2017 - 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) /

Fuggi dalla solitudine dei media digitali e riscopri la solidarietà

Fuggi dalla solitudine dei media digitali e riscopri la solidarietà

01 Ottobre 2017 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

 

Fuggi dall'isolamento e dalla solitudine dei media digitali e riscopri la solidarietà 

 

In un libro pubblicato nel 2014 dal titolo Solidarietà, un'utopia necessaria, Stefano Rodotà prende le mosse dalla solidarietà sul posto di lavoro che tanto ha pesato nel ridare dignità al lavoro, ma anche nell'emancipare dalle disuguaglianze e dalla povertà milioni di persone, per poi invitare tutti a riflettere sulle numerose situazioni di crisi e di povertà che caratterizzano la crisi attuale e sollecitano tutti a una solidarietà vera, di vicinanza, non più rivolta solo al prossimo ma anche allo straniero.

Nell'epoca caratterizzata dalla condivisione, la solidarietà è diventata una pratica virtuale e da sperimentare anche online. Si esprime sia nelle Reti sociali delle piattaforme di social networking sia attraverso spazi appositi, occupati da organizzazioni no profit, ONG e associazioni varie, equo-solidali (in Italia ad esempio Zoes.it,) e/o dedite a iniziative di impegno civile, solidarietà e collaborazione. Nella realtà della realtà la solidarietà emerge in forme diverse e si manifesta in ambiti quali la precarietà economica e del lavoro, le pensioni e le conflittualità generazionali, il sostegno alle povertà e alle famiglie, gli interventi urgenti per terremoti o altre situazioni di emergenza. 

Molte di queste pratiche mettono al centro i diritti sociali e delle persone con l'obiettivo di battere la frammentazione sociale e i meccanismi di esclusione. Praticare la solidarietà non è solo una scelta etica e valoriale che si esprime nella forma di impegno e responsabilità verso gli altri. È anche un modo per superare le numerose forme di isolamento e di solitudine che caratterizzano oggi la vita online di molte persone. Non le forme interiori, utili per ritrovare sé stessi e nelle quali stare bene nell'intimità, ma quelle tecnologiche che determinano una fuga dal reale e l'illusione della compagnia, della comunità e della socialità ma senza gli impegni che esse comportano.

La solidarietà, espressa a furor di MiPiace e condivisioni, è una solidarietà fredda, facile da adottare, distante e senza effetti reali. Si manifesta in uno scambio tra profili algoritmici e digitali che non permettono alcun calore umano, perché avviene in spazi virtuali e in assenza di corpi. Impedisce l'abbraccio, la comprensione, la visione d'insieme, la vicinanza e la partecipazione fisica al dolore altrui, la collaborazione che si esprime nell'azione concreta e in gesti, dentro spazi e situazioni reali. La vita online è oggi tanto reale quanto lo è quella fattuale ma le esperienze che vi si compiono sono diverse.

Nel caso della solidarietà l'unico modo per cogliere questa differenza è praticare la solidarietà al di fuori della Rete, all'interno di comunità di persone e insieme ad altri. La pratica della solidarietà in un periodo storico che ne ha sempre più bisogno, è l'unico antidoto alla solitudine disperante che attanaglia molti di coloro che abitano l'acquario e le voliere dei social network. È una pratica che porta a dipendere meno dalla tecnologia e soprattutto a liberarsi dal sovraccarico di parole e di chiacchiere con cui cerchiamo ogni giorno di alimentare la nostra sensazione di esistere e di essere.

Praticare la solidarietà significa riprendere il contatto con il mondo reale e soprattutto riscoprirlo, nella sua ricchezza, diversità e complessità. Ad esempio significa confrontarsi con la solidarietà della paura (terminologia coniata da Ulrich Beck) dettata dalla crescente incertezza e vulnerabilità che fa crescere il bisogno di sicurezza che potrebbe dare forma a sistemi sociali chiusi al cambiamento erigendo muri e steccati. Il tutto in un contesto tecnologico e globalizzante che continua ad allargare le reti di interdipendenza e di interconnessione. Un contesto nel quale in Rete si può essere tutti uguali, insieme ma soli, fuori dalla Rete si potrebbe essere diversi, insieme e solidali!

 

 

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