Nella Caverna di Platone, così come nella caverna centro commerciale di Saramago, gli abitanti sono assimilabili a tanti pesciolini in un acquario del quale non percepiscono l'esistenza. Colpa delle sue pareti trasparenti ma non per questo meno resistenti e costringenti. Pareti che rendono trasparente la vita all'interno così come quella dei suoi protagonisti, pesci che nuotano liberi e uguali, nel loro essere semplici espressioni digitalizzate (profili digitali) consegnate allo sguardo interessato di coloro che, attraverso le loro piattaforme digitali, tecnologie di interconnessione, di informazione e socializzazione, hanno dato vita al globo-acquario.
Il muro delle facce di Facebook crea l'illusione della libertà e della socialità, in termini di percezione, esperienza della realtà e percezione del sé. In realtà è un acquario-mondo nel quale ci si espone in prima persona, denudandosi e raccontando sé stessi in modo da rendersi completamente trasparenti gli uni agli altri e da cedere il controllo a chi possiede la piattaforma software e le sue applicazioni. Nel social network di Facebook non esiste una torre di guardia per la sorveglianza e neppure stanze prigione per chi lo frequenta. Tutti sono interconnessi, si connettono e comunicano tra di loro, collaborano alla realizzazione di comunità e reti di contatti e così facendo esercitano un controllo che nasce dal bisogno individuale di trovare risposte alle proprie angosce e solitudini attraverso la frequentazione e la rappresentazione di se stessi in Rete.
Dall'interno questo mondo non potrà mai essere svelato per quello che è così come nessuno degli abitanti della Caverna di Platone sarà mai disponibile a credere al racconto del loro compagno di prigionia che ha avuto la fortuna di scoprire il mondo esterno. Allo stesso modo gli abitanti del centro-commerciale caverna di Saramago difficilmente crederanno a quanto potrebbe raccontare loro il vasaio protagonista del libro.
Per svelare l'illusione, uscire dal sogno (incubo) della realtà virtuale non rimane che cercarsi una via di fuga, verso l'esterno. Obiettivo minimo gettare uno sguardo diverso sulla caverna-acquario finora abitata, quello massimo scoprire quanto è bello e diverso il mondo al di fuori di essa.