Il libro di Carlo Mazzucchlli 80 PROFILI DIGITALI - Identità, personalità e stili di vita determinati tecnologicamente, è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital
Tecnoimmigrati
Introdotta da Marc Prensky nel sul libro Digital Natives, Digital Immigrants pubblicato nel 2001, l'espressione immigrato digitale (digital immigrant) si applica ad una persona che è cresciuta prima delle tecnologie digitali e le ha adottate in un secondo tempo (Wikipedia). Il termine è solitamente utilizzato per determinare una differenza di tipo generazionale con i nativi digitali e per sottolineare il diverso approccio mentale e comportamentale che caratterizza il loro ricorso e utilizzo delle tecnologie. E’ una contrapposizione non condivisa da tutti ma utile a evidenziare le differenze tra le due categorie di persone, quelle nate già ‘informatizzate’ o che non hanno alcuna difficoltà nell’uso delle nuove tecnologie e quelle che hanno dovuto abituarvisi nel tempo e con l’apprendimento, sia per motivi generazionali (di età) che di attitudine mentale e propensione.
80 Identikit digitali
I tecnoimmigrati (nativi analogici) tendono a manifestare una certa inadeguatezza nell’uso delle nuove tecnologie ma non sono a loro avversi e non sono catalogabili come tecnofobi. Sono semplicemente persone che hanno avuto la possibilità di sperimentare il prima e il dopo della rivoluzione tecnologica digitale, che hanno seguito e/o subito, anche per ragioni anagrafiche, la nascita e la crescita di nuovi strumenti tecnologici che hanno cambiato il modo di acquisire e costruire conoscenza, di fare cultura, di produrre e comunicare e di interagire socialmente.
I tecnoimmigrati possono diventare bravi nell’uso della tecnologia tanto quanto lo sono i tecnonativi ma mantengono sempre un piede e un pensiero nel passato. Manifestano questo loro radicamento nel modo con cui usano strumenti dome Google o Facebook, nella diversa velocità, nelle modalità, motivazioni e finalità con cui lo fanno, nel modo in cui continuano a leggere invece di semplicemente navigare, di vivere le pratiche di social networking (hanno sperimentato una socializzazione diversa da quella virtuale online) e di interazione online e nel linguaggio che utilizzano (meno emoticons, cinguettii più lunghi, SMS logorroici, ecc.). Il loro ancoraggio a esperienze e abitudini passate è evidenziato dal loro ricorso più frequente alla stampa, dall’uso della posta elettronica e del Web, sempre scarsamente motivato dalla ricerca del divertimento e caricato invece di finalità inquadrate concettualmente e condizionate cognitivamente.
L’appartenenza alla categoria dei tecnoimmigrati non indica alcuna inferiorità rispetto ai tecnonativi. Alcuni tecnoimmigrati superano i tecnonativi in termini di conoscenze, adattabilità e utilizzo intelligente e pratico delle nuove tecnologie.
In genere i tecnoimmigrati preferiscono stili di vita relativamente liberati da prodotti tecnologici, non sono fanatici del loro telefono cellulare o smartphone, non sentono l’impellenza o la necessità di un tablet, neppure per la lettura, e sono poco abituati a cinguettare o a cambiare periodicamente il loro status sul muro delle facce o su Google Plus. Non tutti i tecnoimmigrati sono però uguali. Ci sono quelli che vivono bene senza tecnologia, quelli (riluttanti) che riconoscono ruolo e importanza della tecnologia nella vita moderna e si impegnano nell’apprenderne i segreti e l’utilità e infine quelli che si entusiasmano delle potenzialità offerte dalla tecnologia e sono in grado di acquisire stili di vita paragonabili a quelli dei tecnonativi.
In generale i tecnoimmigrati non amano passare molto tempo al telefono e usano con riluttanza strumenti come SMS, Twitter o WharsApp, preferiscono una comunicazione in tempo reale e sincronica, preferiscono approcci lineari, logici e sequenziali nell’accesso all’informazione, alla ricerca e alla navigazione, non amano il multitasking, anche se lo possono praticare, preferiscono i contenuti testuali a quelli visuali e video, amano leggere un libro dall’inizio alla fine, sono abituati ad approcci lavorativi di tipo gerarchico e lineari nello sviluppo professionale e di carriera, continuano a preferire un posto di lavoro associato a un ufficio fisico rispetto al lavoro da casa o in mobilità digitale, usano Internet prevalentemente per cercare e raccogliere informazioni, meno per socializzare o interagire, al social network preferiscono il bar, il club, la palestra o la sala da ballo, sono convinti che i tecnonativi stiano perdendo il loro tempo e perdendosi qualcosa della loro vita, pensano che le realtà virtuali non facciano parte della vita reale, danno molta importanza alla privacy personale e stanno attenti a diffondere dati sensibili e privati, sono alla ricerca di conoscenze, di profondità e non disdegnano l’apprendimento e infine preferiscono avere poche relazioni di qualità con persone fidate piuttosto di reti sociali numerose ma popolate di persone sconosciute e poco affidabili.