Spegni Facebook, abbracciami, toccami e baciami, stupido!

01 Ottobre 2017 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

La scritta originale "Spegnete Facebook e baciatevi" sembra sia apparsa su un muro di Roma, lo ha raccontato Paolo Crepet nel suo libro Baciami senza rete, ma è probabilmente la semplice scrittura di una frase pronunciata più volte da ragazzi e ragazze stanchi e annoiati dei gesti virtuali che caratterizzano le loro vite digitali online.

Una scritta sui muri di una città può essere percepita come un invito così come una richiesta di attenzione, di aiuto e di complicità. In questo caso l'invito è a sottrarsi alla tirannia del dispositivo mobile, delle sue applicazioni e delle sue molteplici trappole cognitive che seducono e impediscono di osservare, di vedere e di percepire cosa sta succedendo intorno e nelle vicinanze più prossime. Sono vicinanze che aspirano a vedere demolite distanze e barriere in modo da sperimentare l'ebbrezza e la dolcezza di un incontro intimo, la felicità di un contatto fisico e il nascere di esperienze emotive e sensoriali capaci di far dimenticare i pixel colorati di uno smartphone o i messaggi insistenti di uno dei molti social network frequentati.

I numerosi MiPiace espressi su Facebook, tutti insieme, non riusciranno mai a garantire lo stesso effetto di un bacio, desiderato, cercato, trovato o contraccambiato. L'immersione prolungata negli spazi virtuali di Facebook rischia di far perdere la creatività individuale e di gruppo, la libertà, la capacità critica e la possibilità di reinventare spazi, situazioni e sé stessi ma anche di trovare la voglia e il desiderio di un contatto fisico e, perché no, anche di un bacio.

Disconnettersi, uscire dalle reti sociali, virtuali e anestetizzanti, dei social network significa avere fatto il primo passo per esperienze diverse, sensoriali, emotive e umane. Significa ritornare a guardarsi intorno, superare la prigionia del selfie e dell'immagine, scoprire le molteplici e intriganti diversità che ci circondano e soprattutto lasciarsi sorprendere da uno sguardo, un sorriso, un gesto, un contatto, un bacio!

 

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