Punto di partenza di questa breve riflessione è l'indagine, condotta da Assintel, sulle competenze nell'ICT italiana che ha evidenziato come il colore predominante sia ancora il rosso e che l'unico orizzonte sereno sia per il momento quello delle tecnologie digitali. Una riflessione utile, credo, anche per quanti visitano il nostro portale, siano essi operatori del mercato ICT o del mercato del digitale, giovani in cerca di idee su dove investire le loro conoscenze e competenze o persone, non più giovani e non ancora pensionabili, alla ricerca di una seconda giovinezza (in Fornero they trust).
Disoccupazione femminile
Cominciamo dai dati raccolti da Assintel e così riassumibili:
- il mercato, composto nel 2012 da 132.000 aziende con un totale di 612.000 (6 per azienda? ) addetti è in contrazione
- le persone impiegate continuano a vivere situazioni di sofferenza con stipendi calanti, sia perchè non reggono l'inflazione, come tutti gli altri stipendi italiani, sia perchè in calo costante
- le retribuzione sono calate complessivamente del 2.8% a cui andrebbe aggiunto il valore dell'inflazione e non reggono il passo delle retribuzioni degli altri comparati aziendali non ICT
- ci sono delle eccezioni per persone con competenze web e analisi dei dati ma anche queste figure professionali stanno semplicemente un pò meno peggio
"In questo ciclo economico insistentemente negativo, la nostra maggior preoccupazione è il progressivo depauperamento di ciò che è più prezioso per le aziende ICT: i talenti e la capacità innovativa. Il contesto politico-normativo non sembra però rispondere efficacemente al nostro allarme, mediamente inefficace nel rilanciare il mercato, e ancor di più nell'agevolare e sostenere imprese ed imprenditori." -
Giorgio Rapari, Presidente di Assintel
- non diminuiscono gli addetti ma, una analisi attenta dei dati indica come il fenomeno reale vede un deflusso consistente e costante, in modo particolare nel mercato dei servizi, del software e del canale, da posizioni di lavoro dipendente a forme contrattuali atipiche, pagate meno e con minori garanzie individuali
- la situazione contingente è resa problematica dalla mancanza di investimenti adeguati in ricerca, sviluppo e innovazione che si traduce in una obsolescenza e inadeguatezza delle infrastrutture ICT esistenti ma anche in una carenza (52% in alcune realtà e ambiti) cronica di nuove competenze utili per aggiornamenti e implementazioni di nuove tecnologie
- la situazione è critica anche per i liberi professionisti che devono convivere con una situazione di mercato nel quale calano ancora i valori delle tariffe professionali, un trend che si manifesta da circa dieci anni e che non sembra incanalarsi verso un recupero consistente nel tempo ( quello dell'anno scorso rispetto al 2011 è stato minimo, con valori comunque sempre negativi )
- drammatica sembra essere la situazione dei giovani e dei neolaureati in discipline informatiche: le loro retribuzioni sono inferiori del 5.2% rispetto alla media dei giovani occupati, e anche il recupero che avviene dopo i primi tre/quattro anni non serve comunque a chiudere il gap differenziale
- stanno meglio i diplomati ma con i laureati condividono una percezione del mercato in cui operano che illustra bene la situazione dell'intero mercato, non solo ICT, italiano: la carriera non dipende da skill, competenze ed esperienze ma principalmente da raccomandazioni e conoscenti, da fortuna e dalla disponibilità a lavorare duramente
- si stanno aprendo nuove frontiere e nuovi orizzonti sul fronte del digitale
- l'unico orizzonte sereno sembra essere quello llegato alle nuove tecnologie e alle tendenze note come Cloud Computing, Web, Big Data, Social, Collaboration e Mobile; tutti questi ambiti sono in forte evoluzione e stanno gettando le basi per una esplosione di investimenti e opportunità future, appena la crisi attuale sarà superata
- sui nuovi mercati tecnologici vorrebbero muoversi rapidamente quasi tutte le aziende, ma a rallentare il pecorso è la mancanza di risorse (40%), di competenze adeguate (30%) di percorsi formativi adeguati (40%)
- questa carenza spinge alla ricerca di nuove risorse, ricerca che coinvolge per il momento il 17% delle aziende intervistate
Fin qui la fotografia di Assintel fatta con l'aiuto di IDC. Una fotografia non esaltante che non deve ingannare. I numeri si prestano infatti ad alcune considerazioni. Se non diminuisce il numero degli addetti ( 612.000 ), di essi non viene fornita alcuna cifra di quanti sono coloro che, per scelta (per sopravvivere) o per forza maggiore (nessuna alternativa), sono passati da un rapporto di lavoro a tempo indeterminato ad uno atipico, a progetto e a tempo determinato. Per non parlare di quanti sono gli addetti imprigionati nelle modalità di lavoro associate al manpower e akl body rental. Assente anche una quantificazione delle persone costrette ad operare in questo mercato come semplici partite IVA.
La situazione del mercato del lavoro nel settore ICT non è diverso da quello generale ( vedi ad esempio i dati pubblicati e analizzati in una ricerca eseguita dal professor Ricolfi ) . A fronte di un costo medio per dipendente che è tra i più bassi in Europa, la pressione fiscale è tale da ridurre drasticamente anche il salario più ricco, salario che comunque rimane nella zona Euro relativamente più basso.
L’indagine Assintel non prende in considerazione e non fa emergere la realtà che molti operatori del settore ben conoscono da anni. Il mercato ICT è composto prevalentemente da realtà aziendali dalle piccole dimensioni che sono proliferate per due motivi principali, la pratica del manpower, ossia il ricorso costante a personale esterno e generalmente sottopagato e la fuoriuscita di personale considerato anziano che è rientrato nel mercato con una offerta concorrenziale che ha finito per incidere sull’occupazione stabile e ben retribuita.
Infine è utile sottolineare alcune problematiche di tipo strutturale quali (1) la lentezza dell’università italiana nel dotarsi facoltà tecnico-scientifiche e corsi utili agli studenti per entrare con le conoscenze e competenze giuste nei nuovi mercati, (2) organizzazioni obsolete nelle quali continua a prevalere una logica gerarchica guidata da amicizie e da raccomandazioni più che dalla collaborazione, la capacità relazionale e la competenza. (3) incapacità della classe dirigente nel gestire in modo strategico l’IT aziendale predisponendo quanto serve per favorire cambiamento e innovazione, (4) crescita dei costi a causa di un mercato dominato da un numero limitato di fornitori globali e dalla dipendenza di molti dipartimenti IT nei loro confronti per le scelte fatte in passato e per il timore di cambiare, (5) smantellamento dei centri di ricerca e sviluppo interni all'aziende (riduzione dei costi e spending review) per trarre vantaggio, a livello di costi, da risorse esterne, non sempre adeguatamente competenti, (6) diffusione del body rental e calo costante delle tariffe professionali.
Se la situazione non cambierà nel 2013, facile immaginare che molti professionisti con competenze, skill e professionalità di eccellenza possano cercare nuove opportunità in termini di carriera professionale e di compensi al di fuori dell'Italia. Uno scenario da scongiurare soprattutto nella fase attuale che prevede interventi importanti finalizzati al cambiamento e alla innovazione.
Sarebbe interessante sentire il parere di chi in questo mercato opera