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Un appello a minimizzare la distrazione

Un appello a minimizzare la distrazione

06 Febbraio 2018 Redazione SoloTablet
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Tre quarti della popolazione italiana è online almeno sei ore al giorno. Il 50% usa regolarmente i social network per stare connesso, con persone, media e Marche. Quanti di loro si stanno interrogando sulla qualità della loro interazione con la tecnologia, sulla loro vulnerabilità psicologica che può tradursi in dipendenza e debolezza?

A porsi delle domande sul ruolo dei media sociali e delle tecnologie digitali in generale è un numero crescente di personaggi che, nella Silicon Valley, hanno contribuito al successo di startup e aziende come Google o Facebook. Le domande che si sono posti li hanno trasformati in pentiti e obiettori di coscienza e li hanno convinti a impegnarsi socialmente e politicamente per mettere in guardia dalla pervasività tecnologica e dai suoi effetti negativi ma anche dal ruolo che stanno assumendo i grandi produttori di piattaforme tecnologiche.

Per Tristan Harris, che nel 2011 a 26 anni ha venduto la sua startup a Google per poi operare nell'azienda con la responsabilità di verificare la componente etica dei prodotti, lo smartphone è diventato una specie di slot machine. Un dispositivo capace di distogliere lo sguardo dalla realtà, di rubare attenzione e tempo (in media più di quattro ore al giorno) a chi lo utilizza e che viene costantemente ottimizzato e migliorato con algoritmi finalizzati a rubare ancora più tempo. Ma ciò che è probabilmente buono per il valore azionario dei colossi tecnologici non lo è necessariamente per gli utenti e per i consumatori (il 50% dei ragazzi americani si dichiare dipenente dal proprio smartphone e cresce il ricorso a psicoterapeuti e pediatri in cerca di aiuto).

Per Harris ciò che la tecnologia sta producendo suggerisce una riflessione che tutti dovrebbero fare, in particolare sul fronte dell'attenzione. Dopo avere lasciato Google oggi Harris ha lanciato una fondazione, Time Well Spent, e si sta prodigando affinchè le persone possano recuperare l'attenzione perduta a causa della capacità magnetica dei numerosi display tecnologici da esse quotidianamente abitati. A sostegno della sua iniziativa Harris ha lanciato un appello pubblico (A Call to Minimize distraction & Respect User's attention) che ha richiamato l'attenzione dei media e della opinione pubblica americana e ha fatto da apripista a un drappello, sempre più numeroso, di persone autorevoli (sul tema la Repubblica ha pubblicato un articolo di Riccardo Staglianò) che hanno deciso di dichiararsi tecno-critiche e tecno-scettiche e di essersi pentite della loro adesione acritica al web e alle sue tecnologie.

L'appello che questi pentiti ed eretici del web rivolgono a tutti non è a demonizzare la tecnologia e i suoi apostoli ma a usarla in modo più consapevole, a reclamare per sè stessi una quota maggiore di tempo di qualità e a riprendere il controllo attivo della propria attenzione contrastando le tecniche usate per catturarla e tenerla imprigionata. L'appello viene da designer, ingegneri, programmatori, responsabili di prodotto, persone che, come Harris, hanno visto dall'interno in che modo sono stati costruiti gli algoritmi che servono per sfruttare i comportamenti e la psicologia dei consumatori, per rubare i loro dati in modo da trarne vantaggi commerciali ed economici. 

Dopo avere contribuito, in alcuni casi in modo determinante, a dare forma alle piattaforme web e social, Harris e gli altri stanno dando vita a un fronte per la sensibilizzazione e la consapevolezza dei consumatori. Oggetto della battaglia è l'attenzione e la sua economia. Obiettivo è la riduzione della distrazione e della dipendenza tecnologica in modo da recuperare la capacità di focalizzare l'attenzione e limitare i danni cognitivi. Il messaggio in bottiglia lanciato in una realtà dominata dalla vita online è di riflettere su quanto l'uso che viene fatto della tecnologia si sia trasformato in ossessioni e compulsioni. Le une e le altre che si manifestano nell'impulso di controllare continuamente le notifiche o i messaggi elettromici, non sono semplici incidenti ma il risultato di quanto designer e programmatori hanno predisposto.  Un risultato ottenuto grazie alla scarsa consapevolezza delle persone e alla cessione costante di potere ai produttori di piattaforme tecnologiche.

Per Harris il potere di queste piattaforme è grande e i due miliardi e più che le abitano hanno scarso potere di difesa. Soprattutto scarsa conoscenza dei modi invisibili agiti da un piccolo numero di persone nel dare forma alle loro vite, alle loro conversazioni e relazioni, con effetti crescenti a livello culturale, sociale e politico. La presa di coscienza di questa realtà e che ha dato origine al suo appello A Call to Minimize distraction & Respect User's attention, è nata in Harris dall'esplorazione di piattaforme social come Linkedin, YouTube, Netflix, SnapChat e dallo studio delle dipendenze da esse generate. Lo studio gli ha permesso di evidenziare le tecniche e gli algoritmi usati per dare forma a comportamenti e stili di vita e per trarre vantaggio dai dati raccolti così come dalle vulnerabilità dei consumatori. Ad esempio manipolando gli utenti in attesa di MiPiace con la loro segnalazione in momenti ben studiati sulla base degli umori e dei sentimenti delle persone che li ricevono.

Secondo Harris le aziende tecnologiche sono mosse dalla ricerca continua di guadgano. I dati e le informazioni che sono in grado di raccogliere permettono loro di sperimentare tecniche intelligenti per catturare l'attenzione degli utenti, comunicare loro messaggi promozionali e commerciali e vincere la loro volontà. Al consumatore spetta la resposnabilità di trovare il modo di difendersi per riconquistare una maggiore autonomia e libertà e porre una maggiore distanza nei confronti delle tecnologie di cui fanno uso. La responsabilità suggerisce l'impegno costante per una maggiore conoscenza del sottofondo che domina oggi l'impero tecnologico e delle loro logiche ma soprattutto buone pratiche, frutto di scelte e volontà, finalizzate alla capacità di sapersi difendere e a non lasicarsi maniplare e utilizzare.

 

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