Oppure cercare di essere coraggiosi trovando la capacità di (re)agire, consapevoli che paura e speranza sono due sentimenti tra essi collegati.
Per agire bisogna accantonare la speranza, combattere la paura, coltivare la fiducia in sé stessi, progettare il futuro.
Per farlo bisogna essere aperti alla ricerca, al dibattito, al cambio di prospettiva, di paradigma.
Consapevoli che il Coronavirus è solo uno dei tanti cigni neri in agguato. Non è un’emergenza (Cacciari) ma un evento naturale, forse determinato dal genere umano.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
L’evento sfida la fiducia nella scienza e nella tecnologia.
Come se tutto fosse oggi risolvibile, prevedibile, gestibile!
Il futuro emergente è foriero di crisi continue (capitalismo, ambiente, migrazioni, ecc.), fenomeni emergenti collegati a quanto abbiamo fatto in decenni di umane follie e alla fase di evoluzione attuale dell’homo sapiens.
Ogni crisi è un’opportunità ma va governata. Intorno non sembrano esserci persone intelligenti, autorevoli, consapevoli della complessità e dell’urgenza dei problemi.
Non rimane che agire in proprio, attivando narrazioni e quadri concettuali diversi, reagendo ai copioni già scritti, rifiutando script suggeriti da altri.