Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital
Il cloud mantiene sincronizzati i tuoi dispositivi, tu cerca di sincronizzare regolarmente la tua testa
Grazie alle tecnologie di cloud computing e alla convergenza tecnologica che fa interagire e parlare tra loro dispositivi hardware e applicazioni software, tenere aggiornati e sincronizzati i propri dati e le informazioni personali non è più un problema. La sincronizzazione è resa necessaria dalla pervasività dei dispositivi mobili e dalla mobilità personale e lavorativa.
La capacità e facilità con la quale si tengono tra loro sincronizzati documenti, caselle di posta elettronica, versioni di file e archivi è legata a soluzioni come Dropbox, MobileMe, SybcBack, e una miriade di altre soluzioni e servizi. Facili sono anche le modalità con le quali si sincronizzano i dispositivi personali e i dati in essi contenuti. A garantire efficacia, sicurezza e disponibilità dei dati sono strutture e piattaforme informatiche ma soprattutto algoritmi intelligenti, in continua evoluzione e miglioramento, che si fanno carico di gestire problemi complessi per garantire l'accesso, la riservatezza, l'integrità e l'utilizzo di dati sempre aggiornati e protetti.
La stessa capacità di sincronizzazione tecnologica ed efficienza degli algoritmi che la rendono possibile dovrebbe essere praticata anche dagli utilizzatori di apparecchiature tecnologiche. È una sincronizzazione della mente che non può essere demandata ad altri, neppure alla tecnologia. Si basa sulla capacità di ragionare, riflettere e produrre pensiero, di ascoltare e di saper comunicare. Non è solo razionale (algoritmica) ma condizionata emotivamente dalle relazioni e comunicazioni sociali in termini di segnali ricevuti ed espressi attraverso il linguaggio, la qualità della voce, la gestualità, l'espressione facciale e il movimento del corpo. Una sincronizzazione resa possibile anche dai neuroni a specchio che consentono al cervello di correlare i movimenti osservati con quelli dell'osservatore riconoscendone i significati.
Mentre l'iPhone si collega all'iCloud per la sincronizzazione il suo proprietario può cercare di sincronizzarsi con gli altri (empaticamente, nella conversazione, ecc.) e con se stesso. Un'attività resa possibile dal suo cervello, come evidenziato da ricerche scientifiche ed esperimenti, e dalla capacità di farlo. Sincronizzare la propria testa non è un'attività connaturata (escludendo l'imitazione) alla natura umana ma richiede l'apprendimento di pratiche e di strumenti cognitivi (ad esempio le tecniche di PNL), comportamentali, linguistici, emotivi e razionali.
Sincronizzare la propria testa è un percorso da compiere e una destinazione da raggiungere, meglio se con lentezza e senza eccessivo rumore di fondo, sempre in compagnia di qualcun altro con cui si ha una relazione diretta, non mediata o manipolata dalla tecnologia e dai suoi prodotti. La rapidità con cui la tecnologia realizza le sue sincronizzazioni e la sua efficienza può far percepire la sincronizzazione della testa come meno necessaria e rinviabile nel tempo. Una scelta di rinvio da evitare se si vuole continuare a esercitarla senza esternalizzarla alle macchine intelligenti che verranno. Ciò che conta è percepirne l'utilità e la necessità, essere consapevoli di vivere un periodo di grandi e profonde trasformazioni che interessano gli oggetti, la realtà e le persone. Trasformazioni e cambiamenti che suggeriscono di dotarsi di una testa ben fatta ("È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena" - Montaigne), creativa e se possibile sincronizzata.