso scientifico e tecnico più prodigioso mai visto è la causa di una grande regressione che è sotto gli occhi di tutti. Lo è ma essendo diventati ciechi non percepiamo le trasformazioni in atto, non reagiamo a un mondo sempre più computazionale e tecnocratico, siamo incapaci di cogliere la complessità della realtà, diamo tutto per scontato e semplifichiamo tutto. Un esempio lo è il modo con cui molti vivono la loro esperienza con le IA e/o le ChatGPT. Ne esaltano capacità e abilità segretariali e non si rendono conto che mentre si affidano ad esse hanno delegato la capacità di apprendere a una macchina. Mentre la macchina continua ad esercitarsi e ad apprendere, gli umani smettono di farlo, con effetti facilmente prevedibili sul medio e lungo termine dell’evoluzione umana futura.

Per Morin “la crisi [antropologica che stiamo vivendo] è la crisi dell’umanità che non riesce a diventare Umanità”. Non potendo prevedere il futuro, ma avendo tutti la percezione di vivere tempi di grandi cambiamenti e di potenziali catastrofi impreviste emergenti, sostiene Morin, “[…] con o senza speranza, con o senza disperazione, dobbiamo passare alla Resistenza”.

L’invito di Morin, nel mio piccolo, è lo stesso che ho provato a formulare nel mio ultimo libro NOSTROVERSO – Pratiche umaniste per resistere al Metaverso ( https://lnkd.in/dtHseXCe). Per Morin, la Resistenza oggi necessaria è quella dello spirito che deve saper resistere a tutte le menzogne propinate come verità e al contagio di tutte le ubriacature collettive. Per me la Resistenza passa attraverso pratiche umaniste, tra queste ci metto anche pratiche dello spirito come quelle che richiamano alla responsabilità (etica) individuale, alla fatica di comprendere la complessità dei problemi senza mai cedere a banalizzazioni o visioni unilaterali, alla solidarietà e alla comunità umana.

Suggerisco la lettura dell'articolo di Edgar Morin, poi se rimane tempo invito anche a leggere quello che ho scritto io.


*L'mmagine che ho usato è un mia foto a una mostra in Alsazia delle opere di Gaby Kretz (https://www.gabykretz.com/), artista che mi piace molto.

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