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A scuola da Microsoft e Cisco

A scuola da Microsoft e Cisco

12 Giugno 2024 Gian Carlo Lanzetti
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Gian Carlo Lanzetti
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In un anno, sono state oltre 700.000 le persone che hanno seguito percorsi di formazione legati alle nuove tecnologie e competenze digitali sviluppati da Microsoft. Da parte sua in poco più di un anno Cisco è riuscita a formare in Europa 224.000 esperti in cyber security. Le competenze richieste ai lavoratori cambieranno di almeno il 65% entro il 2030.

E’ risaputo che, soprattutto dopo l’avvento della Intelligenza Artificiale, il tema delle competenze ha assunto una importanza forse sconosciuta in passato. Vendor come Microsoft e Cisco hanno fatto molto per ridurre il gap tra necessità di nuove figure professionali e disponibilità delle stesse.

In un anno, sono oltre 700.000 le persone che hanno seguito in Italia percorsi di formazione legati alle nuove tecnologie e competenze digitali sviluppati da Microsoft  in collaborazione con l’ecosistema dei partner e 7.000 le persone formate e certificate sulle nuove tecnologie di AI generativa Microsoft.

Questo annuncio è stato dato, in occasione di “Intelligenza Artificiale generativa: nuove professioni e competenze” un evento organizzato da Microsoft per discutere insieme a tante realtà del settore della formazione e delle risorse umane dell'impatto e dell’opportunità dell'AI generativa in Italia nel mercato del lavoro e delle nuove professioni, con la partecipazione di esperti e professionisti del settore.

A un anno dall’introduzione delle tecnologie di AI generativa, emerge infatti come sempre più urgente il tema delle competenze: secondo il Microsoft Work Trend Index se il 76% degli intervistati a livello globale afferma di sentire il bisogno di dotarsi di abilità specifiche per l’utilizzo dell’AI per rimanere competitivi nel mercato del lavoro, il 79% afferma che le competenze di AI amplieranno le loro opportunità di lavoro. Queste affermazioni trovano riscontro anche dal punto di vista delle aziende, con il 62% dei manager italiani che sostiene di non voler assumere risorse senza competenze di AI.

Secondo il LinkedIn Global Talent Trends Report, a livello globale, le competenze richieste ai lavoratori cambieranno di almeno il 65% entro il 2030. In Italia, gli annunci di lavoro che menzionano l'AI o l'AI generativa sono quasi quintuplicati (4,7 volte) - una delle percentuali più alte che abbiamo riscontrato nei nostri mercati - solo negli ultimi due anni e le candidature per queste posizioni sono cresciute del 31%.

La carenza globale di talenti ha raggiunto il suo picco: sono sempre più numerose le aziende che non riescono a trovare i talenti di cui hanno bisogno. Allo stesso tempo, molti studenti, professionisti e persone in cerca di lavoro non possiedono le competenze o l'esperienza giuste per un percorso professionale nel settore tecnologico. Microsoft si impegna a colmare questa lacuna.  Attraverso iniziative virtuali come la Career Fair e il presidio in presenza sul territorio dei nostri partner, vogliamo favorire la connessione tra formazione, persone e aziende, per favorire occupazione qualificata e sostenere il processo di innovazione della nostra economia e società”, ha commentato Vincenzo Esposito, Amministratore Delegato di Microsoft Italia. 

Se l’Intelligenza Artificiale favorisce da un lato la creazione di nuove professionalità, aumentando la richiesta sul mercato di specialisti con competenze tecniche, dall’altro contribuisce a sostenere le attività dei professionisti a tutti i livelli, liberando tempo e aumentando la produttività. Questo è uno degli aspetti che emergono dal nuovo studio che Microsoft ha sviluppato insieme a SWG “I giovani e l’Intelligenza Artificiale”, un report che scatta una fotografia sulla percezione dell’Intelligenza Artificiale tra gli under35, livello di conoscenza e consapevolezza dei benefici.

Tutti ormai hanno sentito parlare di AI: l’81% dei giovani se ne è fatto un’idea almeno generale ma, solo il 27% dichiara di sapere bene cosa sia. Tuttavia, e al netto di quanto si dica di conoscerla, tra i giovani come tra gli adulti oggi l’immaginario tende a prevalere su una reale consapevolezza, segnale di quanto sia fondamentale rendere sempre più capillari le attività di formazione ed education su questi temi. 

Cisco: missione compiuta

 In poco più di un anno Cisco è riuscita a formare in Europa 224.000 esperti in cyber security, il 90% dell’obiettivo triennale che la società si era prefissata nel marzo 2023.

Il risultato - che  arriva ad un anno di distanza dall’European Cyber Academy, iniziativa lanciata dalla Commissione Europea per contrastare la carenza di personale qualificato nell’ambito della sicurezza informatica -  si inserisce in un quadro di azione ancora più ampio. Il traguardo che Cisco si è infatti posta da qui ai prossimi 10 anni è ancora più alto: fornire le competenze digitali a 2,6 milioni di persone in Europa tramite il proprio programma Cisco Networking Academy.

L’Italia è tra i paesi in cui l’attività di formazione è in maggiore crescita. Nel corso degli ultimi mesi, le iscrizioni ai corsi Networking Academy dedicati alla cybersecurity sono cresciute di oltre il 30%, raccogliendo le adesioni di  20.000 studenti

La carenza di professionisti della cybersecurity nel mondo è enorme: secondo il report “Bridging The Cyber Skills GAP redatto dal World Economic Forum mancano all’appello quasi 4 milioni di esperti in materia, un dato a dir poco allarmante se si pensa che secondo l’ultimo “Cisco Cybersecurity Readiness Index” solo il 3% delle organizzazioni a livello mondiale (in Italia siamo all’1%) è in grado di far fronte alle moderne minacce informatiche.

Ecco perché in questo scenario gli sforzi di Cisco spiccano per l’efficacia nel catalizzare l’impegno collettivo di tutto l’ecosistema tecnologico, delle istituzioni e del mondo educativo, con l’obiettivo di superare una delle più grandi sfide del nostro tempo.

 

 

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