2017 - 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) /

Esci dall'eterno presente, riscopri il passato, progetta e indirizza il tuo futuro

Esci dall'eterno presente, riscopri il passato, progetta e indirizza il tuo futuro

01 Ottobre 2017 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

Esci dall'eterno presente, riscopri il passato, progetta e indirizza il futuro

 

Il tempo è argomento da sempre di dissertazioni, speculazioni e ricerche scientifiche ma anche esperienza quotidiana di ogni persona e individuo. Famose sono le parole di Sant'Agostino che, nelle sue Confessioni, si chiedeva: "Che cos'è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più."

Tutte le ricerche così come le esperienze umane nascono dal tentativo di concettualizzare, controllare, misurare e fermare il tempo, senza mai riuscirci e sempre producendo effetti sulla propria esistenza umana. Un approccio simile guida anche le esperienze umane attuali, tutte centrate su un tempo ristretto e fermato sul presente continuo, nel quale tutto sembra accadere ora (citazione dal libro di Douglas  Rushkoff Presente Continuo) ma che in realtà ne limita la dimensione narrativa, per sua natura legata alla memoria, al ricordo, alla storia, alla natura diacronica della coscienza, al Kairos (καιρός) così come alle aspettative e alle attese del futuro.

L'eterno presente nel quale vive la generazione digitale non è la vita eterna e senza tempo di filosofi e scienziati. È una dimensione temporale caratterizzata dal presentismo del tempo reale e dall'immediatezza, dalla velocità di reazione e transazione, dal consumismo usa e getta, dal multitasking ma soprattutto dalla sparizione del passato e del futuro, una sparizione che genera disorientamento, ansia e assenza di ancoraggi benefici e salvifici.

Secondo Rushkoff cercare in continuazione di cogliere l'attimo fuggente, nella forma di un MiPiace, un cinguettio o un cambiamento di stato, sta generando "una concezione distorta della realtà e dell'immediato" e portando "al fallimento, giacchè tale inseguimento disperato del tempo è insieme errato e narcisista". Ai presentisti moderni sfugge la complessità del tempo e la sua inafferrabilità. Non siamo noi a occuparci del tempo ma lui a venirci incontro. Non lo fa non in modo uniforme e assoluto ma nella forma di una serie infinita di tempi, "una rete crescente e vertiginosa di tempi divergenti, convergenti e paralleli" (Finzioni di Borges).

Per non limitare le nostre esperienze dovremmo viaggiare in tutti i tempi possibili, non solo quello tecnologico e digitale ma anche quello dell'anima (interno a noi), della narrazione (il passato del sé narrante) e dell'attesa (il futuro). Nella mitologia, Cronos diventato poi Chronos-tempo, il più giovane dei Titani che divora i suoi figli ingoiandoli e che i romani identificarono con Saturno, è diventato colui che divora tutte le cose che egli stesso ha creato. Esattamente quello che fa oggi nella sua versione digitale, divorando milioni di persone attraverso l'ansia (il tempo che non basta mai) che nasce dalla ricerca continua di visibilità e di prestazioni, dalla frustrazione che deriva dall'impossibilità di essere sempre visibili e presenti, dal timore di arrivare a destinazione e scoprire che la meta è quella sbagliata senza che ci siano più possibili alternative o vie di ritorno e infine dalla perdita del significato stesso del tempo (Kairos) inteso come eternità che sottolinea al tempo stesso la nostra mortalità e impossibilità di fermarne il corso. Parafrasando il famoso monologo di Blade Runner ognuno potrebbe recitare, dopo avere spento il suo smartphone: “Io ne ho viste di cose che voi umani non potreste immaginarvi, social network in fiamme al largo dei bastioni di Google, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Facebook, di Instagram e di Tinder. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di reagire.”

 

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