Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital
Non incolpare la tecnologia dell'uso che ne fai, pratica l'auto-controllo per una vita digitale consapevole e bilanciata
Dalla vita che ci ospita non si può scappare, da Internet, Facebook e da un social network sì!
Nessuno può prevedere o impedire di nascere in un certo luogo e con una certa eredità biologica, tutti possono decidere di non aprire un profilo facebook o di cancellarlo se lo ritengono inutile o non più necessario. Conviene farlo se ci si sente distratti dal troppo tempo passato online, dal sovraccarico informativo e cognitivo che ne deriva e dalla paura di essere caduti in qualche forma di dipendenza o schiavitù.
Quello che non si può fare è incolpare la tecnologia e i suoi strumenti per la sensazione di avere perso il controllo di sé stessi e di essersi assoggetti alla tecnologia, alle relazioni e interazioni digitali da essa rese possibili. Meglio recuperare l'auto-controllo e il controllo della propria vita, cercare di dare un significato alle molteplici esperienze vitali in cui si è impegnati, siano esse reali o virtuali e trovare un bilanciamento ottimale e intelligente tra le due.
Diconnettiti per connetterti
Una volta avviato, il processo procederà per fasi e richiederà costante impegno e tanta forza di volontà. Il primo passo da compiere consiste nell'eliminare ogni informazione non necessaria, la ripetitività delle azioni che la generano e la alimentano. I gesti ripetitivi delle notifiche, dei MiPiace e dei cinguettii, dei continui aggiornamenti di stato e della verifica compulsiva dei messaggi sul proprio telefonino. Bisogna saper identificare le fonti di distrazione che impediscono la concentrazione e la focalizzazione, l'approfondimento e la riflessione eliminando i comportamenti che impediscono di portare altrove l'attenzione e l'immaginazione.
L'auto-controllo per una vita digitale in grado di integrarsi con quella reale è un percorso da fare e una destinazione insieme. Passa dal sapere ottimizzare il tempo passato online e i suoi flussi esperienziali, dal sapere dissipare la tempesta di informazioni e il suplus cognitivo da esse generato. Dal diventare un abitante intelligente della Rete che non si lascia dettare compiti e azioni dagli strumenti tecnologici usati, dalla ricerca continua di modi creativi di usare la rete e dalla capacità di relazionarsi agli altri dentro ecosistemi, comunità e social network. Serve anche liberarsi dalla schiavitù del presente continuo tecnologico per lasciarsi andare, come dovrebbe essere naturale e salutare, ai pensieri di ciò che non è più o non è ancora.
Se non si riesce ad abbandonare il mondo digitale, anche solo per un momento, la colpa verrà vissuta con risentimento, come un torto subito che ha impedito di ricominciare una nuova vita. Siccome tornare indietro sarà impossibile il suggerimento è di "fare spazio al sentire, al pensare e all'operare nel presente e nella prospettiva del futuro. Ciò che degli uomini resta (se resta) nel tempo sono le opere, materiali da costruzione di una storia collettiva che si innalza sopra di loro, ma di cui sono in parte anche attori" (Remo Bodei nel suo libro Immaginare altre vite).