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📌📍𝐒𝐂𝐑𝐈𝐕𝐄𝐑𝐄, 𝐂𝐎𝐍𝐓𝐈𝐍𝐔𝐀𝐑𝐄 𝐀 𝐒𝐂𝐑𝐈𝐕𝐄𝐑𝐄

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28 Ottobre 2022 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Non si scrive sempre per farsi leggere, si scrive e basta, perché se non lo si facesse si sarebbe un po’ più infelici.

Si scrive per sentirsi meno orfani, per raggiungere altre persone con le quali condividere un modo di comprendere la realtà, di pensare e di contribuire a costruire scenari futuri possibili. 

Si scrive per provare a modificare lo storytelling conformistico attuale che proclama l’inevitabilità di scenari futuri dominati dalla tecnologia e dalle sue tecnocrazie. 

Si scrive come forma di resistenza al (tecno)nichilismo imperante che vorrebbe convincerci che ogni nostra azione fuori dal coro sia vana. 

Si scrive per sfuggire alla percezione da fine dei tempi che sembra avere pervaso il comune sentire di molte persone, ormai spaventate dalle crisi che si susseguono, diventate per questo fataliste, passive e incapaci di fare delle scelte ed esperienzialmente agire. 

Si scrive per puntare lo sguardo, per aprirsi gli occhi e provare a farli aprire ad altri, su una realtà sempre più caotica e incerta, per riuscire infine a vedere, vedere realmente, unico modo per predisporsi a conoscere e agire. 

Si scrive per descrivere e poter stare dentro le trasformazioni silenziose che avvengono, al di là della nostra pretesa soggettiva di guidarle e determinarle. 

Si scrive per contribuire a far crescere conoscenza e conoscenze, consapevolezza e coscienza sui disastri antropologici che abbiamo determinato e dai quali non sappiamo più come difenderci. 

Si scrive per ricordare a tutti che non esistono macchine infallibili per costruire la felicità, che non si vive di semplici performance e che la trasparenza è l’inganno più grande di questi tempi. 

Si scrive per provare a distinguersi dai propri profili digitali rinchiusi dentro spazi funzionali al funzionamento delle piattaforme che li ospitano. 

Si scrive per spirito contrario, per dare senso alla dialettica, alla lotta e alla conflittualità, oltre che al dialogo, alla conversazione e alla interazione. 

Si scrive per provare a fregare l’algoritmo oltre che a permettergli di continuare a credere di averti fregato! 

Si scrive per andare oltre le informazioni e produrre azione e conoscenza, anche per sé perché per scrivere bisogna leggere, in alcuni casi leggere molto e in modo perseverante. 

Si scrive per superare l’angoscia esistenziale provando semplicemente a esistere, anche attraverso la pratica dello scrivere. 

Si scrive per contribuire con altri a superare l’individualismo imperante rivitalizzare il collettivo, il Noi, la collaborazione con l’Altro nel quale sempre ci riconosciamo e dal quale sempre siamo determinati. 

Si scrive per dare forma a contesti capaci di creare le condizioni per continuare a scrivere. 

Infine, si scrive anche su piattaforme come Linkedin, nella speranza, molto spesso insoddisfatta, di essere letti, capiti, apprezzati e conosciuti, pur nella convinzione che oggi pochi leggono, meno ancora sono disposti a capire, tutti sono pronti in modo rapido, superficiale e binario a esprimere valutazioni e apprezzamenti con un MiPiace.

 

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